Nei primi giorni del febbraio 2023, i cittadini degli Stati Uniti – “terra dell’uomo libero e dimora dei coraggiosi”- sono stati informati di una nuova temibile minaccia. Sarà un drone da guerra munito di armi nucleari? Sarà un robot assassino che invade le case? Oppure sarà un attacco cibernetico che si porta via i risparmi e ruba l’identità? La realtà è di gran lunga più spaventosa: un pallone dalla Cina! Per settimane, un pallone spia bianco, visibile a occhio nudo da terra, ha sorvolato l’impero più potente del mondo. Seguendo l’esempio della Casa Bianca, la politica mondiale ha trasecolato per paura di questa ombra terrificante.
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È difficile sottostimare l’assurdità dell’ondata di isteria per un pallone (e, poi, per altri “Oggetti Volanti Non-Identificati”) che le potenze imperialiste occidentali e la loro macchina mediatica hanno alimentato nelle settimane successive.
Una storia piena di buchi
Il pallone si è imposto all’attenzione pubblica per la prima volta mentre sorvolava il Montana. Lo Stato americano e i media hanno cominciato a fare un gran baccano: non avevano idea di cosa fosse, del perché fosse lì, di quali dati stesse raccogliendo, ma sapevano che questo pallone cinese era una minaccia alla sicurezza nazionale! Le scuse dell’era di Bush per l’invasione dell’Iraq – la minaccia, come l’ha chiamata Donald Rumsfeld, del “noto ignoto” – sono tornate alla ribalta. Questa volta, tocca all’amministrazione democratica di Joe Biden difendere il Mondo Libero.
L’aeronautica militare statunitense alla fine ha neutralizzato la terribile minaccia mobilitando un jet da combattimento F-22 da 200 milioni di dollari, che ha perforato il suo obiettivo usando un missile da 380mila dollari. Ma sembra che l’agitazione aveva appena cominciato a “gonfiarsi”. Giorni dopo, sono stati avvistati e fatti eslodere ulteriori UFO (“Oggetti Volanti Non-Identificati). Le molte domande senza risposta hanno costretto l’addetto stampa della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, a rassicurare che questi oggetti non erano di origine extraterrestre.
Non è un segreto che tutte le nazioni capitaliste si spiano l’una con l’altra. La Cina indubbiamente sta spiando gli Stati Uniti in un modo o nell’altro, spesso sorvegliando i dissidenti attivi all’estero. Non è un segreto che la Cina moderna ha a sua disposizione tecnologie di ogni sorta per raccogliere dati di intelligence sui suoi avversari. Può utilizzare satelliti, spionaggio cibernetico, droni che possono diventare operativi in tempi rapidi (di recente è stata annunciata una svolta grazie a un drone che può operare sia in aria che sott’acqua). Dato questo armamentario di strumenti di spionaggio, perché mai la scelta dovrebbe ricadere su un pallone dal colore brillante e della larghezza di tre bus?
Arthur Holland Michel, del Carnegie Council for Ethics in International Affair, uno dei think tank di politica estera più in vista, ha espresso un’opinione che lascia davvero perplessi:
“Può darsi che l’idea fosse proprio di farsi avvistare. La Cina potrebbe star usando il pallone per dimostrare che possiede una sofisticata capacità tecnologica per penetrare lo spazio aereo statunitense senza rischiare una vera escalation. Da questo punto di vista, un pallone è una scelta assolutamente ideale”.
Come no! Stanno lanciando dei palloni spia così vistosi da potersi ragionevolmente aspettare che vengano identificati! Davvero una svolta nello spionaggio moderno!
Seppure questi palloni fossero stati lanciati nello spazio aereo statunitense intenzionalmente, sarebbe difficile credere che si tratti una dimostrazione di capacità tecnologica. Si può al massimo pensare che sia stata un’esercitazione allo scopo di fare apparire ridicolo l’imperialismo statunitense – e in questo il successo è stato indiscusso!
E gli alleati degli Stati Uniti hanno dimostrato che non devi attendere che un pallone entri nel tuo di spazio aereo per perdere la testa e renderti ridicolo di fronte a tutto il mondo. La Gran Bretagna e il Giappone hanno entrambi usato toni allarmistici su palloni spia cinesi che stavano forse sorvolando i propri paesi. E l’Ucraina adesso ha dichiarato che la Russia – copiando la pionieristica tecnologia sviluppata in Cina- starebbe usando dei palloni per distrarre le sue difese aeree… ma davvero qui abbiamo a che fare con dei geni del male!
In alternativa, non potrebbe trattarsi di un incidente? Da parte sua, il regime cinese sta tentando negli ultimi tempi un disgelo nelle relazioni con gli Stati Uniti dal momento che la sua crisi interna si acuisce. Non sarebbe male evitare di venire tagliati fuori dal mercato della componentistica high-tech. Questo pallone ha fatto “sgonfiare” quelle speranze. Il Segretario di Stato Anthony Blinken ha deciso di rimandare il piano del suo viaggio diplomatico in Cina subito dopo la comparsa del primo pallone- un viaggio visto da molti come cruciale per distendere le tensioni crescenti tra Stati Uniti e Cina.
È del tutto possibile – persino probabile – che i massimi dirigenti del regime cinese fossero sorpresi come chiunque altro della comparsa di questi UFO nei cieli statunitensi. La versione ufficiale del regime cinese è che il pallone abbattuto dagli Stati Uniti fosse un dispositivo per la ricerca meteorologica dirottato dalle correnti. Certo, nessuno dovrebbe prendere le parole del Zhongnanhai [ndt, gli antichi giardini imperiali che ospitano il quartier generale del Partito Comunista Cinese] per oro colato, ma questa spiegazione è stata prontamente rigettata dai media statunitensi, e di nuovo senza alcuna motivazione. La Cina ha a sua volta accusato gli Stati Uniti di mandare dei palloni nel suo spazio aereo.
In maniera imbarazzante, dopo giorni di isteria, sembra che alcuni dei media statunitensi stiano cambiando i toni. Il 14 febbraio, il Washington Post ha riportato che le istituzioni americane stavano effettivamente seguendo il movimento del pallone sin da quando aveva preso il volo dalla isola di Hainan a gennaio, quando gli stessi americani non si aspettavano che sarebbe volato dentro il territorio statunitense. L’articolo faceva anche un’ammissione importante:
“Questo nuovo rapporto suggerisce che la successiva crisi internazionale che ha innalzato la tensione tra Washington e Pechino potrebbe essere almeno in parte frutto di un errore”.
Questo incidente potrebbe davvero essere una banale casualità. Ma come spiegò una volta Hegel: la necessità spesso si esprime attraverso il caso.
Una potenza che si “sgonfia” e un mondo instabile
L’imperialismo statunitense è in un relativo declino e la classe dominante statunitense lo sa. All’apice di questo impero in decadenza, l’amministrazione Biden sente la sua posizione non più sicura. La classe operaia americana sta mostrando un desiderio ravvivato di lottare contro il carovita, mentre la sfiducia nei confronti dell’establishment politico ha raggiunto picchi inediti. Biden ha al momento un tasso di disapprovazione del 52%, il che non è esattamente una posizione di forza per il suo probabile tentativo di farsi rieleggere. I Democratici hanno perso la propria maggioranza nella Camera dei Rappresentanti, e con i Repubblicani che sbraitano contro la Cina, con il Senatore McCarthy che minaccia di fare una visita a Taiwan quest’anno, Biden non può perdere un’opportunità per darsi “arie da duro”.
In questo contesto, sollevare un putiferio per un pallone e presentare il suo abbattimento come una specie di importante vittoria militare è un modo (per quanto farsesco) per Biden e per l’imperialismo statunitense di trasmettere un’immagine di fiducia in se stessi. Il 16 febbraio, Joe Biden ha dichiarato inflessibile che non “si scusa per l’abbattimento di quel pallone”, uscendone però più con un profilo ridicolo che con uno da “duro”.
A dire il vero, gli Stati Uniti sono ben lungi dal venire eclissati dalla Cina in quanto a potenza economica e militare. La Cina rimane circondata da basi americane, il cui numero sta crescendo, dal momentoche gli Usahanno recentemente siglato nuovi accordi con le Filippine. Per gli Stati Uniti lamentarsi dello spionaggio cinese o di un’“aggressione” è il colmo dell’ipocrisia. Per raggiungere una situazione di vera parità tra Stati Uniti e Cina, i cinesi dovrebbero schierare basi militari lungo il confine americano col Canada o col Messico, schierando al contempo delle portaerei lungo le coste orientale e occidentale degli Stati Uniti impunemente.
Tuttavia, anche la Cina è una potenza imperialista in crescita con le proprie aspirazioni. Uno dei suoi principali obiettivi è di rompere la camicia di forza che la barriera di isole controllate dagli americani rappresenta per il suo accesso al Pacifico.
A questo riguardo, la questione di Taiwan riveste un’importanza cruciale. Essa è anche parte dell’agenda nazionalista di Xi Jinping volta a “unificare” il paese: un importante strumento di distrazione per la classe operaia cinese che comincia a perdere la pazienza con il regime del Partito Comunista Cinese, mentre la crisi del capitalismo in Cina si approfondisce.
Questa è l’esatta ragione per cui Xi Jinping ha rivelato l’intenzione della Cina di rafforzare il suo esercito: per affermare più efficacemente il proprio potere e, potenzialmente, costruire gradualmente la capacità, di cui al momento è carente, per attaccare e annettere Taiwan.
Gli Stati Uniti, ovviamente, non staranno a guardare mentre la Cina sfida il suo dominio nella regione. Essi cercano di piegare la Cina da un punto di vista diplomatico e economico. La loro tattica divenne più sfacciata e isterica durante l’amministrazione Trump e Biden ha fatto poco per cambiare direzione. A parte la guerra economica mediante le sanzioni, l’obiettivo degli Stati Uniti è di esercitare una pressione sulla Cina in ogni occasione possibile nel tentativo di imporre il dominio statunitense. Le provocazioni incessanti e la creazione di un clima di paura nei confronti della Cina su questioni delicate come quella di Taiwan sono parte integrante di questa strategia.
Da parte sua, la Cina ha dovuto ingoiare il rospo di fronte a queste provocazioni, dal momento che non è certo nella posizione di scontrarsi direttamente con gli Stati Uniti. Per adesso, si limita a sfuriate iperboliche contro gli Stati Uniti sul piano diplomatico, e risponde con le proprie misure protezionistiche.
Queste tensioni crescenti aiutano a spiegare perché la potenza imperialista più potente del mondo abbia bisogno di alimentare l’isteria intorno a un semplice pallone nei suoi cieli.
Dovremmo anche ricordare che, essendo la Cina un regime dittatoriale il cui capo si preoccupa di mantenere nelle proprie mani il dominio sulla classe operaia, non c’è miglior regalo a Xi Jinping delle minacce da parte della sua principale nemesi imperialista, che possono essere usate per sopprimere il dissenso nel paese in nome della “difesa della patria”.
Tutte queste intimidazioni da entrambe le parti vengono portate avanti negli interessi della classe dominante dei rispettivi paesi e pone (umorismo a parte) una minaccia molto seria alle vite e al benessere di tantissimi lavoratori e poveri in tutto il mondo, che soffrono sotto un sistema capitalista decadente e sempre più irrazionale.
La classe lavoratrice statunitense non dovrebbe lasciarsi ingannare dal delirio alimentato dal loro Stato e dai media, ma dovrebbe scorgere chiaramente i calcoli dell’imperialismo dietro di esso e anche la crescente inettitudine dei loro politici nel difendere un sistema indifendibile.
I lavoratori tanto della Cina come degli Stati Uniti dovrebbero tenere gli occhi saldamente puntati alle proprie classi dominanti e rispondere ai loro battibecchi parossistici su mercati e sfere di influenza con una lotta di classe risoluta, con l’obiettivo di prendere il potere nelle proprie mani e intraprendere il compito della costruzione del socialismo.