Oggi si tengono in francia le elezioni presidenziali. Jean-Luc Mélenchon è la vera sorpresa di questa campagna elettorale: con il suo programma radicale ha riempito le piazze delle principali città francesi. Greg Oxley e Jérome Métellus, della redazione de La Riposte, rivista dei marxisti del Pcf, lo hanno intervistato.
È stata una discussione dai toni fraterni che ha toccato numerosi temi. Greg e Jérome hanno confermato l’impegno de La Riposte a condurre la campagna elettorale per i candidati del Front de Gauche nelle elezioni legislative e presidenziali. Hanno anche proposto a Jean-Luc Mélenchon di pubblicare l’intervista sul loro mensile. Ha subito accettato, eccola.
La Riposte: Sarkozy ha lanciato la lotta contro gli “impostori” degli assegni familiari, dei giorni di malattia, dei sussidi di disoccupazione (Rsa), ecc. A dargli retta, i poveri e i disoccupati sarebbero responsabili del debito pubblico. Come combattere questa strategia?
Jean-Luc Mélenchon : La caccia ai poveri condotta da Sarkozy con il pretesto della lotta alle frodi è una strategia per dividere i popolo. Fumo negli occhi per distogliere lo sguardo dai responsabili della crisi e del debito: le banche e il sistema finanziario. Per smascherare questo inganno, bisogna sempre ricordare che le frodi alle prestazioni dello stato sociale non rappresentano che il 20% dell’evasione totale. La destra rimane muta di fronte ai responsabili dell’80% dell’evasione: quei padroni senza scrupoli che sottraggono 14 miliardi all’anno di entrate alle casse dell’erario. L’arsenale anti-frode di Sarkozy quindi non serve a migliorare i conti dello Stato ma a condurre una battaglia ideologica e a colpire in primo luogo i lavoratori.
Per quanto riguarda il progetto dell’Ump di costringere i beneficiari delle Rsa a lavorare forzatamente, è indecente. In una repubblica, un diritto è sempre universale e senza contropartita, cioè inalienabile. Se Nicolas Sarkozy volesse veramente trovare i soldi, colpirebbe gli evasori fiscali che rubano 40 miliardi. Ma abbiamo visto come ha rinunciato a perseguire penalmente le frodi fiscali di Madame Bettencourt! Il Re è nudo! Il suo show contro l’evasione si ferma fuori dalle porte dei ricchi.
La Riposte: Cinque anni dopo il famoso “lavorare di più per guadagnare di più”, cosa resta di quello slogan?
J-L. Mélenchon: Questo slogan è una grande presa in giro! Serve come argomento per non aumentare i salari. L’aumento continuo della produttività da lavoro giustificherebbe di per sé degli adeguamenti salariali regolari senza che i lavoratori debbano lavorare di più. Il suo effetto è stato quello di aver mascherato un grossolano tentativo di aumentare il plusvalore assoluto.
Inoltre, la defiscalizzazione delle ore di straordinario che doveva incoraggiare questa manovra è stata deleteria per l’occupazione. Per le imprese è diventato più appetibile costringere i lavoratori a fare delle ore in più piuttosto che assumere; sono stati sottratti in questo modo l’equivalente di 400mila posti di lavoro.
Coloro che promettono aumenti salariali senza far riferimento alla necessità di una distribuzione completamente diversa della ricchezza prodotta mentono ai lavoratori. I lavoro deve recuperare i 10 punti percentuali di ricchezza prodotta che ha perso a vantaggio del capitale negli ultimi 30 anni. Per lanciare il movimento, il Front de Gauche difende l’aumento del salario minimo intercategoriale (Smic) a 1.700 euro lordi già nel 2012 per arrivare a 1.700 euro mensili netti a fine mandato.
La Riposte: La destra è al potere da dieci anni. Il suo bilancio economico e sociale è catastrofico. La sua politica reazionaria ha suscitato grandi lotte: sul Cpe (contratto di primo impiego, Ndt), sulla Costituzione europea, sulle pensioni, ecc. Tutti i sondaggi danno Sarkozy per sconfitto al secondo turno delle presidenziali. Non è tuttavia possibile anche una sconfitta della sinistra nel 2012?
J-L. Mélenchon : Queste elezioni sono imprevedibili. François Hollande commette un errore grossolano credendo di essere il successore automatico di Sarkozy. Per noi queste elezioni sono un passaggio all'interno di un processo più ampio e di lunga durata: quello della rivoluzione civica. Ma per ora coloro che si sono mobilitati a milioni nelle piazze negli ultimi anni non vedono ancora il legame tra le loro lotte e i progetti difesi dai candidati favoriti dai sondaggi che si riassumono in “una sola politica è possibile”: quella dell'austerità. La maggior parte dei cittadini oggi è quindi confusa e disorientata. Sostenendo ovunque le mobilitazioni dei lavoratori e portando una radicalità concreta nelle sue rivendicazioni, il Front de Gauche mostra che un'altra politica è possibile. Per esempio, per arrestare di netto l'emorragia dei licenziamenti, il Front de Gauche propone delle soluzioni semplici: divieto dei licenziamenti “speculativi” (licenziamenti collettivi successivi ad un aumento del valore delle azioni di un'impresa, Ndt), reintroduzione dell'autorizzazione amministrativa dei licenziamenti, con diritto di veto sospensivo da parte dei delegati. Noi affrontiamo i compiti rivoluzionari come lo faranno le persone stesse: partendo dalle aspettative concrete del quotidiano popolare. Tutte queste mettono in discussione in realtà il contenuto capitalista dell'attuale modello economico.
La Riposte : Se François Hollande venisse eletto e il Partito socialista formasse il nuovo governo, che tipo di politica dovremmo aspettarci?
J-L. Mélenchon : Se il suo progetto si riassume nello slogan « dare un senso al rigore », possiamo avere forti inquietudini sul tipo di politiche che saranno portate avanti. Ad esempio continuare a ridurre i posti di lavoro nel settore pubblico sarebbe un errore colossale. Infatti lo Sato e i servizi pubblici oggi sono sull’orlo del baratro. Critico anche il fatto che il Partito socialista abbia rinunciato per il momento ad abrogare le riforme nefaste per la collettività. Sulle pensioni, ad esempio, l’abrogazione pura e semplice dell’ultima riforma è necessaria se si vuole che i lavoratori possano beneficiare di pensioni dignitose e che la speranza di vita non arretri. Vediamo nelle interviste fatte a Hollande i primi segnali dei passi indietro a cui porta la scelta di governare senza affrontare di petto le banche e i mercati finanziari. Sappiamo purtroppo come vanno a finire i governi che si sottomettono ai diktat delle agenzie di rating. Da Papandreu a Zapatero, ogni volta è un disastro per la sinistra. Su queste basi non consiglierei a nessuno a sinistra di andare a co-gestire una tale cattiva avventura! È per questo motivo che dobbiamo avere come obiettivo di metterci alla testa della sinistra e spiegare perché questo è il vero voto utile.
La Riposte : Il programma del Front de Gauche, L’Humain d’abord, difende tutta una serie di misure – sui salari, le pensioni, la sanità, le condizioni di lavoro e di studio, etc. – la cui implementazione si tradurrebbe in un netto miglioramento delle condizioni di vita della maggioranza della popolazione. Cosa si deve rispondere a chi, a destra o ai vertici del Partito socialista, ne denuncia il carattere “irrealistico”?
J-L. Mélenchon : Sono le politiche d’austerità che sono irrealistiche. Guardate la Grecia! Dopo 8 piani di austerità il debito esplode, la produzione arretra e la disoccupazione schizza in alto. Eppure è proprio questa politica di austerità che oggi dilaga come un veleno in tutta Europa. In Francia, il ritorno al 3% di deficit pubblico a partire dal 2013, come propongono Sarkozy, Hollande e Bayrou, è insostenibile. Tenendo conto della recessione attuale questo implicherebbe una purga che sarebbe catastrofica per la produzione nazionale e per l’occupazione.
Più in generale è la svolta autoritaria dell’Europa attuale che è irrealistica. Questa Europa è condannata. La moltiplicazione dei vertici e delle dichiarazioni senza seguito degli ultimi due anni dimostra che si trova in una impasse. In questa crisi, l’insieme delle relazioni sociali si irrigidiscono all’interno delle nazioni e fra di esse. Il dogma della libera concorrenza non falsata alimenta i fermenti di una guerra fra le persone e le nazioni.
Questa crisi può risolversi solo in due modi : una rivoluzione dei cittadini che cambi radicalmente le regole del gioco oppure uno slittamento verso una guerra sociale sempre più aperta e una deriva autoritaria aggravata del potere, la deriva « austeritaria » che denuncia il Front de Gauche.
La Riposte : L’Humain d’abord propone la costituzione di un polo bancario pubblico e il “controllo sociale” delle banche private che dovessero lanciarsi in operazioni speculative. Ma si può davvero imporre un “controllo sociale” delle banche private? E, dato che tutte le banche private si dedicano alla speculazione, perché non procedere direttamente alla nazionalizzazione di tutto il settore bancario?
J-L. Mélenchon : piuttosto che rassicurare i mercati, il Front de Gauche propone di affrontarli in modo da definanziarizzare l’economia. Regole semplici devono essere applicate per rifondare tutto il sistema finanziario: controllo dei movimenti di capitali, divieto di tutte le pratiche speculative (vendite scoperte), eliminazione della quotazione in borsa continua delle aziende. Queste misure darebbero un sollievo all’insieme del sistema produttivo che oggi la sfera finanziaria minaccia di morte. Nazionalizzare i bilanci stracolmi di titoli marci di tutte le banche non ci farebbe fare passi avanti. Invece, l’affermazione di un polo pubblico finanziario forte avrebbe un impatto notevole su tutto il sistema bancario e assicurativo. I privati e le imprese volterebbero le spalle in massa dalle banche attuali se esistesse un soggetto alternativo che rispondesse ai bisogni di finanziamento dell’economia e delle famiglie.
Inoltre il sistema bancario è per costituzione estremamente controllato nella misura in cui tutte le operazioni devono essere rintracciabili. Non esiste nessuna difficoltà tecnica ad utilizzare queste informazioni per bloccare determinati movimenti di capitali o a tassarne altri. È una questione di volontà politica e di scontro con il capitale.
La Riposte: Il programma del Front de Gauche difende correttamente la necessità di una « pianificazione ecologica ». Ma questo è possibile senza una pianificazione economica?
J-L. Mélenchon : Il libero sviluppo del mercato aggrava la catastrofe ecologica e minaccia l’ecosistema umano. La pianificazione ecologica è l’orizzonte strutturale di tutto il nostro programma. Comporta una certa misura di pianificazione economica dato che si tratta di ri-orientare tutto il sistema di produzione, di consumo e di scambio in funzione di un interesse generale umano che contraddice la logica del profitto privato immediato. Nell’ambito di questa pianificazione, alcune produzioni dovranno aumentare mentre altre dovranno diminuire. In questo senso la pianificazione ecologica è anche una rivoluzione culturale perché implica una modifica nei modi di consumo e di scambio. La pianificazione ecologica è poi una rivoluzione delle pratiche democratiche nella misura in cui le decisioni di rilocalizzazione agricola e industriale comportano un ampio risvolto d’implicazione a livello locale. La ripresa in mano da parte dell’umanità del suo destino passa dunque necessariamente oggi da una pianificazione allargata dei sui orizzonti di progresso.
La Riposte : Di fronte alla valanga di controriforme sociali e chiusure aziendali, il modello delle “cooperative” si rafforza nel movimento operaio. Questa forma di proprietà può essere generalizzata e costituire una alternativa alla proprietà capitalista? Le cooperative in concorrenza fra loro sul mercato non rischierebbero di ripercorrere la strada delle imprese private?
J-L. Mélenchon : Innanzitutto il nostro obiettivo non è quello di sostenere qualche cooperativa pioniera. Molti settori dell’economia, inseriti oggi nel mercato, devono essere integralmente sottratti alla concorrenza: è il caso della sanità dei trasporti pubblici, dell’energia e di quello abitativo. Per questo motivo il Front de Gauche sostiene la necessità di non applicare le direttive europee che obbligano a liberalizzare questi settori. Dei poli pubblici che integrino capitale pubblico nazionale e locale con proprietà sociali permetteranno di riconquistare questi terreni persi dal servizio pubblico.
Più in generale nell’insieme del sistema produttivo proponiamo di dare la priorità allo sviluppo della proprietà cooperativa. Questo implica misure concrete quali: priorità alle cooperative per gli appalti pubblici, riorientamento degli aiuti alle imprese verso le cooperative. Anche il diritto di ripresa della produzione da parte dei dipendenti può cambiare radicalmente il paesaggio produttivo in pochi anni. Nei prossimi dieci anni fra il 30 e il 50% dei dirigenti di TPE-PME (piccole e medie aziende, ndt) andranno in pensione. Con il sistema attuale avranno la scelta fra chiudere la loro azienda o venderla a fondi di investimenti. Dando un sostegno tecnico e finanziario alla possibilità di ripresa dell’attività produttiva da parte dei lavoratori, il Front de Gauche darà a queste imprese una continuità produttiva oggi assente. Per questo un vero “diritto di prelazione” deve essere riconosciuto ai dipendenti in caso di ripresa, di cessazione o di trasferimento dell’attività di un’azienda.
La nostra idea non è che le cooperative si dedichino alle delizie della concorrenza capitalista. Le loro esigenze di profitto sono differenti dato che non devono remunerare azionisti diversi dai dipendenti. Di conseguenza possono anche portare avanti attività giudicate non profittevoli secondo i parametri del capitale privato. In ogni caso per ottenere il sostegno del potere pubblico, le cooperative dovranno rispettare precisi criteri come ad esempio quello di avere una ridotta differenza fra i salari più alti e quelli più bassi.
La Riposte : Supponiamo che il Front de Gauche arrivi al potere e metta in atto la sua politica di riforme sociali. Possiamo facilmente immaginare la reazione feroce dei capitalisti e dei “mercati”, che farebbero di tutto per sabotare le riforme e sottomettere il governo alla loro volontà, come hanno fatto con Mitterand. Come potrebbe fare il governo per resistere a questo sabotaggio?
J-L. Mélenchon : Come ho spiegato, restituiremo i colpi a quelli che ci attaccheranno. Al contrario della rassegnazione dei vari Papandreu, metteremo in campo una strategia di resistenza e di scontro con il sistema finanziario.
Per esempio, noi proponiamo il salario massimo e il reddito massimo, i liberali oppongono a queste proposte il rischio di fuga dei capitali che potrebbe generarsi. Questo è anche l’argomento portato avanti dalla destra per giustificare nel 2007 lo scudo fiscale. In realtà l’abbassamento delle imposte ai ricchi non ha rallentato l’evasione fiscale: nel 2008 la fuga dei capitali all’estero è aumentata ancora del 14%. Non è dunque abbassando le tasse che faremo rientrare gli evasori fiscali. Per contrastare la fuga di capitali, istituiremo un controllo dei movimenti di capitali in entrata e in uscita dai conti bancari aperti in Francia e bloccheremo le transazioni da e verso i paradisi fiscali. Questo presuppone che dobbiamo rompere il dogma della libera circolazione dei capitali imposto dal trattato di Lisbona (articolo 63 TFUE). Nel suo libro Nous on peut (noi possiamo, ndt), l’autore Jacques Généreux presenta delle tecniche già applicate con successo in altri paesi, e in particolare in Brasile.
Per recuperare i 40 miliardi di euro persi dallo Stato a causa dell’evasione fiscale, la lotta all’evasione dovrà diventare veramente dissuasiva prevedendo non solo delle sanzioni finanziarie, ma anche penali e economiche (divieto di esercitare, chiusura amministrativa). Per finire la tassazione dei residenti francesi all’estero alla pari con quella dei loro concittadini residenti in Francia permetterebbe di far pagare alla piccola oligarchia di esiliati fiscali francesi che si vantano regolarmente di avere stabilito la propria residenza in Svizzera, in Lussemburgo o a Monaco.
Per quanto riguarda le banche, voglio ricordare che esse dipendono tutte dalla garanzia pubblica. E non saranno certo le isole Cayman che potranno vincere in caso di braccio di ferro fra una banca e lo Stato francese.
La Riposte: L’Humain d’abord fa appello ad una “rivoluzione civica”. Con la crisi del capitalismo e la regressione sociale che ne deriva, perché non porre l’attenzione dei lavoratori e dell’elettorato sulla necessità del socialismo ? Bisogna forse considerare il programma del Front de Gauche come una prima tappa verso il socialismo?
J-L. Mélenchon : Il nostro programma nei fatti è socialista per il suo contenuto. Fa della redistribuzione delle ricchezze la leva principale per il rilancio della crescita del paese. Per noi il progresso sociale è la condizione necessaria per il progresso economico. E il nostro punto di appoggio nella società è la classe operaia che resta il primo gruppo sociale, anche se è stato reso invisibile dalle “persone per bene” e dai media. Più in generale pensiamo che tutti i lavoratori dipendenti possono essere oggi unificati nella lotta contro lo sviluppo del precariato. La precarietà tocca tanto gli operai quanto i dirigenti, gli impiegati o gli studenti. L’Humain d’abord si pone l’obiettivo ambizioso di abolire questo precariato che erode le esistenze e spacca la società. Per questo, ristabiliremo il contratto a tempo indeterminato come base contrattuale vietando i contratti precari al di sopra del 50% del numero di dipendenti per le grandi aziende e del 10% per le piccole. Inoltre regolarizzeremo gli 800mila precari del pubblico impiego.
Queste evoluzioni dello stato sociale dei lavoratori cambieranno radicalmente le condizioni di esistenza di milioni di persone ridando loro la capacità di essere protagonisti e dunque di lottare. Il nostro programma vuole dunque favorire una transizione fra due stadi della società e punta su un coinvolgimento sempre maggiore dei cittadini. La rivoluzione civica è un processo che mira a diventare permanente. Assumerà altre forme mano a mano che si approfondirà la comprensione dei compiti da portare avanti.
La Riposte: Per finire, cosa pensi de La Riposte e delle sue idee?
J-L. Mélenchon : Come voi non ho paura di denunciare il sistema chiamandolo con il suo nome: capitalismo. Dopo di che non utilizziamo sempre lo stesso vocabolario e le nostre storie così come le nostre origini sono diverse. Ma questo vale per tutte le formazioni che compongono il Front de Gauche. Questa diversità è una forza perché porta diversi punti di vista nella nostra lotta comune. Non ci impedisce di ritrovarci insieme a difendere i nodi principali del nostro programma e i candidati comuni che lo sostengono.
Non vi richiamo all’uniformità. Voi non esitate ad esprimervi su eventuali disaccordi. A volte è corroborante. Ma devo sottolineare che è sempre fatto con una vera onestà intellettuale e lo apprezzo. Infine non ignoro che i vostri compagni sono buoni militanti che sanno cosa significa la lotta di classe e il vostro giornale lo riflette. So che si può contare su di voi per questa campagna elettorale e, non ne dubito, anche per il futuro.
Gennaio 2012
Translation: FalceMartello (Italy)