“Questa è una rinascita, un rinascimento!”. Queste parole, pronunciate da Alan Woods, teorico di spicco della TMI, hanno racchiuso lo stato d’animo di una recente riunione del nostro Comitato Esecutivo Internazionale (CEI), tenutasi in Italia. Uno settore significativo di lavoratori e di giovani vogliono decisamente organizzarsi sotto la bandiera del comunismo – dobbiamo rivolgerci con decisione verso l’esterno e raggiungere questo settore tramite la costruzione di un’Internazionale Comunista Rivoluzionaria.
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Prospettive mondiali: crisi e radicalizzazione
La nostra nuova e audace svolta scaturisce dalla situazione oggettiva, delineata da Alan nella sessione di apertura sulle prospettive mondiali. I capitalisti passano di crisi in crisi a tutti i livelli – politico, economico, sociale e militare – mentre l’inflazione rosicchia i salari e il tenore di vita delle masse.
In mezzo a questa instabilità, Alan ha spiegato che non dobbiamo sopravvalutare la razionalità dei capitalisti. Citando Lenin: “Un uomo sull’orlo del precipizio non ragiona”. La classe dominante passa da un errore all’altro. Nel 2022 abbiamo visto il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, una creatura dell’era della Guerra Fredda, trascinare l’Ucraina in una guerra con la Russia che non si può vincere. L’anno scorso ha sostenuto a gran voce la guerra genocida di Israele a Gaza. E ora gli Stati Uniti stanno lanciando nuovi attacchi aerei in Medio Oriente in una dimostrazione di forza contro l’Iran. L’allargamento della guerra in Medio oriente sarebbe disastroso, eppure gli imperialisti vi si stanno dirigendo.
Facendo un paragone con il Titanic, Alan ha ammesso che il capitano di quella nave sfortunata almeno non vide l’iceberg avvicinarsi, mentre “Biden e i suoi consiglieri lo possono vedere l’iceberg all’orizzonte e gridano: avanti tutta!”.
Mentre il mondo brucia (in senso figurato e letterale) le masse perdono ogni fiducia nei loro leader. Ogni sondaggio in ogni paese rivela un odio profondo verso tutti i pilastri dell’establishment: dalla politica, alle grandi imprese, alla stampa. Nel frattempo, il movimento operaio ha iniziato a svegliarsi dal suo torpore in Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e persino in paesi come la Germania, dove è rimasto dormiente per decenni.
Questo importante cambiamento di coscienza segue un periodo in cui le tendenze riformiste di sinistra (i movimenti di Corbyn e Sanders, Syriza, Podemos, ecc.) sono state messe alla prova fino a essere distrutte. “In ogni singolo caso, hanno suscitato enormi aspettative e speranze”, ha detto Alan, “che alla fine sono state deluse”.
Il riformismo – e persino il “socialismo” – sono quindi visti con sospetto dai settori più radicali dei lavoratori e dei giovani. Come testimonia il successo della nostra campagna “Sei comunista”, per i combattenti di classe di oggi, solo il comunismo li può soddisfare.
“In tutti i paesi migliaia, decine di migliaia, centinaia di migliaia, probabilmente milioni di giovani hanno accettato le idee del comunismo… Il vero comunismo nasce dall’istinto, dalla necessità di lottare e cambiare le cose. Questi nuovi settori si definiscono comunisti – non hanno letto i libri, ma è quello che sono! Non hanno bisogno di essere convinti”.
Raggiungere questa avanguardia crescente di lavoratori e giovani è stata la parola d’ordine di questa riunione del CEI. Conquistando questi comunisti “istintivi” alle nostre fila, ha concluso Alan, “costruiremo una forte Internazionale comunista. Una forza seria che non si limiti a osservare e commentare gli eventi, ma che sia in grado e disposta a partecipare allo sviluppo della lotta di classe in tutti i paesi”.
Imperialismo e Palestina
Le gaffe di Biden coincidono con il relativo declino dell’imperialismo statunitense sulla scena mondiale, creando spazio per rivali come la Russia e soprattutto la Cina che si ritagliano le proprie sfere di influenza. Tutto questo è stato trattato in modo approfondito in una sessione separata sull’imperialismo.
Jorge Martín della Segreteria Internazionale (SI) ha illustrato i fatti e le cifre: dopo la transizione al capitalismo, la Cina è diventata la seconda potenza imperialista del mondo. Ora sta sfidando gli Stati Uniti in settori ad alta tecnologia come i supercomputer e i veicoli elettrici; si sta assicurando nuovi mercati, alleati e rotte commerciali per esportare i suoi capitali; si sta scontrando con l’Occidente su questioni strategiche come la sovranità di Taiwan. Nel frattempo, la Russia ha usato la sua grande base industriale e la sua considerevole potenza militare per surclassare l’Occidente, in Siria e ora in Ucraina.
La divisione e la ridivisione del mondo rappresenta un fattore chiave delle prospettive, che prepara l’instabilità futura. È imperativo che i comunisti abbiano una prospettiva chiara sulla questione dell’imperialismo, partendo dalla situazione oggettiva e prendendo come quadro teorico la magistrale analisi di Lenin. Un documento che spiega la nostra posizione, redatto nel 2016, è stato approvato a larghissima maggioranza in questa importante riunione.
Abbiamo anche discusso della sanguinosa guerra di Israele a Gaza, che è diventata un punto focale per la lotta di classe mondiale. La guerra ha messo a nudo gli imperialisti occidentali, che fanno prediche continue sulla “democrazia e lo stato di diritto”, mentre aiutano, armano e favoriscono il massacro di migliaia di palestinesi. La situazione ha fatto infuriare le masse in tutto il mondo e i nostri compagni hanno subito attacchi generalizzati da parte dello Stato borghese per la nostra solidarietà con la Palestina e per i nostri appelli a una soluzione rivoluzionaria.
La riunione ha votato all’unanimità la ratifica di una dichiarazione della TMI, pubblicata poco dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, in cui si afferma chiaramente che i comunisti stanno dalla parte degli oppressi e rifiutano l’ipocrisia marcia dei nostri imperialisti. Intifada fino alla vittoria:
rivoluzione fino alla vittoria!
Passi avanti
Un momento culminante della settimana, che ha mostrato il potenziale di crescita tempestosa delle forze del comunismo ovunque, è stato rappresentato dalle commissioni, una dietro l’altra, di due sezioni della TMI in paesi in cui il comunismo sembrava davvero molto lontano: gli Stati Uniti e la Svizzera. Eppure, i compagni statunitensi e svizzeri hanno compiuto enormi passi avanti nell’ultimo periodo.
Tom Trottier, della direzione della sezione statunitense, ha illustrato le profonde contraddizioni del capitalismo americano, dove nonostante la classe dominante si vanti della ripresa economica e della stabilità, le masse non ne vedono traccia nei salari e nelle condizioni di vita.
Con Biden alle prese con alcuni dei peggiori sondaggi di popolarità a memoria d’uomo e Donald Trump che ha sbaragliato tutti gli avversari alle primarie repubblicane, un’altra “Scuola di Trump” sembra inevitabile dopo le elezioni presidenziali del 2024. Questo non inaugurerà il “fascismo”, come sostengono i liberali e i riformisti allarmisti, ma piuttosto polarizzerà e radicalizzerà ulteriormente la società americana. Un vuoto a sinistra lascia il campo libero al comunismo per far presa sulle coscienze dei lavoratori e dei giovani in queste condizioni.
Il compagno Antonio Balmer ha dato un assaggio del reale stato d’animo di milioni di americani leggendo un messaggio al nostro sito web statunitense di un giovane lavoratore, che ora è stato reclutato:
“Odio il capitalismo con ogni fibra del mio corpo, che io sia dannato se questo sistema ignobile mi trascinerà a fondo con lui, e se lo farà, morirò combattendolo… Non ho bisogno di essere convinto, solo di mezzi e di ulteriore formazione“.
Questo, ha detto Antonio, “è il nuovo tipo di americano che la storia ha prodotto!”. Abbiamo ricevuto migliaia di messaggi simili da parte di giovani comunisti arrabbiati e dotati di grande dedizione alla causa.
I compagni hanno scosso la loro organizzazione da cima a fondo per entrare in contatto con questo settore, rinunciando a qualsiasi passività o routinismo. Sulla base di questi metodi, i compagni statunitensi sono fiduciosi di raggiungere i 1.000 compagni quest’anno.
Se un tempo l’idea di una diffusione del comunismo negli Stati Uniti sembrava inverosimile, nella ricca e “neutrale” Svizzera poteva apparire del tutto impossibile. Eppure Dersu Heri, della direzione della sezione svizzera, ha descritto i nostri sorprendenti progressi in questo paese, dove siamo cresciuti del 60% in soli sei mesi.
Dersu ha spiegato che questa crescita si basa su un settore di compagni conquistati grazie alla campagna “Sei comunista?”: “La psicologia di queste persone è come quella di soldati in attesa di essere mobilitati per la guerra di classe”. Questi nuovi combattenti sono animati dall’urgente necessità di costruire e diventano immediatamente i nostri migliori reclutatori: rilanciano con coraggio slogan comunisti nelle loro scuole, per le strade e persino sul tram!
Il nostro profilo è stato rafforzato anche dalla stampa borghese, che ha lanciato una feroce campagna diffamatoria contro gli slogan dei nostri compagni sull’intifada e la rivoluzione in Medio Oriente. Invece di lasciarci intimidire, siamo passati all’offensiva, lanciando manifestazioni e incontri in tutto il paese, tra cui un raduno a Berna a cui hanno partecipato centinaia di persone con un breve preavviso.
Questo atteggiamento audace e questo spirito combattivo sono stati la chiave del successo dei compagni nell’attrarre i combattenti di classe più audaci. Il nostro obiettivo ovunque è proprio quello di fonderci con questo strato, di farne dei bolscevichi coscienti e organizzati e di trasformarli in una forza storica decisiva. Tutto ciò che dobbiamo fare è dotarli degli strumenti teorici corretti e fornire loro il più ampio spazio possibile per prendere l’iniziativa e costruire l’organizzazione.
Nell’ambito di questa svolta, i compagni lanciano il Partito Comunista Rivoluzionario: un’avanguardia per la nuova generazione di comunisti svizzeri nella lotta contro il capitalismo.
Fine della nostra preistoria
L’ultima parte di questo storico CEI è iniziata con una sessione entusiasmante sulle finanze, il cui fiore all’occhiello è stata la presentazione della nostra nuova sede internazionale a Londra. Questo locale è un monumento allo spirito bolscevico di sacrificio dei nostri compagni, che ci libererà dalla dipendenza dai proprietari capitalisti.
Hamid Alizadeh della Segreteria internazionale ha poi presentato una relazione sullo stato dell’organizzazione, con dei contenuti che non erano mai stati ascoltati in un incontro come questo. Ha rivelato che la nostra preistoria sta finalmente finendo. I nostri vecchi metodi, basati sui gruppi di studio nelle università, sono stati resi obsoleti dalla situazione oggettiva. In tutto il mondo, stiamo compiendo una svolta audace verso l’esterno: puntiamo a conquistare al comunismo ogni strada, luogo di lavoro e aula di scuola o facoltà.
Il nostro tasso di crescita (quasi il 40% nell’ultimo anno) è superiore a qualsiasi altra percentuale mai vista prima. Dopo aver superato il traguardo dei 5.000 compagni nell’ottobre 2023, nel gennaio 2024 abbiamo superato i 6.000 compagni in tutto il mondo. I compagni britannici sono stati i primi a varcare la soglia dei 1.000 militanti, ma visti i livelli di crescita registrati lo scorso anno in sezioni come l’Italia (25 per cento, con 515 compagni), il Canada (70 per cento, con 668 compagni) e gli Stati Uniti (85 per cento, con 630 militanti), non saranno soli a lungo!
Diversi gruppi più piccoli hanno registrato una crescita esplosiva e sono sulla buona strada per diventare sezioni vere e proprie. Per esempio, i compagni in Irlanda sono cresciuti di oltre il 380% dal gennaio 2023, passando da sette a 34 membri.
Nel frattempo, i nostri siti web, podcast e video contano milioni di visualizzazioni ogni anno. La nostra casa editrice, Wellred Books, ha vissuto l’anno migliore della sua storia ed è pronta per un altro anno da record: le copie di In Defence of Lenin), la nuova biografia di Lenin scritta da Rob Sewell e Alan Woods, sono andate a ruba nell’ambito della campagna annuale #LeninLives per commemorare il centenario della morte del grande rivoluzionario. Non è esagerato dire che siamo la prima fonte al mondo di teoria, notizie e analisi comuniste.
Verso l’Internazionale Comunista Rivoluzionaria!
Dobbiamo comprendere il carattere del periodo in cui siamo entrati. I partiti riformisti di massa sono dominati dalla destra; gli stalinisti e i gruppi settari sono in crisi; i riformisti di sinistra in molti paesi sono stati distrutti a causa dei loro tentennamenti e tradimenti; e c’è una riserva importante di lavoratori e giovani radicali pronti ad abbracciare il comunismo. La situazione richiede a gran voce un nuovo punto di riferimento.
In considerazione di ciò, diverse sezioni – tra cui la Svizzera, come detto, insieme a Gran Bretagna, Svezia, Danimarca, Canada e Germania – hanno preso la storica decisione di lanciare nuovi Partiti Comunisti Rivoluzionari, e diverse altre sezioni si stanno preparando a fare lo stesso.
La dialettica ci insegna che a un certo punto lo sviluppo storico raggiunge un punto di svolta. Quando ciò accade, non possiamo aggrapparci al passato e ai vecchi metodi di lavoro, ma dobbiamo abbracciare con entusiasmo il futuro. In molte parti del mondo stiamo diventando un punto focale e dobbiamo presentarci come tale. “Siamo nel bel mezzo di un salto dialettico, di un cambiamento qualitativo”, come ha detto Hamid nelle osservazioni conclusive della relazione organizzativa: “Stiamo cercando di diventare una forza reale, che contende i settori avanzati dei lavoratori e dei giovani”.
Pertanto, la Tendenza Marxista Internazionale deve rifondarsi per far fronte a un mondo cambiato. Rinunceremo alla nostra vecchia bandiera e rifonderemo una nuova Internazionale Comunista Rivoluzionaria (ICR): un faro sotto il quale la generazione di comunisti di oggi possa aggregarsi.
Tra applausi scroscianti, la riunione ha approvato all’unanimità una proposta su questo passo audace e necessario. Abbiamo deciso di convocare in estate una conferenza mondiale straordinaria, aperta a tutti i comunisti pronti a unirsi a noi nella lotta, in cui verrà ufficialmente costituita questa nuova Internazionale.
Invitiamo tutti i compagni dell’Internazionale a prepararsi fin d’ora: a discutere, a diffondere e a digerire il significato di questo nuovo profilo. Non stiamo più nuotando controcorrente: la marea della storia è oggi alle nostre spalle.
“Audacia, audacia e ancora audacia!”.
Nelle sue osservazioni conclusive, Alan ha notato uno stato d’animo completamente nuovo in questo organismo di direzione. Da un lato, ha spiegato, si tratta di un “riflesso oggettivo di un cambiamento dell’intera situazione”. Non abbiamo mai visto un odio così diffuso per lo status quo, né una crisi così profonda del vecchio ordine.
“È qualcosa che abbiamo previsto nelle nostre prospettive per decenni”, ha detto Alan. “Ma ora non è più una prospettiva. È un fatto. Un fatto palpabile che tutti possono vedere e sentire”.
D’altra parte, c’è una questione soggettiva sulla fase che sta attraversando la nostra Internazionale. Alan ha spiegato che ogni partito politico è un organismo vivente, che deve passare attraverso una fase embrionale. Per un partito rivoluzionario, questa è una fase dei “piccoli circoli, che genera una mentalità da piccolo circolo, caratterizzata da metodi informali”.
Ma tali metodi diventano un ostacolo allo sviluppo. “O vengono abbandonati, o l’organizzazione viene distrutta. Abbiamo superato da tempo la fase dei piccoli circoli. Tutte le sezioni stanno crescendo rapidamente e sono necessari nuovi metodi e una nuova psicologia”.
Per illustrare questo nuovo atteggiamento, Alan ha evidenziato il lavoro di un singolo compagno in una piccola città gallese chiamata Port Talbot, dove l’industria siderurgica, che aveva un ruolo nevralgico, è stata praticamente distrutta e ora sono previsti grandi licenziamenti nelle ultime acciaierie rimaste.
Di fronte ai metodi da “ordinaria amministrazione” del sindacato ufficiale, questo giovane compagno operaio, sostenuto dalle sezioni circostanti dell’organizzazione, ha preso l’iniziativa di incitare i lavoratori allo sciopero e all’occupazione dell’acciaieria, annunciando una manifestazione pubblica. I compagni hanno intrapreso una lotta all’ultimo sangue per l’intera città. A prescindere dai risultati, questo è un esempio della psicologia richiesta a ogni compagno dell’Internazionale.
Metodi come questi porteranno i compagni britannici del (imminente) Partito Comunista Rivoluzionario sulla mappa e saranno un esempio per il tipo di Internazionale Comunista Rivoluzionaria che dobbiamo costruire.
Nella sua conclusione, Alan ha invitato i compagni ad adottare l’immortale slogan di Danton:
“Audacia, audacia e ancora audacia! Su questa base vinceremo”.
Avanti verso l’Internazionale Comunista Rivoluzionaria!