Il 28 Ottobre il Belgio é stato scosso ancora una volta da uno sciopero generale imponente. Ma se le cose fossero andate come i padroni si aspettavano questo secondo sciopero generale a sole 3 settimane dal primo non avrebbe dovuto svolgersi.
Quando l’ 11 Ottobre un raggiante Primo Ministro in Parlamento ha pronunciato il suo discorso sullo stato della nazione, ha annunciato con orgoglio quello che ha chiamato un “Patto Generazionale”. (patto che prevede tra l’altro l'innalzamento dell’età pensionabile fino a 65 anni, oggi in Belgio si può andare in pensione a 59, ndt) Esso ha avuto il sostegno degli imprenditori, delle organizzazioni della classe media e anche dei leaders di 2 delle 3 confederazioni sindacali, compreso il più grande, e cioè il cristiano AVC-CSC. Ciò é avvenuto immediatamente dopo l’enorme successo dello sciopero generale organizzato dal solo sindacato socialista il 7 ottobre.
Brandendo questo unanimismo generale, il governo voleva riguadagnare l’iniziativa e portare a compimento i suoi programmi per quanto concerne il mercato del lavoro cioè “lavorare finché non ti spezzi la schiena”. Probabilmente aveva pensato, come pure gli imprenditori, che lo sciopero generale che aveva avuto luogo alcuni giorni prima era stato semplicemente un “esplosione emotiva” che sarebbe rapidamente rientrata. Si sentivano sicuri di questa tesi ancora di più quando ascoltavano le dichiarazioni soddisfatte da parte della maggior parte dei leaders delle confederazioni sindacali. Anche a sinistra , dai dirigenti del sindacato socialista, si erano avute dichiarazioni rassicuranti del tipo “lo sciopero generale è uno strumento che si può usare solo ogni 10 o 12 anni”.
Lo sciopero generale era già iniziato due settimane prima
Si sbagliavano, eccome se si sbagliavano! Non appena i lavoratori hanno capito ciò che il Patto Generazionale significava, scioperi spontanei sono stati proclamati in grandi aziende nel sud del paese, a cui ha fatto seguito quello alla Volkswagen di Bruxelles dove lavoratori fiamminghi e valloni sono entrati in sciopero per 32 ore. A ciò è seguito uno sciopero in un'altra importante azienda del nord. Questi scioperi spontanei, non ufficiali, non organizzati dal sindacato, costituiscono un aspetto importante del crescente movimento di protesta in Belgio. Non si tratta comunque di un fenomeno completamente nuovo, ovviamente, ma è dagli anni ottanta che non si osservava in queste proporzioni, con la sola eccezione del “Movimento Bianco” del 1996 (il movimento di massa contro l'assassinio di due bambine, che fece emergere complicità e coperture all'interno dell’apparato dello stato. Per una settimana in molte fabbriche ci furono scioperi spontanei. Ndt).
un'immagine del corteo di Bruxelles |
Infatti le 3 confederazioni sindacali si sono sentite sotto pressione a tal punto che sono state costrette a respingere questo "patto" del governo e ad indire uno sciopero generale di 24 ore con una manifestazione nazionale a Bruxelles. Per i leaders del sindacato cristiano tutto ciò rappresentava una svolta drammatica in quanto si erano opposti e di fatto avevano tentato di sabotare lo sciopero generale del 7 Ottobre. La pressione che arrivava dalla base del sindacato cristiano era così forte che é riuscita a raggiungere il proprio scopo: imporre l’unità dal basso. Tutto ciò ha aumentato la fiducia dei lavoratori in ogni parte del paese.
Le provocazioni padronali gettano benzina sul fuoco
Mentre la data del 28 Ottobre si avvicinava, le organizzazioni degli imprenditori e il governo hanno cominciato a mostrarsi preoccupati. Sono stati presi dal panico ed hanno iniziato a fare tutti i tipi di minacce. I padroni minacciavano di mandare rinforzi con l’appoggio della polizia per sfondare i picchetti e i posti di blocco organizzati dai cosiddetti picchetti volanti per circondare le aree industriali. Hanno cercato di tastare il terreno in una fabbrica del nord che produce macchinari industriali. Questa fabbrica aveva indetto uno sciopero spontaneo. Grazie a questa azione della polizia i crumiri sono stati in grado di entrare nella fabbrica, ma il risultato finale a cui ha portato tutto ciò é che il giorno successivo gli imprenditori si sono trovati di fronte ad un altro sciopero.
In un'altra fabbrica del nord, la Van Hool, gli imprenditori hanno tentato di organizzare i crumiri il giorno prima dello sciopero generale. La reazione dei lavoratori é stata rabbiosa. Hanno immediatamente incrociato le braccia e dato inizio allo sciopero generale molto prima di quando era stato programmato.
Gli imprenditori avevano l’appoggio del Ministro degli Interni, liberale, che ha condannato i picchetti volanti, i posti di blocco, ecc. L’organizzazione degli imprenditori ha istituito un call-center per 48 ore, con l’aiuto di alcune importanti società legali, in modo da poter fare intervenire la polizia contro gli scioperanti non appena ricevevano una segnalazione.
Ma il risultato é stato di ottenere l’effetto opposto a quello che avevano desiderato. Indubbiamente alcuni lavoratori, specialmente coloro che stavano facendo esperienza del conflitto di classe per la prima volta, sono stati in qualche modo colti alla sprovvista da questo attacco contro il diritto di sciopero. Ma la reazione generale é stata da un lato rafforzare la fermezza dei lavoratori e dall’altra coinvolgere più persone nella manifestazione.
Questa volta lo sciopero generale di 24 ore é stato organizzato da tutti i sindacati. Di conseguenza pochi picchetti si sono resi necessari per fare uscire la gente. L’attenzione degli attivisti dei sindacati é stata quindi concentrata sul come portare il maggior numero di persone a manifestare.
Il risultato é stato sicuramente superiore alle aspettative. Più di 100mila lavoratori hanno sfilato per le strade di Bruxelles. Il numero é quasi il doppio di quello della manifestazione organizzata dieci mesi prima dagli stessi sindacati durante le trattative per gli adeguamenti salariali. Abbiamo visto una chiara mobilitazione crescente da parte della classe lavoratrice. E’ stata una vivace ma ordinata manifestazione dove i colori dei 3 sindacati erano mescolati insieme.
Giovani lavoratori
C’erano lavoratori provenienti da tutti i settori, ma per la maggior parte dall’industria: metalmeccanici, chimici, del settore alimentare, edili, del commercio e tutti i tipi di tecnici. Anche insegnanti e lavoratori della sanità erano presenti. Significativa é stata l’ampia partecipazione di giovani lavoratori (dai 20 ai 30 anni). Questa é stata la migliore risposta che poteva essere data ai media e al governo che hanno cercato di presentare il movimento come una prerogativa dei lavoratori 40enni e 50anni.
I giovani lavoratori sono perfettamente coscienti del fatto che se i lavoratori più anziani sono costretti a lavorare più a lungo sarà più difficile per loro trovare un posto di lavoro.
Un importante caratteristica di questo movimento è che focalizza la propria attenzione non solo sul problema dell’età pensionabile, ma é il risultato di ciò che hanno dovuto sopportare i lavoratori negli ultimi 15 anni e cioè un peggioramento generale delle loro condizioni di lavoro.
Se si chiedeva a qualsiasi lavoratore o lavoratrice perché stesse manifestando, la risposta generale sarebbe stata "ci sentiamo troppo sotto pressione, non siamo solo arrabbiati ma esasperati".
Una reazione sociale profonda e diffusa sta avvenendo tra la classe lavoratrice belga. Un rappresentante sindacale della fabbrica VW che stava facendo sciopero da quattro giorni ci ha fornito la seguente testimonianza del livello di consapevolezza dei lavoratori “Questo é un movimento che unisce le peculiarità del Movimento Bianco del 1996 e la lotta contro il Piano Globale del 1993” (il Piano Globale era una proposta di congelamento dei salari da parte del governo. Portò al più grande sciopero generale della storia del Belgio. Ndt) . Una generale sensibilizzazione verso quelle che sono le questioni dei lavoratori sta prendendo piede insieme ad una più generale e confusa denuncia del sistema e di coloro che stanno al potere.
La stampa borghese si lamenta della mancanza di autorità da parte dei leader sindacali che sembrano essere in balia della base. Alcuni editorialisti borghesi ritornano indietro con la memoria ricordando con nostalgia i leader sindacali degli anni sessanta e settanta che avevano il coraggio di scontrarsi con i loro iscritti.
I dirigenti del Partito socialista apertamente criticati
La fiducia dei lavoratori si è rinvigorita dopo questi due scioperi generali. Si sentono di nuovo forti. Dopo avere sofferto ogni sopruso e lottato tanto, i lavoratori più anziani vedono quelli più giovani al loro fianco nella lotta, cosa che dà loro speranza e fiducia. Il fatto che la pressione della base è riuscita a spingere i leader sindacali a prendere delle posizioni che non volevano prendere ha dato ulteriore fiducia ai lavoratori.
L'atteggiamento del governo è stato quello "di non arretrare di un centimetro... il Patto Generazionale deve essere applicato interamente". C’é un forte desiderio nel governo di sistemare i conti con i sindacati. I leader dei partiti socialista, quello fiammingo e quello vallone, sembrano assumere la stessa linea belligerante, ma stanno giocando con il fuoco. Dopo avere sentito diversi ministri del governo rilasciare proclami bellicosi dopo la manifestazione, il leader del sindacato cristiano, palesemente esasperato, ha dichiarato "Vi rendete conto che state facendo un gioco pericoloso?" E’ vero tuttavia che il governo ha invitato i leader sindacali a discutere su come mettere in pratica il piano famigerato. Questo in realtà altro non é che un puro e semplice pretesto per coinvolgere i sindacati in una discussione che riguarda solo i dettagli, ma la pressione della base é troppo forte al momento per poter pensare che si possa arrivare a un accordo del genere.
I leader del partito Socialista sono stati apertamente criticati sia dai dirigenti sindacali che dalla base. Alcune settimane fa circa cento attivisti del sindacato socialista hanno organizzato una manifestazione di fronte al congresso del Partito Socialista fiammingo. Hanno voltato le spalle ai delegati nel momento in cui entravano nella sala congressi. Il nuovo Presidente del partito ha reagito dicendo "che quelli che si girano a sinistra guardano verso destra". In un secondo momento un altro leader del Partito Socialista fiammingo ha accusato il sindacato di mentire ai propri iscritti. Un altro ha addirittura dichiarato che non era affatto impressionato dallo sciopero e che l’ unico risultato sarebbe stato quello "di danneggiare l’economia"!
All'inizio di questa settimana il presidente del Ps fiammingo ha dichiarato che il sindacato socialista era un alleato "oggettivo" del Liberali (il partito di destra nella coalizione governativa). Rispondendo a questa dichiarazione, il leader del più importante sindacato socialista ha accusato il Ps di privilegiare la classe media e di voltare le spalle alla sua base sociale tradizionale, i lavoratori. Anche il leader dell'ala destra del sindacato socialista del metalmeccanici ha dichiarato che era disposto ad indire un nuovo sciopero generale se il governo non avesse fatto alcuna concessione.
Tutte queste dichiarazioni insieme al Patto Generazionale hanno l'effetto di rafforzare la risolutezza dei lavoratori e di aumentare la spaccatura tra il sindacato e il partito. I mass-media stanno parlando ora di una divisione orizzontale all'interno del partito", specialmente nel nord del paese,dove potrebbe verificarsi una rottura tra la base e la direzione del sindacato da una parte e i dirigenti del Ps dall'altra.
Per contrastare l'effetto dell'azione dei sindacati sulla base del Ps, è stata annunciata una campagna di "spiegazione", con l'idea di mandare i quadri del partito davanti alle fabbriche! Potete immaginare l'effetto che avrebbe un'azione del genere. Alcuni delegati sindacali di diverse fabbriche avevano già dichiarato che i quadri del Ps sarebbero stati "benvenuti". Ma l'idea è stata abbandonata perché troppo rischiosa e si è ripiegato per un metodo più sicuro di discussione con gli iscritti: spedire loro un e-mail o una lettera!
Tutto ciò sta inevitabilmente avendo un effetto tra la base del Partito Socialista e nei sindacati. Vediamo anche l'inizio della formazione di un raggruppamento di sinistra di attivisti sindacali all'interno del partito socialista. Nonostante tutti gli appelli della stampa borghese e del governo ai vertici sindacali perché assumano un atteggiamento più ragionevole, il movimento potrebbe non rifluire così velocemente.
I lavoratori in corteo hanno detto che sarebbero pronti a scioperare ancora se necessario, Altri sono dell'idea che ciò sia inevitabile. Una cosa però è chiara: la lotta di classe ha raggiunto un punto di non ritorno in Belgio. Tutte le lezioni del passato saranno imparate di nuovo dalle nuove generazioni di lavoratori che hanno che hanno iniziato a porre in discussione non solo i partiti di destra e i dirigenti dei Partiti Socialisti ma lo stesso sistema capitalista.