Centinaia di persone sono state uccise ieri [17 ottobre, ndt] dal bombardamento dell’ospedale battista Al-Ahli al-Arabi nel distretto di Al-Zeitun della città di Gaza. L’ospedale non solo si prendeva cura dei propri pazienti – molti dei quali feriti dagli attacchi aerei israeliani – ma stava anche offrendo riparo a migliaia di persone che cercavano un luogo sicuro dagli attacchi delle forze armate israeliane. Appena la notizia si è diffusa, decine di migliaia di manifestanti furibondi sono immediatamente scesi in strada in Libano, in Giordania, in Turchia, in Tunisia e nella Cisgiordania, attaccando le ambasciate israeliane e gli edifici degli imperialisti americani e francesi. Un incontro tra i leader arabi e Biden in Giordania è stato cancellato.
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Lo Stato di Israele ha subito negato qualsiasi responsabilità, come sempre. Prima ha dato la colpa a dei razzi di Hamas malfunzionati. Poi ha cambiato versione dando la colpa all’organizzazione della Jihad Islamica Palestinese (JIP). La macchina propagandistica israeliana è partita in quarta, producendo ogni tipo di “prove” al fine di prendere le distanze da questo orribile massacro. È una cosa che abbiamo già visto. Infatti, questo è il modus operandi cui ricorre lo Stato di Israele quando cerca di minimizzare le conseguenze di un atto di brutalità particolarmente efferato che compie nei confronti dei palestinesi.
Una storia di menzogne
Permettetemi di ricordare un esempio relativamente recente. Nel maggio 2022, la giornalista israelo-palestinese Shireen Abu Akleh venne uccisa mentre girava un servizio su un’incursione dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin nella West Bank. Israele dapprima negò di saperne alcunché o di avere avuto parte nell’accaduto. Poi, dichiararono che la giornalista era stata uccisa dagli spari di un combattente palestinese. Questo non era coerente con i fatti, così cambiarono la propria versione: Shireen era stata uccisa dal fuoco incrociato tra i combattenti palestinesi e i soldati israeliani, dunque un “tragico incidente”. Ma non c’erano combattenti palestinesi sulla linea di tiro nel momento in cui venne uccisa. Alla fine, è stato provato aldilà di qualsiasi dubbio che era stata uccisa da un cecchino israeliano che la aveva deliberatamente presa di mira, nonostante il fatto che stesse vestendo una giacca con la scritta del tutto visibile “Press” [stampa, ndt]. Nessuno è stato portato davanti a un tribunale per questo omicidio.
Per aggiungere il danno alla beffa, il giorno del funerale, le forze dell’ordine israeliane fecero irruzione nella casa della famiglia della giornalista uccisa per sequestrare le bandiere palestinesi e impedire che sventolassero al funerale. Non contenti di ciò, aggredirono coloro che portavano la bara alla processione funebre, facendola quasi cadere per terra.
Abbiamo un altro esempio recente, che rivela un’analogia ancora più stretta a quanto accaduto ieri. Nell’agosto 2022, un bombardamento aereo israeliano colpì il campo profughi di Jabaliya a Gaza, uccidendo cinque bambini. La prima reazione dello Stato di Israele fu di dire… sentite un po’… che erano stati uccisi da un razzo malfunzionante della JIP! Una settimana dopo, furono costretti ad ammettere la verità. Non c’era stato alcun lancio di razzi della JIP nell’area. I cinque bambini palestinesi erano stati uccisi da un attacco dell’aeronautica militare israeliana.
Per prendere un altro esempio storico, nel 1996, Israele colpì deliberatamente un edificio delle Nazioni Unite a Qana in Libeno con un attacco missilistico. L’edificio delle Nazioni Unite stava dando rifugio a civili scappati dagli attacchi di Israele. 106 persone vennero uccise, di cui 52 bambini: Questo fu il resoconto di Robert Fisk:
“Era dai tempi di Sabra e Chatila [quando la Falange libanese massacrò migliaia di civili palestinesi e libanesi sciiti nel 1982, nda] che non vedevo un simile massacro di innocenti. I profughi libanesi, uomini, donne e bambine giacciono a mucchi, mutilati delle mani, delle braccia e delle gambe, decapitati o sventrati. Ce ne erano più di cento. Un bambino era senza testa. Le bombe israeliane li hanno falciati mentre si trovavano nel rifugio delle Nazioni Unite, credendo di trovarsi al sicuro, sotto la protezione del mondo”.
Dapprima, Israele dichiarò che si trattava di un obiettivo colpito per errore. Poi diede la colpa a Hezbollah per aver “usato civili come scudi umani”. Alla fine, indagini approfondite delle Nazioni Unite, di Amnesty International e della stampa israeliana dimostrarono che l’esercito israeliano aveva colpito l’edificio di proposito.
La versione israeliana sul bombardamento dell’ospedale Al-Ahli al-Arabi fa acqua da tutte le parti. Subito dopo la pubblicazione della storia del “razzo malfunzionante della JIP”, il giornalista indipendente Séamus Malekafzali ha fatto notare che uno dei video che i portavoce israeliani stavano usando per corroborare le proprie affermazioni sull’attacco all’ospedale era stati girati tra mezz’ora e un’ora dopo l’attacco. Questo ha costretto le pagine ufficiali israeliane a cancellare o modificare i propri tweet in conseguenza a ciò. Stavano mentendo e sono stati colti in flagrante.
Subito dopo l’attacco, numerose fonti ufficiali o semi-ufficiali israeliane davano spiegazioni completamente differenti, in alcuni casi rivendicando la responsabilità dell’attacco e cercando di giustificarlo. Hananya Naftali, una propagandista israeliana che lavora come consulente della comunicazione per Netanyahu, ha spiegato che l’attacco delle forze armate israeliane mirava a una base di Hamas dentro l’ospedale. In seguito, è stato costretto a cancellare il post e a porgere le “sue scuse”.
Non è il primo tentativo di giustificare attacchi aerei contro ospedali adducendo che Hamas li utilizza come basi militari. Il responsabile dell’ufficio stampa del Pentagono Sabrina Singh ha detto che Hamas “sta stabilendo le proprie unità di comando e di controllo dentro gli ospedali”, un’affermazione inventata di sana pianta. La BBC aveva anche pubblicato un servizio il giorno prima, in cui si poneva la domanda tendenziosa : “Hamas costruisce tunnel sotto gli ospedali e le scuole?”. La televisione pubblica britannica ha fornito una giustificazione per il bombardamento di ospedali e scuole da parte dello Stato di Israele.
Quello che sappiamo al momento è questo. Per dieci giorni, l’esercito israeliano ha bombardato Gaza incessantemente. Infatti, solo nella prima settimana ha usato più bombe di quelle che le forze di invasione americane hanno usato in Afghanistan in un solo anno. Si tratta di un’area densamente popolata, cosicché centinaia di civili innocenti sono stati uccisi sotto le macerie. Non zi sono “obiettivi militari selezionati” in questa campagna. Il suo obiettivo è di instillare il terrore nei cuori di 2,3 milioni di persone.
Già prima di ieri, 17 ospedali e strutture sanitarie erano state colpite dall’aviazione israeliana. Nello stesso giorno dell’attacco mortale all’ospedale, una scuola per profughi delle Nazioni Unite nel campo profughi di al-Maghazi nella zona centrale della striscia di Gaza era stata colpita da un attacco aereo israeliano e ha ucciso almeno sei persone, incluso personale dell’UNRWA [agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei profughi palestinesi, ndt], ferendone a dozzine e provocando danni strutturali gravi all’edificio. La scuola veniva usata come rifugio dai palestinesi in fuga dagli attacchi aerei israeliani, dato che si riteneva che l’esercito israeliano non avrebbe colpito una struttura delle Nazioni Unite, essendo in possesso delle coordinate GPS di tutte queste strutture. Si sbagliavano tragicamente.
L’omicidio di massa continua
Anche dopo il massacro all’ospedale, Israele continua a flagellare Gaza e la sua popolazione con attacchi aerei. Senza pause, senza alcun respiro. Due persone sono state uccise nel bombardamento di un panificio nel campo profughi di Nuseirat, vicino a Deir al-Balah. Qual è la ratio dietro simili obiettivi? Israele sta già assediando Gaza, per cui né cibo né rifornimenti possono entrare. Distruggere i macchinari per produrre il pane costringerà i residenti a Gaza a scappare dalla zona settentrionale della Striscia, come è stato loro ordinato dallo Stato di Israele.
Oggi di prima mattina, 25 persone, uomini, donne e bambini, sono stati uccisi da un attacco aereo contro la casa della famiglia Al-Astal. Molti di essi erano membri della stessa famiglia, mentre altri erano stati cacciati dalle proprie case da precedenti attacchi aerei.
Sappiamo anche che Israele ha ordinato all’intera popolazione del nord della Striscia di Gaza di evacuare verso il sud e questo includeva specifiche istruzioni sull’evacuazione degli ospedali. Lo sappiamo, perché l’OMS ha spiegato: “L’ospedale era uno dei 20 ospedali del nord della Striscia di Gaza interessati da ordini di evacuazione da parte dell’esercito israeliano. L’ordine di evacuazione è stato impossibile da eseguire a causa dell’attuale insicurezza, delle condizioni critiche di molti pazienti, dell’assenza di ambulanze, di personale, di posti letto ospedalieri, e di un rifugio alternativo per le persone evacuate”.
Non solo questo, ma l’ospedale Al-Ahli al-Arab era già stato colpito da un attacco aereo israeliano sabato! Secondo una dichiarazione dell’Anglican News Service: “Il Centro Oncologico dell’ospedale arabo di al-Ahli a Gaza è stato colpito da un missile israeliano. I due piani superiori del centro, che ospitano i reparti di ecografia e mammografia, sono stati gravemente danneggiati”.
La mattina dell’attacco, l’esercito israeliano aveva fornito uno specifico avvertimento agli abitanti del distretto di Al-Zeitun, nel quale si trova l’ospedale. Il responsabile della comunicazione in lingua araba dell’esercito israeliano, Avichay Adree, ha minacciato: “Un messaggio ai residenti del quartiere di Al-Zeitun. Sapete che il quartiere è pieno di covi di Hamas. Pertanto, per preservare la vostra sicurezza e la sicurezza delle vostre famiglie e dei vostri cari dirigetevi a sud di Wadi Gaza [la linea oltre la quale è stato ingiunto alla popolazione di Gaza di evacuare, in vista dell’invasione della Striscia di Gaza progettata dallo Stato di Israele, ndt]”
Tutte queste prove dettagliate indicano Israele come responsabile di questo orrendo massacro. Tale è anche a conclusione di Yolanda Alvarez, ex-corrispondente in Medio Oriente per la televisione spagnola RTVE:
“Sul massacro dell’ospedale Al-Ahli, dopo aver seguito due guerre a Gaza (2012 e 2014): gli attacchi di Israele da soli possono uccidere centinaia di persone (con bombe da una tonnellata). Anche i missili di Hamas e dei jihadisti uccidono, ma non hanno una tale potenza. Quando l’esercito israeliano lanciò il suo primo attacco mortale sulla scuola dell’UNRWA nel 2014, a Beit Hanun, Gaza, ricevetti un sms dai loro portavoce che diceva: “è stato Hamas”. L’indagine indipendente delle Nazioni Unite ha dimostrato che tutti gli attacchi alle scuole erano stati compiuti da Israele”.
Due pesi e due misure
È disgustoso osservare l’ipocrisia e la faziosità dei media occidentali e delle potenze imperialiste quando si tratta dei diritti umani e delle cosiddette leggi internazionali. Se sono i “nostri” a commettere atrocità, vanno sempre alla ricerca di una giustificazione (“Hamas sta usando i civili come scudi umani”), o chiedono analisi forensi approfondite prima di stabilire chi sia da condannare. Si inventa qualsiasi tipo di spiegazione, parlano di “danni collaterali”, per coprire il fatto nudo e crudo che i “nostri” stanno commettendo ogni sorta di brutalità contro civili innocenti per perseguire i propri obiettivi imperialistici.
Che differenza rispetto alle denunce isteriche in prima pagina dei crimini e delle atrocità di guerra russe, vere, inventate, o ingigantite esageratamente, in Ucraina. Il contrasto non potrebbe essere più netto. Prima si trattava di plasmare l’opinione pubblica per appoggiare i “nostri”. Ora si tratta ugualmente di plasmare l’opinione pubblica per appoggiare i “nostri”.
La “narrativa” più recente promossa dai media occidentali e dallo Stato di Israele è la seguente: “Sì, stiamo uccidendo civili, ma è giustificato. Non sono morti un sacco di civili quando si trattava di sconfiggere i nazisti?”. Non c’è neanche il tentativo di negare che civili innocenti vengono uccisi dall’aviazione, si cerca piuttosto di trovare un modo per giustificarlo.
C’è chi a Israele non si preoccupa neanche di trovare una giustificazione. Incolpano apertamente l’intera popolazione di Gaza per le azioni di Hamas e chiedono una punizione collettiva. “Ad essere responsabile è un intera nazione”, ha detto il presidente israeliano Herzog. E per sottolineare questo punto, ha aggiunto:” Non è vera questa retorica che i civili non sarebbero a conoscenza, che non sarebbero coinvolti. Non è assolutamente vero. Avrebbero potuto ribellarsi. Avrebbero potuto lottare contro questo regime del male che si è impossessato di Gaza con un colpo di stato”.
Le atrocità israeliane, una continuazione di 70 anni di violenza e oppressione, non sono solo responsabilità dello Stato di Israele. Esse godono da decenni del pieno appoggio dell’imperialismo occidentale e in particolare americano. Questo appoggio non è venuto meno degli ultimi dieci giorni di carneficina a Gaza. Tutti i leader imperialisti occidentali si sono uniti pubblicamente per appoggiare il cosiddetto “diritto di Israele alla difesa”. Il sangue delle centinaia di vittime dell’ospedale di Gaza è anche sulle loro mani.
Negli ultimi giorni, di fronte alla minaccia di un’offensiva di terra su Gaza, che moltiplicherà soltanto la carneficina, i leader occidentali hanno fatto la coda per visitare Israele e per esprimere pubblicamente appoggio alla sua campagna omicida: Scholz, von der Leyen, Macron e adesso Biden. Sia la Germania che la Francia, per dimostrare quanto sono democratiche, hanno proibito le manifestazioni di solidarietà alla Palestina.
Le masse entrano in scena
Il massacro all’ospedale di Gaza ha provocato un’enorme ondata di repulsione in Medio Oriente e nel mondo Arabo. Migliaia di persone sono scese in strada a Beirut, Amman, Istanbul, Tunisi, e in altre capitali non solo per tentare l’assalto agli edifici diplomatici israeliani, ma anche, abbastanza correttamente, per prendere di mira edifici americani e francesi. In Turchia, dozzina di manifestanti si sono diretti alla base radar della Nato di Kürecik, controllata dagli americani, e hanno cercato di irrompere al suo interno.
A Hebron, Jenin, Ramallah e in altre città della Cisgiordania, folle infuriate gridavano “il popolo vuole rovesciare il presidente”, riferendosi al presidente dell’Autorità Palestinese (AP) Abbas, che agisce come un’agenzia di sicurezza locale per conto dello Stato di Israele. Le forze di sicurezza dell’AP si sono scontrate con i manifestanti e hanno aperto il fuoco, uccidendo una bambina di 12 anni.
Ci sono le condizioni per un’insurrezione regionale contro Israele e l’imperialismo occidentale. La rabbia delle masse è anche diretta ai propri governi che vengono correttamente percepiti come complici, per le loro azione o per la loro inazione.
Lo stato d’animo è tale che il ministro degli esteri giordano ha annunciato la cancellazione di un incontro pianificato tra Biden, Abbas, la Giordania e l’Arabia Saudita, che avrebbe dovuto avere luogo oggi. Nessuno di questi leader vuole essere percepito come vicino all’imperialismo americano per paura di essere rovesciati dal suo stesso popolo. Anche i governi che hanno già normalizzato le relazioni con Israele sono stati costretti a esprimersi con forza in sua condanna, accusando Israele del bombardamento.
Da un lato, Biden e l’imperialismo americano hanno progettato la visita come una dimostrazione di appoggio a Israele, un alleato che non necessariamente esegue i suoi ordini. Dall’altro, stanno tentando di spingere gli Israeliani a compiere dei gesti per contenere il pericolo di un’escalation regionale del conflitto. In pratica, cioè, l’amministrazione americana vede il proprio ruolo come quello di impedire a chiunque altro di intervenire mentre Israele massacra i palestinesi.
La situazione era già complicata prima, poiché il governo israeliano, dominato da elementi di estrema destra, non era e non è propenso a permettere corridoi umanitari di qualsiasi tipo, ed è determinato a punire tutti i palestinesi di Gaza. Dopo il bagno di sangue all’ospedale, tutta la strategia di Washington è andata in fumo. Le masse in Medio Oriente e nel mondo arabo stanno entrando in scena.
È il momento ora di intensificare la campagna contro la guerra omicida di Israele contro Gaza, contro l’imperialismo occidentale e per la liberazione nazionale del popolo palestinese. La lotta per i diritti nazionali palestinesi richiede una sollevazione rivoluzionaria in tutta la regione. Il compito dei comunisti in Occidente è di manifestare la propria solidarietà e appoggio e di preparare le condizioni per il rovesciamento delle proprie classi dominanti, che sono responsabili e complici della strage di massa che si sta svolgendo in questo momento.