Il mondo ha raggiunto un punto di svolta: è il momento delle rivoluzioni e delle controrivoluzioni. Non è mai stato così importante per i marxisti comprendere i processi economici e sociali che stanno avvenendo intorno a noi. Pubblichiamo qui la traduzione in italiano e il video dell’introduzione di Alan Woods alla discussione sulle prospettive per la rivoluzione mondiale, tenuta al recente Congresso mondiale della Tendenza marxista internazionale (TMI). Alan fornisce un resoconto dettagliato dell’attuale situazione mondiale, dalla guerra in Ucraina alla situazione esplosiva dell’Africa occidentale. In sostanza, ciò che è chiaro è che non c’è paese al mondo in cui i capitalisti siano al riparo dalla lotta di classe.
Se siete d’accordo e volete unirvi alla lotta per il comunismo, aderite oggi stesso alla TMI!
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Ogni marinaio che si rispetti sa che per navigare su una nave sono necessarie una mappa e una bussola. Senza di esse ci si perde, e senza una prospettiva chiara, anche un’internazionale rivoluzionaria può perdersi. Per questo non ci scusiamo se partiamo sempre dalle prospettive. Cerchiamo di capire le tendenze generali che si stanno manifestando su scala mondiale, perché da questo dipende la correttezza della nostra strategia e della nostra tattica.
Detto questo, mi affretto ad aggiungere che non c’è nulla di magico nelle prospettive. A volte ho l’impressione che alcuni compagni vadano in giro con il naso immerso nel documento sulle prospettive mondiali, come se le prospettive fossero la risposta a tutte le loro preghiere. Se andate in giro così tutto il giorno, non vedrete cosa sta succedendo intorno a voi! Tutto ciò che il documento sulle prospettive è, o può essere, è un’ipotesi di lavoro, basata su tutte le informazioni disponibili, tutto qui. Cerchiamo di stabilire le tendenze fondamentali, generali, mettiamola così. Ma le prospettive devono essere costantemente confrontate con ciò che sta accadendo. Devono essere costantemente aggiornate, modificate, cambiate e, se necessario, buttate nel cestino e si ricomincia da capo – nessun problema! Le prospettive di Trotskij del 1938 sono state falsificate dalla storia; non ha rappresentato un problema. Non c’era nulla di sbagliato nel metodo di Trotskij, ma gli eventi possono svilupparsi in maniera diversa, tutto qui.
Il moderatore, Rob, ha affermato ciò che è ovvio per chiunque. Il capitalismo è in profonda crisi. Questo è molto chiaro. Il capitalismo è in profonda crisi, è del tutto chiaro anche a un cieco. Sì, ma non è questo il punto. Se ci pensate, la domanda a cui i marxisti devono rispondere non è: perché c’è una crisi nel capitalismo? Non è questa la domanda. La domanda a cui si deve rispondere da 150 anni a questa parte è: perché il capitale non è sempre in crisi?
Marx lo ha spiegato molto chiaramente nei tre volumi del Capitale. Se mi chiedete: il capitalismo ha i mezzi per superare una crisi o evitare una crisi? Io rispondo: sì, ce li ha! Ci sono diversi modi in cui il capitalismo può evitare una crisi di sovrapproduzione o attenuarne gli effetti. Uno di questi strumenti, ben noti, è l’espansione del credito, con cui si amplia il mercato. Si espande la domanda e quindi si può, per un certo periodo, evitare una crisi di sovrapproduzione.
Ma purtroppo c’è un problema. Ora penso che ci saranno molti studenti presenti, e se ricordo bene, è passato molto tempo dalla mia vita, ma ricordo quando ero uno studente; sapete, giovane, bello e magro come voi, ragazzi. Voi ridete, ma è vero! Ho le fotografie! Ma uno dei grandi piaceri della vita studentesca è spendere i soldi degli altri – sapete, spendere soldi che non avete! Si prende in prestito, si ottiene credito! È molto bello, finché non arriva il triste giorno in cui anche lo studente più stupido comincia a rendersi conto: “Buon Dio, devo restituire questo denaro, con gli interessi!”. Questo è esattamente ciò che accade ora.
Convulsioni economiche
E’ incredibile: nell’ultimo periodo, la stupidità degli economisti e degli strateghi borghesi è davvero qualcosa da contemplare. Credevano davvero a questa assurdità: “guardate che non c’è inflazione, ci sono bassi tassi di interesse, possiamo prendere in prestito quanto vogliamo, spendere quanto vogliamo!”. E tutto ciò, sostenevano seriamente, sarebbe continuato per sempre! Ma come ogni studente sa, purtroppo questa situazione non dura per sempre. E ora la borghesia sta imparando la dialettica nel modo più duro.
Non credevano nella dialettica, sono empiristi, si sa. La dialettica ci dice che, prima o poi, tutto si trasforma nel suo contrario. E questo è il problema che devono affrontare ora. È la peculiarità di questa crisi, che la rende diversa dalle altre. Non è la stessa, è molto diversa. Non possono uscire da questa crisi perché tutti i fattori che hanno favorito la crescita nell’ultimo periodo, la crescita dell’economia mondiale, si sono ora trasformati nel loro contrario. Ne abbiamo parlato nel documento di prospettive, non ripeterò quanto detto in quella sede.
L’esplosione senza precedenti del credito nell’ultimo periodo si è ora trasformata nel suo opposto: in un livello senza precedenti di debito.
Il debito personale, il debito delle aziende e il debito dello Stato hanno raggiunto livelli assolutamente sconcertanti. Non vi annoierò con molte statistiche, non abbiamo tempo per questo, ma, se volete, è facile trovare le statistiche. Ma il debito globale totale al momento (forse vorrete scrivere la cifra), che comprende il debito degli Stati, delle aziende e delle famiglie, ha raggiunto la cifra sbalorditiva di trecentomila miliardi di dollari. Vale a dire, trecento milioni di milioni di dollari, pari al 349%, quasi il 350% del prodotto interno lordo. E questo si traduce, ed è un dato interessante, in un debito medio di 35.500 dollari per ogni uomo, donna e bambino del pianeta. Queste cifre sono impressionanti, senza precedenti nella storia, e non possono essere sostenute. Questo è il problema che devono affrontare. Il debito pubblico è a livelli simili. Dal 2007 al 2022, il debito pubblico in percentuale del PIL è cresciuto del 76%, cioè di molto, per un totale del 102%. Ora questa cifra varia, nei diversi Paesi ci sono livelli diversi di debito pubblico. Alcuni sono più alti, altri più bassi.
Qui in Italia è un impressionante 145%, quindi l’Italia è in testa al mondo, almeno per qualcosa! Sono indebitati fino a qui! Queste cifre, se avete un briciolo di buon senso, sono molto eloquenti. Quello che dicono è molto semplice. Tra l’altro, questo ha a che fare con i riformisti e i keynesiani, che sono i principali rifornitori di sciocchezze ideologiche ai riformisti, che un tempo sostenevano, (non credo che lo facciano più) ma un tempo sostenevano: se c’è un problema, chiedi più soldi al governo! Più soldi per le pensioni, più soldi per la sanità, più soldi per l’istruzione. Sì, molto bello. Guardate le cifre! Lo Stato non ha soldi. Lo Stato non ha un soldo: lo Stato ha debiti. E lungi da elargire più riforme per la sanità, le pensioni, l’istruzione e cose del genere, l’unica strada che hanno a disposizione, l’unica strada, è quella di tagliare, tagliare e tagliare fino all’osso!
Questo è un dato di fatto. E i fatti sono cose ostinate, anche se gli stupidi riformisti e anche gli stupidi riformisti di sinistra si aggrappano a queste sciocchezze sugli aiuti di Stato. No, non è affatto questo il futuro che ci aspetta. E da questo derivano alcune cose (tra l’altro, questo non è l’unico problema che hanno dovuto affrontare). Ma per usare un’analogia, alcuni compagni pensavano che non fosse appropriato usare questa analogia, io penso che sia molto appropriata. È come un tossicodipendente! Vedete, la borghesia è diventata dipendente, come un drogato, è diventata dipendente dal credito a basso costo delle banche. Sì, il problema è lo stesso di un drogato, il problema è quando devi sospendere la droga, smettere di prenderla. Questo porta a convulsioni e dolori terribili. È un’analogia precisa con la situazione attuale.
I banchieri hanno già detto: “no, no, no – basta con il credito a basso costo, quei giorni sono finiti!”, a cominciare dalla Federal Reserve statunitense. I banchieri hanno aumentato in modo aggressivo i tassi di interesse, sostenendo che questo serve a combattere l’inflazione. Ora, forse non sono molto intelligente, forse non capisco la lingua inglese, ma per la mia mente semplice non vedo alcun modo in cui l’aumento del tasso di interesse possa ridurre l’inflazione. Al contrario, l’effetto immediato dell’aumento dei tassi di interesse è l’aumento dei prezzi! Le imprese lo scaricheranno sul consumatore con un aumento dei prezzi, ovviamente.
Come vedete, questi economisti borghesi sono persone particolarmente stupide. Se volete capire l’economia, buttate via i vostri libri di testo. C’è qualche studente di economia qui? Alzi la mano. Avete troppa paura di alzare le mani! Non mi sorprende! Si vergognano troppo, non mi sorprende!
È un’assurdità! Questi economisti (lo trovo divertente) sembra che passino metà della loro vita a sviscerare le statistiche, le statistiche dei prezzi, dicendo: “Guardate, l’inflazione sta scendendo, finalmente!”. Mi ricorda i vecchi sacerdoti o gli astrologi del mondo antico, che studiavano le viscere degli animali morti per cercare di prevedere il futuro. Potreste ridere, ma ha la stessa efficacia dei comportamenti di queste persone. E molto più divertente, a parte gli animali morti.
Il fatto è che gli economisti non hanno la più pallida idea di cosa provochi l’inflazione. Discutono continuamente: “Cosa causa l’inflazione?”. Non lo sanno! Non riescono a mettersi d’accordo tra di loro e, per usare un’analogia medica, se un medico non ha una diagnosi corretta della malattia, di certo non troverà mai una cura. Così la Fed aumenta il tasso d’interesse, e tutte le altre banche centrali europee la seguono, aumentano, seguono l’esempio dell’imperialismo americano, e questo ha delle conseguenze.
La riduzione del credito e altri fattori, mi occuperò dell’altro fattore, quello più importante, spiegato da Marx nel terzo volume del Capitale, uno dei fattori con cui la borghesia può, ad esempio, contrastare la caduta del tasso di profitto… A proposito, questi idioti che si definiscono marxisti, dicono tutti: “Oh! La caduta del tasso di profitto! La caduta del tasso di profitto!”. Sempre. Chiedo a questi idioti: dov’è il calo dei profitti, per l’amor di Dio! I profitti vanno a gonfie vele, nel bel mezzo di una crisi, in particolare i profitti delle banche vanno a gonfie vele. Eppure c’è una crisi, una crisi delle banche. Come nel caso del crollo della Silicon Valley [Bank] e di altre piccole banche negli Stati Uniti. È stato un segnale d’allarme. La luce rossa stava iniziando a lampeggiare. E poi si dice: “Oh, beh, è solo per le piccole banche, solo per le banche deboli, solo in America”. Davvero? Ho i miei dubbi… E la Credit Suisse? La mia geografia non è molto buona, ma non credo che la Svizzera sia in America.
Mi rivolgo ai compagni svizzeri: siete in America? “Non ancora”, dicono! Non ancora! (Ma la Gran Bretagna è già in America, quindi ci siete! Non lo ammettono, ma è un dato di fatto. Indipendenza… Brexit… oh mio Dio!) Comunque, la Credit Suisse è una grande banca, una banca importante, una delle più grandi banche della Svizzera, d portata mondiale. Era in crisi. È un segnale d’allarme. Tra l’altro, probabilmente non ve ne siete accorti, ora c’è disoccupazione anche nel settore bancario in America. Migliaia di migliaia di lavoratori del settore bancario sono stati licenziati, compresi gli alti dirigenti, in banche come Morgan Stanley e altre.
Quindi c’è questa crisi, ma il fattore principale con cui i borghesi possono attenuare la caduta del tasso di profitto, come spiegava Marx, è l’espansione del commercio mondiale. Una delle contraddizioni del capitalismo è che il mercato nazionale è troppo piccolo, troppo limitato per contenere i mezzi di produzione. E negli ultimi 30 anni, tre decenni o più, in particolare dopo la caduta dell’Unione Sovietica, con l’ingresso della Russia, della Cina e dell’India nel mercato mondiale, c’è stato un enorme aumento del commercio mondiale: l’apertura di nuovi mercati, di nuovi campi di investimento, la Cina ha giocato un ruolo importante in questo, ne parlerò tra poco. E questo è stato l’elemento principale che li ha fatti andare avanti, ha agito come ossigeno per il sistema. Ma ora anche questo ha raggiunto i suoi limiti e si è trasformato nel suo contrario.
Nessuna persona seria parla più di globalizzazione, e l’economia mondiale si sta disintegrando in una serie di nazioni e blocchi rivali, creando nuovi antagonismi. Tra l’altro, vedete, questo è grave, molto grave: è stato proprio il protezionismo la causa principale della grande depressione degli anni ’30, e il protezionismo è ora la regola, sta crescendo. Come in America, avete sentito lo slogan? “L’America prima di tutto!” Questo significa che tutti gli altri sono ultimi!
Non è solo Trump ad avere questo slogan, in realtà lo condividono tutti: “America First. Make America Great Again”, dicono. A spese del resto del mondo, naturalmente! È così che intendono risolvere i loro problemi. E alcune cose derivano anche da questo, come vedremo. Ci sono già gli elementi di una guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina, Usa che ora vedono la Cina come la principale minaccia: la principale minaccia globale agli interessi dell’imperialismo americano è il crescente imperialismo cinese, ecco cos’è, santo cielo.
La Cina soddisfa ogni singolo criterio di Lenin riguardo all’imperialismo, ogni singolo criterio! E la Cina e la Russia, anche l’imperialismo russo, sono visti dall’imperialismo americano come una minaccia diretta ai propri interessi, come vedremo più avanti in questa discussione.
Ciò significa che la globalizzazione si sta trasformando nel suo contrario, causando crisi colossali. E a proposito, tornando alla questione del debito, l’economia mondiale ora, come risultato di queste distorsioni create nel periodo precedente, perché di questo si trattava, che hanno distorto il normale meccanismo di mercato, si trova ad affrontare un’enorme montagna di debito. Ora, guardate fuori dalla finestra, cosa vedete? Montagne! Montagne bellissime! Le montagne sono cose meravigliose, chiedete ai compagni svizzeri o austriaci. Bei posti. Ma le montagne hanno un problema! Prima o poi subiscono delle valanghe, e lo stesso vale per le montagne di debito. Ci si può aspettare un crollo del sistema bancario in qualsiasi momento. L’unica domanda è quando e dove, tutto qui. Ma una volta questo crollo sarà iniziato, avrà effetti molto, molto gravi.
Tensioni e instabilità crescenti
Sulla questione delle guerre commerciali e delle contraddizioni tra le potenze imperialiste. Non si tratta solo di America contro Cina, non è l’unica, ma anche di America contro Europa. Non ne parlano. Anzi, per nasconderlo si utilizza la questione dell’Ucraina. In realtà la guerra in Ucraina ha fatto soprattutto emergere le contraddizioni tra Europa e Stati Uniti. Quello che gli americani vogliono fare è creare un cuneo, un muro tra l’Europa e la Russia, in particolare tra la Germania e la Russia, perché la borghesia tedesca ha guadagnato molto dai suoi legami con la Russia in passato. Petrolio russo a buon mercato, gas russo a buon mercato, tutte cose molto importanti per l’economia tedesca. Ora li hanno tagliati. Chi è stato a distruggere il gasdotto Nord Stream? Nessuno lo sa! Nessuno l’ha rivendicato. Io lo so, so benissimo chi è stato! Ci sono anche molte prove, è stato distrutto dagli americani con il supporto della marina norvegese, ecco chi è stato.
Hanno detto che sono stati i russi! Certo, è colpa dei russi per tutto, non è vero? È tutta colpa di Putin! La crisi è colpa di Putin! La guerra è colpa di Putin! Il maltempo è colpa di Putin! Se piove è colpa di Putin! Se nevica… infantile! È stata colpa degli americani. Perché i russi dovrebbero distruggere il loro stesso gasdotto? Non ha alcun senso!
Quello che gli americani vogliono fare è rafforzare la loro morsa sull’Europa, ecco cosa vogliono, e al momento ci stanno riuscendo. Ma questo non durerà. Se si guarda al recente vertice della NATO a Vilnius, sembrava una foto perfetta! Un’immagine affascinante di assoluta unità! “Siamo uniti in difesa dell’Ucraina e faremo questo, faremo quello e faremo quell’altro!”. Sì, ok. Questo era per il consumo pubblico, in privato credo che, se si guarda bene, non è difficile trovare prove che stanno intonando una canzone molto diversa, ma ci arriveremo dopo.
Per il momento, per dimostrare le crescenti tensioni tra l’America e la Germania, e tra l’America e l’Europa, convoco qui come testimone dell’accusa: Robert Habeck, vicecancelliere e ministro dell’Economia tedesco, che ha recentemente dichiarato quanto segue: “È come una dichiarazione di guerra!”. Di cosa stava parlando? Dell’invasione dell’Ucraina da parte di Putin? Forse delle minacce cinesi a Taiwan? Oh, no. L’obiettivo di Herr Habeck era molto diverso, il suo obiettivo erano gli Stati Uniti d’America, che hanno introdotto tutti i tipi di misure protezionistiche, agevolazioni fiscali, sussidi e così via a settori chiave dell’economia americana, a scapito dell’economia tedesca, dell’economia europea.
Ha detto e cito, ho tutto il discorso, citerò solo una cosa per darvi un’idea: “Gli americani vogliono avere i semiconduttori, vogliono l’industria del solare, vogliono l’industria dell’idrogeno, vogliono gli elettrolizzatori, la prossima volta vorranno le nostre donne!”. Questo, ha detto – questo è il ministro tedesco! – ha detto che è come una dichiarazione di guerra! E questo la dice lunga sulle crescenti tensioni tra America ed Europa.
Non voglio parlare troppo di economia, se non per ribadire che l’idea che l’aumento del tasso d’interesse riduca l’inflazione è una sciocchezza. Questi cosiddetti economisti hanno preso per oro colato i dati limitati di giugno e all’improvviso si sono aperti i cieli: “grazie Signore! Grazie Signore! L’inflazione negli Stati Uniti è scesa al 3%”, hanno detto. Può essere vero. Ci sono alcuni fattori: i prezzi dell’energia sono stati leggermente diminuiti, questo è un fattore importante. Questo però non durerà, sarà un fenomeno temporaneo, e il tasso di inflazione di fondo rimane ancora ostinatamente alto, ma non amano parlarne. Ripeto: non è l’aumento dei tassi di interesse che ha avuto un effetto sull’inflazione, o ne ha avuto uno molto minore. Ma ha altri effetti: riduce il tasso di profitto e riduce il potere d’acquisto delle masse, e questi elementi, insieme all’aumento dei tassi di interesse e ad altri fattori che ho citato, hanno un effetto combinato che è abbastanza chiaro. Stanno preparando la strada per un recessione molto importante. Naturalmente, quando c’è una recessione, i prezzi tendono a diminuire, non c’è dubbio. E anche in questa occasione i prezzi scenderanno, eccome! Così come caleranno i profitti, l’occupazione, il tenore di vita, le pensioni e molte altre cose. Si stanno preparando per un recessione su larga scala. Pertanto, l’intero sistema è in un certo senso sul filo del rasoio.
Non dirò altro sull’economia, probabilmente ho già detto troppo. Solo che Lenin diceva che la politica è economia concentrata. Ma devo dire che a volte ho l’impressione che alcuni compagni passino troppo tempo a scavare nell’economia, nelle cifre, nelle statistiche e così via. A volte ho l’impressione che lo confondano con le prospettive, ma non sono prospettive. Al massimo costituiscono l’ossatura di uno scheletro, ma è necessario mettere delle carne su quelle ossa. In definitiva, l’economia è decisiva, è vero. Ma l’unico interesse che abbiamo nell’analisi economica è l’effetto che ha sulla coscienza delle masse, l’effetto psicologico, l’effetto sulla coscienza.
Finora si potrebbe dire che i capitalisti l’hanno fatta franca, l’hanno scampata senza incappare in una seria rivoluzione, se così si può dire. Sono stati fortunati, sapete, sono come i giocatori d’azzardo in realtà, più che strateghi seri, e un giocatore d’azzardo se è in una striscia fortunata (ad esempio ha vinto ai cavalli per qualche settimana), pensa che questa sua striscia fortunata durerà per sempre. Quindi continuano sulla stessa linea. Qual è questa linea? È l’unica linea praticabile per loro. La strada verso il keynesianesimo è bloccata, anche gli imbecilli riformisti cominciano a capirlo ora, come quel bastardo di Starmer in Gran Bretagna, il cosiddetto leader del cosiddetto Partito Laburista. Attacca i conservatori per la loro crudeltà, che tutti possono vedere, ma quando gli si chiede: “Qual è la vostra politica?”. Fa una pausa, si gratta la testa, guarda in aria e poi dice: “Beh, dovremo fare delle scelte molto difficili”. Sapete bene cosa significa: che non si può più fare a meno di fare le stesse cose che fanno i conservatori. Torneremo sui riformisti più avanti.
È vero che quando perseguono questa politica, questo attacco ai lavoratori, non lo fanno per una questione ideologica come pensano gli idioti riformisti, non lo fanno per scelta: in realtà non hanno altra alternativa se non quella di far ricadere tutto il peso della crisi capitalistica sulle spalle dei lavoratori e della classe media (tra l’altro questo è un fattore nuovo). Ma questo ha delle conseguenze. Vedete, è una legge della fisica: la fisica ci dice che qualsiasi materiale, qualsiasi materiale naturale, ha dei limiti alla quantità di pressione che può sopportare, limiti precisi. Ora vi dico che ci sono limiti ben precisi alla pressione che i lavoratori possono sopportare. E questi limiti vengono raggiunti molto rapidamente, come vedremo, in un paese dopo l’altro.
C’è stato un tempo in cui il mio compito sarebbe stato molto facile, perché non c’era molto da fare nel mondo. Forse avevamo degli eventi che si svolgevano in questo o quel Paese, uno o due Paesi, e ci concentravamo su questi eventi: ora non è più così! Basta guardare l’intera situazione mondiale! Non c’è un solo regime borghese stabile nel mondo in questo momento, nemmeno uno! Non la Germania, non gli Stati Uniti, non l’Austria. Voglio dire che anche la Russia e la Cina non sono stabili. C’è una colossale instabilità. Lo si vede anche sul piano elettorale. Con violente oscillazioni a sinistra e a destra.
Se non si capisce cosa sta succedendo, come i gruppi settari stupidi che non capiscono nulla, come in Italia, si potrebbe dire: “Oh, è il trionfo del fascismo, guardate che i fascisti sono al governo!”. Ebbene, prendete l’Italia, la destra ha vinto grazie ai crimini della cosiddetta sinistra! I crimini dei riformisti, della cosiddetta sinistra. Goering diceva: “Quando sento la parola cultura, metto la mano alla cintura, prendo il revolver”. Ho una reazione simile quando sento le parole “sinistra”. Purtroppo non possiedo un revolver. Quale sinistra? Quale sinistra? L’unica funzione di queste cosiddette sinistre, di questi riformisti, è quella di demoralizzare i lavoratori e di preparare la strada, come la notte segue il giorno, alla vittoria della destra, naturalmente! E quando accadrà l’inevitabile, credo che negli Stati Uniti sia probabile, molto probabile, la vittoria di Trump. Anche se, come state vedendo, la classe dominante cerca disperatamente di impedirgli di vincere. Questo è un argomento a sé stante.
Un tempo l’America era stabile, molto stabile. Qualche anno fa, se avessi parlato dell’America come possibile teatro di una rivoluzione, la gente avrebbe pensato che fossi pazzo. “Cosa, l’America? Ma davvero l’America? No, no: basta guardarla!”Mi sono divertito quando gli americani, gli imperialisti, hanno fatto un gran chiasso sull’affare Prigozhin in Russia, perché la guerra in Ucraina non sta andando bene per loro, ce ne occuperemo tra poco. Esatto, quando Prigozhin ha inscenato il suo ammutinamento si sono sfregati le mani: “Oh, ci sarà una guerra civile in Russia!” Ebbene, non c’è stata nessuna guerra civile in Russia, ma vi dirò dove potrebbe esserci una guerra civile. È un po’ più vicino a casa nostra! Sono gli Stati Uniti. Oh sì, commentatori politici molto seri stanno commentando questo pericolo, la polarizzazione di massa.
In America c’è un’enorme polarizzazione tra ricchi e poveri, enormi sofferenze, senzatetto, disperazione, alla ricerca di un’espressione e di uno sfogo. Ho notato, ad esempio, che quando c’è stato il crollo di una banca, la Silicon Valley Bank, e Biden ha fatto un discorso, sembrava molto a disagio, ho pensato, molto a disagio. Ed è un democratico!
Ci si aspetterebbe che offra immediatamente sussidi governativi per salvare le banche. Non l’ha fatto, è stato molto cauto. Non credo che abbia menzionato una sola volta la parola sussidio o salvataggio. Come si può spiegare tutto ciò? Lo si può spiegare con l’enorme accumulo di malcontento nella società americana. Le masse hanno subito terribili attacchi al loro tenore di vita per lungo tempo, eppure vedono che le banche nuotano nel denaro, nuotano nei profitti. Si chiedono: “Perché diavolo stiamo dando soldi alle banche? Abbiamo bisogno di questi soldi per la nostra per la nostra gente, per gli anziani, per i malati, per i disoccupati”. Ecco perché Biden è stato così cauto al riguardo.
Ci sono limiti a tutto, e negli Stati Uniti, ad esempio, c’è un paradosso, un tremendo paradosso. C’è questo multimiliardario reazionario, Donald Trump, ovviamente è un reazionario, eppure è visto da ampi strati, soprattutto fra la classe operaia, dai poveri, in qualche modo come un personaggio anti-establishment: “Parla per me, parla in mio nome!”. E tra l’altro il pericolo implicito in questo è stato mostrato proprio dall’attacco al Campidoglio un paio di anni fa. Ecco perché cercano disperatamente di tenere Trump lontano dal potere. Credo che abbia un centinaio di cause contro di lui, o qualcosa del genere. Ma ecco lo scherzo, ecco il paradosso. Ogni volta che lo portano in tribunale il suo appoggio nei sondaggi aumenta! In effetti, ha fatto una dichiarazione circa una settimana fa e ha detto: “Un altro paio di processi come e sarò alla Casa Bianca!”. Sì, è divertente, sì, ma è molto sorprendente. Ciò che mostra è la profondità della crisi in America: economica, sociale e politica.
Ma questo è un argomento a parte che dobbiamo affrontare in America. Le prospettive americane devono essere approfondite nel dettaglio.
Europa in fermento
Ciò che è chiaro è che eravamo soliti dire che un’esplosione della lotta di classe è all’ordine del giorno, ecco cosa dicevamo. Ora non lo diciamo più. La lotta di classe è già un dato di fatto in un paese dopo l’altro. È vero che in alcuni Paesi ha un ritmo più veloce, in altri più lento, ma ecco un avvertimento per voi, un avvertimento che rivolgo a tutti i compagni presenti in questa sala. La situazione può cambiare radicalmente nel vostro Paese, non mi interessa quale sia, in 24 ore. E la coscienza dei lavoratori, delle masse, può trasformarsi in 24 ore, come è successo in Argentina. in realtà, credo nel 2001, se la mia memoria non mi inganna. Il presidente ha dovuto fuggire in elicottero dalla folla che stava attaccando il governo.
Ora si assiste all’inizio di queste lotte, soprattutto in Europa. In Europa, la lotta di classe è nella sua espressione più avanzata, e questo può cambiare, naturalmente, ma non mi scuso se mi concentro sull’Europa.
Prendiamo ad esempio la Francia. Qui c’è una situazione classica. Macron, tra l’altro, il grande riformatore; sì, ha fatto qualche riforma, per aumentare l’età pensionabile. A proposito, credo che credo che voglia portarla solo a 65 anni, non è vero? No. a 64! Quanto è in Gran Bretagna? 66 anni, e vogliono portarla a 68! Questo vi dice tutto quello che sul futuro del riformismo.
Ma vedete, quando vengo alla questione delle oscillazioni, proprio così, le violente oscillazioni dell’elettorato. Cosa sono queste oscillazioni? Rappresentano le masse di tutto il mondo che cercano disperatamente di trovare una via d’uscita da questa crisi, e quindi ci sono queste oscillazioni violente. Innanzitutto le masse mettono alla prova i riformisti, per vedere cosa faranno. Quando vedono la realtà del riformismo, oscillano a destra, per vedere cosa faranno questi ultimi.
Tra l’altro in Italia penso che [il governo di destra] sia finito, dispone comunque una base molto ristretta, e qui in Italia la borghesia ha bisogno di tagli profondi, di tagli profondi. E quindi la borghesia italiana ha bisogno di un governo stabile. Ma penso che dovreste cambiare l’inno nazionale italiano, che non ricordo mai quale sia: non è un inno nazionale molto bello, credo. Quello francese è molto meglio. Anche quello gallese è molto meglio. Ma dovrebbero cantare quello che canta Donald Trump. Sapete cosa canta Donald Trump? “Non si può sempre ottenere ciò che si vuole”! I borghesi italiani non riescono ad avere un governo stabile! Una coalizione instabile dopo l’altra. E bloccati sul fronte politico, i lavoratori italiani seguiranno l’esempio dei lavoratori francesi. Scenderanno in piazza, oh sì! E che movimento meraviglioso c’è stato in Francia, dimenticate che sembra passato tanto tempo, non è stato tanto tempo fa. Un grande movimento di scioperi e manifestazioni. Credo sia durato circa quattro mesi. Abbastanza a lungo! Manifestazioni enormi! Tra l’altro, il 75% della popolazione si è opposta a questa misura del governo, e Macron aveva vinto le elezioni con solo il 25%, se la memoria non mi inganna. E questo dimostra il reale stato delle cose.
Ora, vedete – e tra l’altro, potete vedere il potere dei lavoratori effettivamente svelato, inconsciamente, anche da Macron, che si è lamentato all’inizio del movimento e ha detto: “un piccolo gruppo di lavoratori del petrolchimico ha, di fatto, paralizzato, o rapito la nazione”. Ha detto più di quello che avrebbe dovuto dire. E comunque, questa è la risposta a tutti quegli scettici e cinici che si definiscono “di sinistra”. Non sono affatto di sinistra, ma reazionari. Dicono: “La classe operaia è molto più piccola di quella che era una volta, la classe operaia non esiste in realtà”. La classe operaia non esiste? Non so perché non siamo seduti al buio: qualcuno ha acceso le luci, non so chi sia stato, qualche idea? Forse è stato Dio? Oh no, domenica era ieri.
Quello che Macron diceva, ed è vero, è che nell’economia moderna anche un piccolo gruppo di lavoratori, come quelli del petrolchimico o, per seguire il mio esempio, quelli dell’elettricità o quelli delle banche, uno qualsiasi di questi settori può paralizzare l’intera economia nel giro di un paio d’ore. Un solo settore può mettere in ginocchio il governo. Questo dimostra la forza colossale della classe operaia!
Una volta che questa stessa classe sia mobilitata e guidata, questo è il punto, per la presa del potere. Sì, ma questo è oggettivamente vero, oggettivamente hanno questa forza, ma il fattore oggettivo non è sufficiente a garantire la vittoria. Così come in guerra, il fatto di avere un esercito più numeroso, composto da soldati coraggiosi, non fa vincere la guerra. Se non si dispone di generali competenti e di uno stato maggiore competente, si perde a prescindere dal numero di forze a disposizione. E la forza dei lavoratori francesi, che è molto grande, e il morale era straordinario, tutto ciò è stato completamente pregiudicato dalla leadership, dai leader sindacali in particolare, dai leader della CGT in particolare.
Ora sembra che Macron abbia vinto, ha fatto passare questa misura antidemocratica con mezzi antidemocratici, che è diventata legge, quindi i lavoratori hanno perso. Sì, ma non è la fine della storia. Con le sue azioni Macron ha esposto, in modo molto efficace, agli occhi di milioni di persone, la disgustosa frode della cosiddetta democrazia borghese. È una menzogna, un inganno e una frode, e le conclusioni saranno tratte, e sono state tratte, da tutto ciò.
La fiducia nell’establishment, in tutti i Paesi, nella legge, nella politica, nei parlamenti, nei governi, nei giudici, in tutto, è messa in discussione, come non accadeva prima, e la gente sta traendo le proprie conclusioni. In Francia ci sarà un enorme accumulo di rabbia, frustrazione, rabbia, amarezza, vedremo cosa succederà alle prossime elezioni. Ma non svilupperò ulteriormente la questione, se non per dire che ciò che mi interessava particolarmente erano gli effetti all’interno dei sindacati. In particolare all’interno della CGT. La CGT era controllata dal Partito Comunista, dagli stalinisti, era molto disciplinata, non si votava contro la direzione della CGT. Dopo questo tradimento, per la prima volta nella storia, il Congresso della CGT ha votato contro la direzione, che è stata sconfitta e ora si è sviluppata un’ala sinistra di massa all’interno della CGT. Credo che sia basata in una delle federazioni vicino a Marsiglia, non ne sono sicuro, ma è comunque a livello nazionale. C’è una lezione qui, pensateci. Quei compagni che pensano: “Oh, i sindacati sono reazionari, sono guidati da dirigenti di destra”, un fatto perfettamente vero. “Non cambieranno mai!” Questo è falso! Assolutamente falso. E tra l’altro, se questo argomento fosse vero, anche la rivoluzione sarebbe impossibile. Perché se si dice una cosa del genere, la crisi del capitalismo non avrebbe alcun effetto sulla coscienza dei lavoratori. Ma l’esempio della Francia dimostra in modo decisivo che non è così.
Gli sviluppi in Gran Bretagna sono simili. In Germania, a proposito, cosa succede? Non succede mai nulla in Germania? Sbagliato di nuovo! Il governo tedesco ha appena approvato un programma di austerità, con tagli selvaggi, 30 miliardi di euro di tagli. Nella sanità, nell’istruzione, in tutto, tranne che in una cosa: la difesa! La difesa non è stata tagliata. I soldi vanno all’Ucraina, e anche questo avrà delle conseguenze. Mi ricorda un po’ quello che disse Goering. Disse, e cito: “Le armi prima del burro, le armi ci renderanno grandi, il burro ci farà solo ingrassare”. Beh, lui dovrebbe saperlo perché era un gentiluomo piuttosto corpulento. Ma anche in Grecia ci sono stati scioperi. In Canada, scioperi degli assistenti didattici in Ontario, scioperi di 100.000 dipendenti pubblici, di 7.000 medici sulla costa occidentale e negli Stati Uniti, questo grande movimento negli Stati Uniti è un’espressione della colossale rabbia e frustrazione che esiste. E c’è una cosa, un aspetto che mi colpisce, che è diverso in questi scioperi ed è l’alto livello di partecipazione dei lavoratori. C’è molta più pressione dal basso rispetto al passato, e questo è il riflesso di un cambiamento di coscienza. Non è un’astrazione, non può essere un’astrazione: è un fatto che la gente è così disgustata, così scontenta, che partecipa ed esprime con forza le proprie opinioni. E quindi anche la crisi dei sindacati è matura, come la notte segue il giorno. Prevedo che la vecchia generazione di leader sindacali di destra andrà in pensione con un sacco di soldi, oppure verrà contestata, cacciata e sostituita, in primo luogo non dai marxisti, ma da elementi di base più radicali e militanti, più disposti a riflettere l’umore, il vero umore della classe operaia.
E qui c’è un altro errore che credo i compagni facciano spesso: non si può capire cosa sta succedendo solo dall’alto o mettendosi di lato, a quanto pare. Bisogna vedere il vero stato d’animo che c’è alla base della società, dove c’è un fermento colossale che prima o poi deve esprimersi e, a proposito, trascuriamo i sindacati a nostro rischio e pericolo. Non fraintendetemi, abbiamo fatto bene a concentrarci sui giovani, è vero, continuiamo a concentrarci sui giovani. Ma sempre più entreremo in contatto, attraverso il nostro lavoro, attraverso le nostre attività, con un settore di giovani della classe operaia. Nelle fabbriche, negli uffici, nei call center, fra i fattorini, una categoria molto sfruttata, e questa è la chiave per lavorare nei sindacati.
La catastrofe ucraina
Ora devo passare alla questione dell’Ucraina, che ora gioca un ruolo chiave nelle prospettive mondiali. E dobbiamo analizzarla molto da vicino. Vedete, un elemento chiave è il conflitto tra l’imperialismo americano e l’imperialismo russo. È giusto usare questa espressione. Quali interessi hanno gli imperialisti americani in Ucraina? È una domanda a cui bisogna rispondere prima di fare il primo passo. Qual è il loro interesse? Qual era il loro interesse in Iraq? Era molto chiaro: oltre a sbarazzarsi di Saddam Hussein, era il petrolio, volevano impossessarsi del petrolio, Dick Cheney non l’ha mai nascosto. Tra l’altro, non ha funzionato molto bene. Ma in Ucraina non c’è petrolio. L’Ucraina ha pochissime materie prime a cui gli Stati Uniti dovrebbero essere interessati. La sua esportazione principale è il grano, in diretta concorrenza con gli agricoltori americani. Ma hanno un interesse fondamentale: usare, cinicamente usare l’Ucraina per attaccare la Russia, indebolirla economicamente e militarmente e, se possibile, distruggerla. E questo è perfettamente logico se lo si osserva, a causa di quello che ho detto prima: L’imperialismo statunitense, sia chiaro, oggi ha due nemici principali nel mondo, che sfidano i suoi interessi a livello globale. In primo luogo la Cina, ma anche la Russia.
Sì, ma Biden avrebbe voluto applicare questo piano di condotta, è vero, ma francamente non sta andando molto bene, no? Non sta andando affatto bene! E cominciamo con l’aspetto economico. Alcuni compagni dicono: “Ah sì, ma la guerra è molto redditizia!”. In un certo senso è vero. Come disse una volta, questo pacifista a Lenin, quando lo andò a trovare a Londra durante la Prima guerra mondiale, dicendo, scuotendo la testa: “La guerra è terribile”. Lenin scrollò le spalle e rispose: “Sì, terribilmente redditizia”. Questa è la risposta sufficiente agli idioti moralisti. Non si può adottare un atteggiamento moralistico nei confronti della guerra. La guerra è guerra. Clausewitz l’ha detto molto bene. Lenin amava molto questa citazione di Clausewitz. Diceva, e questo è importante che tutti lo capiscano: “La guerra è solo la continuazione della politica con altri mezzi”. È tutto qui. Se lo capite, avete capito tutto quello che c’è da sapere. Tra l’altro, proprio per questo motivo, noi marxisti non abbiamo una politica per la pace e una politica completamente diversa per la guerra, oh no. La nostra politica in tempo di guerra è solo una diretta continuazione della nostra politica in tempo di pace con altri metodi, tutto qui.
Sì, ma ora devo dire che gli americani hanno migliorato Clausewitz. Lui diceva che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, gli imperialisti americani ora dicono: “L’economia è la continuazione della guerra con altri mezzi”. Oh sì, questa è la loro politica. In passato, nel XIX secolo, se l’imperialismo britannico aveva un problema inviava una cannoniera. È una cosa all’antica. Al giorno d’oggi, se gli imperialisti americani hanno un problema con un particolare governo o leader, o altro, quest’ultimo riceve una lettera dal Dipartimento del Commercio americano, che in tante parole dice qualcosa del genere: “È meglio che cambiate idea, subito, o distruggeremo la vostra economia!” Questo è ciò che fanno!
Guardate la condotta degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina. In teoria non sono in guerra con la Russia, in pratica lo sono. Quindi usano l’arma economica: le sanzioni, che avevano lo scopo di mettere in ginocchio l’economia russa e di paralizzare lo sforzo bellico di Putin, come ha detto Biden. Ha funzionato? No, è stato un fallimento spettacolare e umiliante. Non ho portato le cifre, cercatele voi stessi. Il commercio della Russia con il resto del mondo è in piena espansione! Con la Cina, naturalmente, con l’India, con la Turchia, credo sia aumentato del 300% o qualcosa del genere. E con molti Paesi del cosiddetto Terzo Mondo, in Africa e in America Latina. Tra l’altro, la Russia è molto popolare in questi Paesi, l’America no, ma ne parlerò più avanti.
Quindi dal punto di vista economico ha fallito. Ha avuto qualche effetto? Sì, ha avuto qualche effetto sull’economia russa, non c’è dubbio, ma l’effetto più dannoso è stato in Occidente e in America, nel bel mezzo di una grave crisi economica. Guardate l’effetto della guerra, che ha avuto un effetto massiccio nell’aumento dell’inflazione, un effetto massiccio. È anche un colossale salasso. E per favore, non giungete a conclusioni frettolose. Ho sentito alcuni compagni esprimere l’idea, ma si sbagliano, che l’America continuerà in questa strategia a lungo, che spenderà tanto denaro, che resterà: no, no. Lasciate che vi spieghi meglio, cari amici, leggete le mie labbra: L’America ha risorse enormi, sì, ma non illimitate. Non illimitate. E i limiti stanno diventando chiari. Zelensky chiede sempre più armi. Ora vedo che gli americani gli stanno inviando bombe a grappolo. Sono armi terribili, non dovrebbero esistere. Credo che siano formalmente vietate, non che questo faccia differenza, ovviamente. Ma il motivo per cui stanno inviando queste bombe a grappolo è molto semplice: non possono, non hanno le scorte per inviare le armi convenzionali di cui gli ucraini hanno bisogno e le relative munizioni.
Quindi, da un punto di vista economico la guerra è un terribile salasso, e da un punto di vista militare è un disastro completo e assoluto. E la crudele realtà è rivelata ora dalla cosiddetta controffensiva ucraina. Zelensky ha parlato di questa offensiva, non so, per mesi e mesi e mesi. Non si è mai concretizzata. E questo fornisce ai russi tutto il tempo per preparare il terreno, per solidificare la loro linea di difesa, e non c’è alcun effetto sorpresa. La sorpresa è un elemento importante se si vuole attaccare. Nessuna sorpresa: i russi li stavano aspettando, con tutta la loro artiglieria, i droni, i razzi e i missili.
Tra l’altro, uno dei più grandi errori che si possano commettere in una guerra è quello di credere alla propria propaganda. Joe Biden sembra non abbia tutte le rotelle a posto, e crede alle sciocchezze propagandistiche che legge nei rapporti che riceve dal suo Dipartimento di Stato. Lo ha ripetuto così spesso: sapete qual è la linea! “La Russia è debole, noi siamo forti, i russi non hanno buoni generali, noi abbiamo buoni generali, i russi hanno finito i missili, noi ne abbiamo in abbondanza”. È tutta una favola. Gli inglesi sono ancora più stupidi, se possibile. L’MI5, è un dato di fatto, a gennaio ha detto: “Oh, i russi hanno finito i missili e abbiamo notizie affidabili che stanno combattendo a Bakhmut con le vanghe!”. Beh, posso solo dire che sono vanghe molto potenti. E con cosa bombardano Kiev, con le vanghe? È da bambini credere a queste sciocchezze. Il fatto è che è un dato di fatto, l’America lo ammette, l’Occidente lo ammette ora: non sono i russi a corto di missili e munizioni, sono gli ucraini!
Uno di questi imbecilli, che dirige un think tank, uno dei numerosi think tank o come mi piace chiamarli “stink tank” (“gruppo puzzolente”), un esperto britannico, così noto che ho dimenticato il suo nome, ha detto: “Ah, questi valorosi ucraini, dovete dare loro credito per il coraggio! Hanno fatto qualcosa che nessun altro nella storia ha mai fatto, ha mai tentato!”. Leggendo queste righe, mi sono detto: “Da quale pianeta è sceso questo individuo?”. È vero che nessun altro ha mai tentato di fare questo, e c’è una buona ragione per questo. Guardate, pensate: è per questo che avete questo piccolo oggetto sopra la gola e l’attaccatura dei capelli, sapete: per pensare! Pensare! E comportarsi di conseguenza. Sentite, perché qualcuno dovrebbe mandare un esercito enorme, con migliaia di soldati e carri armati e armi, attraverso un territorio aperto, senza ripari, contro forti linee di difesa, senza copertura aerea? È vero che non è mai stato tentato prima, perché non è solo un piccolo errore, è assolutamente una follia! È una follia! E i risultati sono evidenti.
A proposito, devo parlare di queste armi miracolose. Sapete: “Abbiamo queste armi moderne, armi sofisticate, che faranno la differenza”, ricordate quella frase? “Faranno la differenza in questa offensiva”. Sì, carri armati Leopard dalla Germania, meravigliosi! Che cosa è successo? Sono stati spazzati via nel giro di poche ore, intrappolati in campi minati e poi fatti a pezzi dall’artiglieria, dai droni e dagli elicotteri russi. Perdite terribili. Una sola unità ucraina, quella che ha ricevuto il maggior numero di carri armati Leopard, ha perso un terzo dei suoi carri Leopard nel giro di un paio d’ore. E Der Spiegel ha pubblicato un articolo interessante, che i compagni avranno letto, in cui si diceva che gli equipaggi dei carri armati Leopard si rifiutavano di andare in battaglia, perché dicevano che i carri avevano ogni tipo di guasto tecnico. Non potevano riparare questi guasti e non avevano un manuale, quindi dovevano andare su YouTube, che purtroppo era in tedesco e quindi non potevano comprenderlo. Questo è stato pubblicato su Der Spiegel!
Non so se questi difetti tecnici fossero reali o immaginari. Credo che questi equipaggi non fossero molto entusiasti di andare in battaglia in queste condizioni. Perché le perdite umane, i morti e i feriti – non pubblicano le cifre, ovviamente – sono state veramente orribili, veramente orribili. Questo dimostra il cinismo degli americani e di tutti gli altro, che non si preoccupano del numero di persone uccise. La cosiddetta offensiva è stata stroncata. Quanto territorio hanno conquistato? In alcuni punti cinque miglia, in altri un miglio: niente! Hanno subito perdite terribili. Ecco perché ora devono ricorrere a trovate come l’invio di alcuni droni che attaccano Mosca, il Cremlino, le navi nel Mar Nero, queste sono trovate per dimostrare che sono ancora in grado di fare qualcosa. E qual è stata la scusa dello Stato Maggiore ucraino? Non si poteva credere ai propri occhi: “Oh, è stato terribile! Questi russi! Questi terribili russi, minano il terreno! E fortificano le difese, non è giusto!”.
Ok, domanda: gentiluomini di Kiev, non eravate a conoscenza del fatto che avevano messo delle mine? Che avevano una linea di difesa fortificata? Perché avevano tutto il tempo di farlo? Un silenzio assordante. Rispondo: certo che erano al corrente, ben al corrente! Ed erano ben disposti a mandare questi poveri disgraziati a morire in una missione suicida. Perché l’hanno fatto? Non ha senso dal punto di vista militare. Ha un senso politico, o dovrebbe avere un senso politico. Perché l’Ucraina ora dipende interamente dall’imperialismo americano: economicamente e per gli aiuti militari, e deve ottenerne ancora di più. Ma ripeto: c’è un limite a ciò che l’Occidente è disposto a fornire, o può fornire. E si stanno un po’ stancando di questa guerra in Ucraina, potete crederci. Nonostante tutta la retorica sul fatto che siamo “tutti uniti per l’Ucraina” e tutte queste sciocchezze.
Vi faccio un esempio: Ben Wallace, sapete chi è? È un personaggio insignificante, ma è stato il Ministro della Difesa britannico, fino a poco tempo fa, ed è dichiaratamente uno dei falchi più feroci, filo-ucraino, anti-russo. Qualche settimana fa ha dichiarato: “Quando sono andato a Kiev l’ultima volta, mi hanno presentato una lunga lista della spesa”, questa è stata la sua espressione, non la mia, “una lunga lista della spesa per le armi”. Ben Wallace era così stupito che ha detto: “Chi pensate che siamo, Amazon?”. Da allora si è dimesso. Ma il fatto è che gli ucraini si trovano ora in una posizione molto difficile. E gli imperialisti dietro le quinte, è meglio crederlo, stanno facendo pressione su di loro: “Dovete negoziare un accordo”. Tutte le guerre finiscono sempre con un negoziato. Ma il problema è: cosa ha Zelensky da portare al tavolo dei negoziati? Niente, quindi vuole continuare, non so se lo voglia, ma i suoi generali vogliono continuare. Ma ci sono notizie che arrivano ora, ce n’era una molto interessante su un giornale ucraino l’altro giorno ma non l’ho riportata, che c’è una stanchezza da guerra in Ucraina. La gente è stufa. E quindi prima o poi dovranno negoziare, Putin ha detto di essere disposto a negoziare: certo, ma negozierà da una posizione di forza.
Ora sono d’accordo con i compagni russi, è impossibile essere precisi su come andrà a finire. Impossibile, non ci proverò. Se non per dire ciò che è chiaro: il tempo sta per scadere per l’Ucraina, e prima o poi ci sarà un accordo, e prevedo che non sarà affatto di gradimento degli ucraini. Ma questo è un altro discorso, dobbiamo essere in grado di continuare a osservare la situazione, che è un’immagine in movimento.
Il dovere, il dovere assoluto dei comunisti in Occidente è quello di condurre una lotta spietata contro l’imperialismo americano e la NATO. Naturalmente, non si tratta nemmeno di sostenere Putin e gli imperialisti russi. Anche loro sono gangster ,di altro tipo. E la classe operaia non può aspettarsi nulla di positivo da Putin e dalla sua banda. In Russia i compagni hanno condotto una lotta corretta per smascherare e attaccare Putin, e questo è corretto, assolutamente corretto e necessario. E penso che sia altrettanto necessario attaccare e smascherare Zyuganov e i cosiddetti leader del cosiddetto Partito Comunista, che hanno tradito la causa di Lenin e quindi è importante.
Ma c’è solo un problema, una complicazione: la classe operaia russa in questa fase, direi la grande maggioranza dei lavoratori russi, sostiene la guerra. Ora, questo significa che noi diciamo che gli operai russi sono traditori sciovinisti, come Zyuganov e Putin? No, non significa nulla del genere. La classe operaia russa non è entusiasta di questa guerra, ma l’accetta con riluttanza a causa di un profondo odio nei confronti dell’imperialismo statunitense e della NATO. E in ciò hanno assolutamente ragione, totalmente ragione. Il problema del cosiddetto movimento contro la guerra in Russia, che ora è molto debole è che è stato guidato fin dall’inizio dai liberali russi. Liberali borghesi che sono sostenuti dalla NATO e dall’Occidente. E la questione è, compagni, che dobbiamo stare molto attenti, questa è una cosa importante, a non lasciare alcun indizio che in qualche modo siamo a favore di questa gente. Perché se facciamo questo saremmo finiti per quanto riguarda i lavoratori russi. Dobbiamo quindi elaborare tattiche intelligenti e adeguate alla situazione.
Detto questo, ho notato che durante l’affare Prigozhin, Putin è uscito allo scoperto, attaccando la Rivoluzione russa, in particolare la Rivoluzione d’Ottobre, a cui ha addebitato tutti i problemi della Russia, delle sconfitte nella guerra e così via. L’ho trovato molto interessante da due punti di vista. Innanzitutto smaschera completamente questo gangster, che non ha nulla in comune con i progressisti, i rivoluzionari, i socialisti o cose del genere. Dico questo perché alcuni degli stupidi stalinisti occidentali sostengono Putin, una posizione controrivoluzionaria. Ma soprattutto, perché Putin ha sentito il bisogno di menzionare la Rivoluzione d’Ottobre? Putin è il rappresentante reazionario dell’oligarchia, l’oligarchia controrivoluzionaria, che nonostante tutto vive nella paura di un nuovo Ottobre russo. E a un certo punto sono convinto che questo avverrà, è implicito nella situazione.
Spostamenti tettonici nelle relazioni mondiali
Ora il tempo a mia disposizione si sta esaurendo, ma dobbiamo occuparci brevemente delle relazioni mondiali, perché questa guerra ha avuto effetti profondi nel cambiare queste relazioni mondiali, ed è un po’ come i cambiamenti che avvengono in geologia nelle placche tettoniche. Che, come i compagni sanno, questi movimenti tettonici provocano esplosioni, terremoti. Il futuro ora è molto più instabile di quello che è stato dopo la Seconda guerra mondiale. Siamo di fronte a un periodo di guerre, rivoluzioni e contro-rivoluzioni.
Ora, non ho tempo di occuparmi in dettaglio delle relazioni mondiali, se non per dire che l’imperialismo americano, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, si è davvero montato la testa, è stato davvero posseduto da quella che i greci chiamavano hubris: tracotanza! Perché a quel tempo gli Stati Uniti erano l’unica superpotenza del mondo. Ora le cose sono cambiate.
Prima di affrontare questo argomento, devo parlare brevemente della Cina, fin troppo brevemente, perché la Cina è un altro Paese importante. E anche in questo caso si vede come le cose si trasformino nel loro contrario. La Cina, l’economia cinese, è stata una delle principali forze motrici, che ha spinto in avanti l’economia mondiale per decenni, aprendo campi di investimento e mercati, ma ora tutto ciò si è concluso. L’economia cinese sta rallentando rapidamente. Credo che le ultime cifre, quelle ufficiali, per il primo trimestre di quest’anno si aggirino intorno allo 0,3% o qualcosa del genere. Sull’economia cinese incombe anche l’enorme problema del debito, lo stesso problema di debito che ho menzionato. E la classe dominante cinese è ovviamente molto preoccupata. Prendiamo solo un elemento: c’è stato un allarmante aumento della disoccupazione giovanile, credo che ufficialmente si aggiri intorno al 23% o al 29%, o sbaglio? Una delle due percentuali nelle città e nelle metropoli, ma sarà molto più alta nelle campagne. E sono preoccupati per questo, e ci devono essere di nuovo le voci di un enorme malcontento, che si riflette negli scioperi, una grande ondata di scioperi nei primi quattro mesi di quest’anno, credo che il numero di scioperi sia triplicato, aumentato di tre volte. Si tratta di scioperi combattivi, oltre a un’ondata di proteste rabbiose contro le misure repressive eccessive legate al COVID. Scioperi e sommosse sono scoppiati in tutta la Cina, scioperi molto combattivi, e ciò che ho notato è la rapidità con cui il governo ha capitolato. Ha ceduto immediatamente alle richieste dei lavoratori, un fatto insolito, direi senza precedenti. Questo dimostra che lo sviluppo in Cina va nella direzione della rivoluzione. Dobbiamo essere preparati a sviluppi improvvisi. In Cina le esplosioni avverranno quando meno te lo aspetti, prevedo che ora, a causa della natura totalitaria dello Stato, non ci sarà alcun preavviso, e quindi dobbiamo essere preparati a questo.
Torniamo ora alle relazioni mondiali. L’America si trova ora di fronte a due potenti rivali: Russia e Cina, e di recente ho letto un articolo di un tale Larry Summers, ex Segretario del Tesoro americano, che sa di cosa parla. E ha richiamato l’attenzione, sottolineando la crescita dell’influenza della Russia e della Cina in molti Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. La Cina è ora il principale partner commerciale di tutta l’America Latina, alle spalle dell’America. E ciò che Summers ha detto, ho l’intera citazione ma non ho il tempo di riportarla, ha detto: “Diciamo che la Russia è isolata. La Russia non è isolata. L’America è isolata”. E ha assolutamente ragione. Ora hanno grossi problemi in Medio Oriente, in Asia, in Africa e un’illustrazione grafica di ciò è il recente colpo di stato in Niger.
Il Niger era in precedenza una colonia francese, ma in tutta l’area, chiamata Sahel, sono cresciuti il malcontento e la rabbia contro l’imperialismo francese, in particolare contro l’imperialismo francese e americano. Ciò ha portato a una serie di colpi di stato, questo è solo l’ultimo. In precedenza c’erano stati colpi di stato in Mali, Burkina Faso e Guinea. E questo è statosicuramente visto, nel vertice della NATO, come uno sviluppo della massima gravità, come una minaccia. Il presidente, Mohamed Bazoum, credo si chiami così, è un tirapiedi della Francia, è stato deposto, e ancora una volta ciò riflette in tutta l’area una rabbia colossale contro l’imperialismo francese e americano. Gli imperialisti stanno cercando di spingere gli Stati africani a intervenire militarmente, non osano intervenire da soli. Non si possono avere grandi uomini di razza bianca che si intromettono in un luogo come questo, che farebbe davvero piacere agli abitanti! Così l’ECOWAS, credo si chiami così, questo blocco guidato dalla Nigeria, ora minaccia di intervenire, non so se sia già intervenuto. Credo che abbiano dato un ultimatum che doveva scadere ieri. Non ho visto i giornali di oggi. Ma vedete, se lo faranno, questo provocherà un fermento colossale e movimenti in tutto il Sahel, statene certi. In Senegal, ad esempio, uno dei Paesi coinvolti, che dovrebbe inviare truppe in Niger, già al primo accenno a questa idea le masse sono scese in piazza con proteste e manifestazioni.
Ma in realtà tutta l’Africa e il Medio Oriente sono in fermento. Ci sono sviluppi molto interessanti in Arabia Saudita, che è stata di fatto una marionetta degli Stati Uniti dal 1945. Ha sempre sostenuto l’imperialismo americano. Ora non più! Non più: Muhammad bin Salman ha fatto un accordo con Mosca per limitare la produzione di petrolio, sia loro che i russi vogliono prezzi del petrolio più alti, eppure gli americani stavano facendo forti pressioni sui sauditi per aumentare la produzione di petrolio. Ma questi ultimi li hanno sfidati. In Siria, che è stata una sconfitta per l’imperialismo americano, grazie all’intervento russo, gli Usa tra l’altro pensavano di rovesciare Assad. Hanno fallito e ora i sauditi, se permettete, insieme ai russi e ai cinesi, hanno negoziato un accordo per far rientrare Assad nella comunità araba. Questo è un affronto diretto all’imperialismo americano. Incredibilmente e ancora peggio, i sauditi hanno fatto un accordo con Russia e Cina per ricucire le relazioni con l’Iran. Tra l’altro, questo isola completamente Israele, che ora deve essere l’unico punto di appoggio su cui gli americani possono contare. Non ho tempo di occuparmi degli eventi in Israele, ma anche lì si assiste a manifestazioni di massa per motivi politici, sui quali non ho tempo di soffermarmi.
Giovani e lavoratori radicalizzati in cerca di comunismo
Purtroppo il mondo è molto grande. Non ho più tempo. Einstein dice che il tempo è relativo, ma non è la mia esperienza. Dirò solo questo: i pochi eventi, che ho cercato telegraficamente di trasmettervi, rappresentano senza dubbio un cambiamento storico fondamentale su scala globale. È qualcosa di diverso, che ci riguarda. Vedete che ci saranno movimenti rivoluzionari. Lo avete già visto in Sri Lanka e in Iran l’anno scorso, ma vedete, oggettivamente, stiamo parlando di fattori oggettivi. La situazione è marcia, matura per una rivoluzione proletaria mondiale. Ci sono le condizioni giuste, tutte le condizioni ci sono, sono presenti, tranne una. Manca un fattore, ma è un fattore decisivo, perché la situazione oggettiva da sola non è sufficiente a garantire il successo.
Ho accennato di sfuggita al completo fallimento dei riformisti. Non hanno nulla da offrire. Anche le cosiddette sinistre, è interessante notare: nella prima ondata di radicalizzazione dopo il crollo del 2008, la prima ondata ha portato in primo piano quelli che si potrebbero definire i riformisti di sinistra, o almeno alcuni leader che si sono espressi in termini molto radicali. Lo si è visto in Grecia, con SYRIZA e Tsipras. Lo abbiamo visto in Spagna, con Podemos e Iglesias. Lo abbiamo visto negli Stati Uniti con Bernie Sanders. E in Gran Bretagna con Corbyn, ma in ogni singolo caso si è visto il fallimento assoluto della cosiddetta sinistra, la sinistra riformista. Perché? È stato a causa del loro fallimento personale? Beh, la vigliaccheria personale senza dubbio ha giocato un ruolo. Ma non è questa la vera spiegazione. La vera ragione è che tutte queste cosiddette sinistre, senza eccezioni, sono davvero d’accordo con la destra sul punto più essenziale, centrale. Tutti accettano l’inevitabilità del capitalismo, accettano il sistema esistente.
Sapete, compagni, la politica ha una certa logica ferrea: se dite A, dovete dire B, C e D. Se accettate l’esistenza del sistema capitalistico, il dominio dei banchieri e dei capitalisti, allora come la notte segue il giorno, dovete accettare le leggi del capitalismo. Non c’è dubbio. Non c’è quindi alcun mistero: il tradimento è implicito in tutte le forme di riformismo, compreso quello di sinistra. Direi soprattutto nel riformismo di sinistra. Non è una questione di carattere personale, è scritto nel loro DNA. E quindi si vede quello che è successo in Spagna, in Grecia, in America e in Gran Bretagna.
Prendiamo la Gran Bretagna come esempio. Jeremy Corbyn, se avesse voluto, aveva tutte le possibilità di trasformare l’intera situazione in Gran Bretagna. La sua elezione alla guida del Partito Laburista ha portato letteralmente milioni di persone all’attività politica. Il Partito Laburista si stava trasformando, al punto che persino i borghesi, nella loro stampa, dicevano apertamente: il Partito Laburista è perduto! Il Partito Laburista era morto, ma dal loro punto di vista. E questo sarebbe dovuto accadere se Corbyn avesse avuto il coraggio di portare avanti un’epurazione dell’ala destra, una rottura completa con la destra del Partito. Ma ne era terrorizzato. Sapete, tutte questi dirigenti della sinistra gridano: “Unità! Unità! Unità!”. Sì, tutti buoni amici insieme. Nel momento in cui la destra ha preso il controllo, cosa ha fatto? Lo hanno espulso! Nessuna discussione, nessun processo, niente di niente: hanno espulso l’intera sinistra, tutti quanti. Anche le persone che non sono di sinistra, che si oppongono alla destra. E ora il Partito Laburista, per il momento, è solidamente sotto il controllo della destra.
Chi è responsabile di questo? Ve lo dico io: Jeremy Corbyn è responsabile. Cosa sta facendo ora? Vi darò tre possibilità. No, non indovinerete mai. Sta scrivendo un volume di poesie! Che spero sinceramente abbia più successo della sua incursione in politica. Sì, ma vedete, potreste dirmi: “Beh, Alan, finora tutto male”. Io invece dico: finora tutto bene!
Sapete, guardate: nella Marina britannica c’è un comando, non so se i traduttori possono tradurlo: sgombrare i ponti per l’azione! Liberate i ponti da tutti i rifiuti, stiamo andando in battaglia. Sì, dico io: qual è il significato di questo periodo che abbiamo appena vissuto? È un periodo di preparazione, un periodo dove ci siamo liberati di tutti i rifiuti in modo spietato, che apre la strada a un’autentica tendenza marxista, a un’autentica tendenza comunista. Lo si vede in Spagna. Tra l’altro, ci rallegriamo della presenza di compagni della Catalogna, dei comunisti catalani, del Movimento socialista della Catalogna. La costituzione del Movimento socialista in Spagna è di enorme importanza. Guardate Pablo Iglesias, l’ho incontrato diverse volte a Caracas, prima che fosse famoso, io ero più famoso di lui. Mi ha invitato a partecipare al suo programma radiofonico. Forse aveva buone intenzioni, suppongo, ma si vedeva che non aveva la minima idea, nessuna idea e quindi era chiaro dove stava andando questo movimento Podemos. Sì, ma Pablo Iglesias all’inizio ha ottenuto un consenso, parlando a sinistra, pronunciando frasi radicali. Frasi che suonavano di sinistra. Ma nella misura in cui si è avvicinato al governo, è diventato rispettabile, tutti diventano rispettabili quando si avvicinano al governo. Si è unito alla coalizione con il PSOE, con i risultati che avete appena visto.
Sì, ma tutti questi eventi non passano invano. Guardate, in America, ad esempio, Bernie Sanders, credo sia finito, il DSA credo sia sulla buona strada, sulla direzione della disfatta, e c’è un settore buono e in crescita, di giovani in particolare, che sta guardando oltre, oltre il riformismo di sinistra, oltre Bernie Sanders, oltre Tsipras, oltre Corbyn, oltre il socialismo se volete: dicono, “no, no, siamo comunisti, vogliamo il comunismo, nient’altro va bene!”.
Questo è l’elemento più importante dell’equazione. Niente è più importante di questo. Abbiamo individuato questo stato d’animo e lo stiamo sfruttando. Credo che negli Stati Uniti il 20% o qualcosa del genere sia favorevole al comunismo, tra i giovani. In Gran Bretagna è il 29% tra i giovani, in Gran Bretagna! Dove non succede mai niente! Sì! Ricordatevelo! Niente: niente scioperi in Gran Bretagna, niente movimenti in Gran Bretagna, niente a sinistra in Gran Bretagna! Guardate, la dialettica ci mostra che le cose si trasformano nel loro contrario, mettetevelo in testa per favore! Tutti voi! Mettetevelo in testa!
Ora, la questione è che ci stiamo rivolgendo a questo settore, sapete che in termini pratici, tattiche e strategie non sono la stessa cosa. Le prospettive hanno a che fare con la strategia, una strategia a lungo termine, ma non si può costruire solo sulla base della strategia. Bisogna basarsi sulla tattica, che consiste nel proporre gli slogan più appropriati, le idee più adeguate alle condizioni concrete che esistono. E quindi, devo concludere su questa nota, ma lo slogan che abbiamo lanciato: “sei comunista”, credo che alcuni compagni si siano sorpresi di questo. Compagni, perché siete rimasti sorpresi? Dobbiamo forse comprarvi una sveglia per svegliarvi? Guardate la situazione! Anche i pochi fatti che ho potuto elencare oggi! E vi dirò ora: nella misura in cui questa Internazionale, che ha idee corrette, siamo gli unici con idee corrette, ci basiamo sulla teoria, questa è la nostra roccia di base. Dopo la teoria c’è l’ABC, ma ci sono altre lettere nell’alfabeto.
E quindi, la svolta verso i giovani, questo è chiaro. Lenin ha detto: “Chi ha i giovani ha il futuro!”. Molti esponenti delle vecchie generazioni sono esaurite, non sono adatte a nulla, sono vecchi uomini e donne stanchi. Io li chiamo i pesci morti. Sapete, li vedete, questi eroi del 1968, cosiddetti. Me li ricordo da allora. Erano inutili allora e lo sono ancora di più adesso. Me li ricordo da allora. Sono seduti nei bar e nei caffè di Berlino, e di Parigi, e di Buenos Aires, e di Rio, a versare lacrime nella loro birra; no, no, chiedo scusa, sarò politicamente scorretto: a versare lacrime nelle loro tisane! Sono tutti vegetariani, ovviamente. Conoscete il ritornello, unitevi al coro: ‘Oh che situazione terribile! Oh che mondo terribile! Oh, tutto va male! I giovani non sono interessati alla politica, e non come lo eravamo noi un tempo! È terribile, oh vorrei essere morto!”. Anche a me piacerebbe che voi foste morti, ed eccoci qua!
Beh, in realtà sono morti. C’è una poesia di Edward Lear. Come fa? Difficile da tradurre: “C’era un vecchio di Capo Horn, che desiderava non essere mai nato, così si sedette su una sedia, finché non morì di disperazione…” Ho dimenticato l’ultimo verso! Sentite, questi tizi, queste persone orribili, sono capaci di vedere solo il culo della storia, non sono capaci di guardarla in faccia! Lasciate stare il culo della storia. Guardate la faccia, la faccia sono i giovani lavoratori. Questo è il futuro, il resto è spazzatura, il resto sono sciocchezze, non vogliamo avere niente a che fare con loro. Costruiremo su solide fondamenta, le solide fondamenta della teoria marxista, questa è la nostra roccia. E queste meravigliose idee del marxismo, idee vive, idee rilevanti, il Manifesto Comunista è il documento più importante che sia mai stato scritto, ed è più rilevante oggi di quanto lo fosse nel 1848. E portiamo queste idee fra i giovani. Sono loro a cercare queste idee, sono loro a cercare noi.
Compagni, questo congresso non è solo un gruppo di studio per studiare le idee, è anche questo, è anche una scuola, ma dovrebbe essere anche una scuola di comunismo, e dovrebbe essere il punto di partenza di una campagna energica ed entusiasta per conquistare la crema della gioventù, i più combattivi fra i lavoratori e quindi creare quello strumento che manca: un’autentica Internazionale proletaria rivoluzionaria. E con questo concetto concludo la mia relazione.