Giovedì 2 aprile in Grecia abbiamo assistito all’undicesimo sciopero generale da quando il partito di destra Nuova Democrazia (ND) è salito al potere nel 2004. Degli ultimi scioperi generali, questo è stato il più grande, con una partecipazione più ampia e manifestazioni più grandi di quelle degli scioperi di ottobre e dicembre 2008.
Lo sciopero generale è stato convocato dalla GSEE (Confederazione greca dei lavoratori del settore privato) e dall’ADEDY (settore pubblico) contro l’attuale ondata di tagli e attacchi ai diritti dei lavoratori e anche contro l’annuncio da parte del governo del fatto che nel 2009 i lavoratori del settore pubblico e i pensionati non avranno nessun aumento di salari e pensioni.
Il principale slogan delle manifestazioni era “Noi la crisi non la paghiamo!” Alle manifestazioni unitarie di GSEE e ADEDY [i sindacati dell settore pubblico e di quello privato] che si sono tenute ad Atene hanno partecipato 40-50,000 persone e alla manifestazione del PAME [frazione sindacale del KKE, il partito comunista] hanno partecipato più di 100,000 persone. Manifestazioni sono state organizzate in oltre 60 città in tutta la Grecia.
Alle manifestazioni si è registrata una forte presenza dei lavoratori industriali di molte fabbriche dove i padroni stanno annunciando ogni giorno tagli ai posti di lavoro e chiedono ai lavoratori di accettare riduzioni di orario e di salario. Questa grande partecipazione arriva sull’onda degli scioperi e delle manifestazioni che abbiamo visto in molti settori negli ultimi mesi.
L’ambiente tra i lavoratori che hanno partecipato alle manifestazioni era molto combattivo e l’elemento dominante era la rabbia contro i padroni e il governo. Dalle discussioni con i manifestanti sono emersi la mancanza di entusiasmo e un clima di generale sfiducia nei confronti delle direzioni sindacali sia del GSEE che dell’ADEDY. D’altra parte tutti i lavoratori che hanno partecipato hanno espresso il desiderio che ci sia un’ascesa delle lotte.
Questo sciopero generale è il risultato della guerra di classe aperta che la borghesia greca ha dichiarato contro i lavoratori con il suo desiderio di intensificarne e approfondirne lo sfruttamento. Per esempio, l’azienda di proprietà di I. Mylonas, presidente degli industriali della Grecia settentrionale, “ALUMIL”, ha tagliato sia orari che salari nonostante i profitti siano aumentati del 10% nell’ultimo trimestre del 2008. Anche in un’altra azienda metalmeccanica, la “NEXSANS Hellas”, ci sono stati tagli e licenziamenti nonostante l’azienda ha ufficialmente annunciato l’obiettivo di aumentare la produzione nel prossimo periodo.
Questo atteggiamento da parte dei padroni sottolinea ancora di più la natura utopistica della tattica dei dirigenti del GSEE degli ultimi 2-3 mesi in cui hanno tentato di chiudere accordi con i dirigenti del SEV (la confederazione degli industriali greci) per “trovare una posizione comune contro la crisi”. Purtroppo per loro, la realtà ha mandato a monte i loro piani. L’ondata di tagli e l’ambiente combattivo che sta montando tra i lavoratori hanno costretto i dirigenti sindacali a convocare un altro sciopero generale contro la loro volontà, con la possibilità che ne venga convocato ancora un altro nel prossimo periodo.
La situazione politica
Nel momento in cui scriviamo questo rapporto, il parlamento greco sta discutendo su un altro scandalo eclatante che ha coinvolto il governo di destra di ND di Karamanlis. Aristotelis Pavlidis, ministro della Marina, è stato accusato da un armatore di averlo ricattato, chiedendo 300,000 euro come “dote” per il matrimonio della figlia del ministro. Il governo di ND ha una maggioranza parlamentare di appena 151 seggi su un totale di 300. Quindi se Pavlidis si rifiutasse di rassegnare le dimissioni da deputato, come Karamanlis gli ha chiesto di fare, il governo perderebbe la maggioranza parlamentare. Pavlidis si è già rifiutato di farlo, ma ora le pressioni da parte della borghesia – come ci si può aspettare – stanno diventando molto forti. Dobbiamo ricordare che già un deputato di ND, Petros Tatoulis, che ha denunciato apertamente il governo di corruzione, ha rifiutato di dimettersi riducendo la maggioranza parlamentare da 2 a 1 membro del parlamento.
Il governo Karamanlis è il più corrotto della storia greca degli ultimi anni. Ed è anche, come dicono i sondaggi, uno dei più impopolari. L’unico motivo per cui questo governo sopravvive dopo così tanti e grandi mobilitazioni da parte dei lavoratori e dei giovani è la non volontà da parte dei dirigenti del movimento operaio di organizzare una lotta ben preparata, coordinata e compatta che abbia chiaramente al centro la rivendicazione di un governo operaio.
Recenti sondaggi indicano che il PASOK è a 5 punti percentuali di vantaggio su ND, 33% contro 28%. D’altro canto è anche vero che il PASOK è ancora 2-3 punti percentuali al di sotto di quello che aveva ottenuto alle ultime elezioni e sembra che non riuscirà ad ottenere abbastanza seggi per poter governare da solo. Ciò è un riflesso della posizione molto debole dell’opposizione guidata da Papandreu contro l’attuale governo e delle dichiarazioni della politica pro-capitalista che un eventuale futuro governo del PASOK attuerebbe.
Nel frattempo, la direzione del KKE, dopo il recente congresso nazionale in cui lo stalinismo è stato di nuovo riconosciuto come eredità del partito, sta continuando a portare avanti la sua politica settaria da “Terzo periodo” (la politica portata avanti da Stalin alla fine degli anni Venti, secondo cui "socialdemocrazia e fascismo erano gemelli", ndt) e sembra soddisfatta del suo 7-8% di voti indicati dai sondaggi. Ciò che manca nel partito è un’opposizione di sinistra fortemente organizzata. Le forze del KKE avrebbero la potenzialità di crescere di giorno in giorno. Il fatto che il KKE non si stia rafforzando, né nel movimento operaio né nella società nel suo complesso, è un riflesso dell’impasse provocata dalla stalinizzazione del partito. In un periodo in cui i lavoratori e i giovani stanno cercando un chiaro punto di riferimento per le lotte, i leader del KKE si limitano a giustificare i crimini dello stalinismo e non offrono nessun reale sbocco alla situazione attuale.
Attualmente gli sviluppi più importanti nella sinistra sono all’interno e attorno a SYRIZA (il fronte politico formato principalmente dal SYNASPISMOS, un partito che è emerso da una precedente scissione del KKE). Purtroppo, come risultato della sua politica socialdemocratica di sinistra “soft”, la nuova direzione del SYNASPISMOS ha deluso le aspettative di molti lavoratori e giovani che si esprimevano in alte percentuali nei sondaggi (17-18% lo scorso anno) e ciò spiega come mai ora per SYRIZA si prevede solo il 5-6%. Come conseguenza di ciò, l’ala destra del SYNASPISMOS sta cercando di usare questi dati come scusa per porre apertamente la questione della liquidazione di SYRIZA e della svolta verso una politica ancora più socialdemocratica. Invece di capire che la ragione di questo arretramento nei sondaggi è la resistenza nei confronti di un deciso spostamento a sinistra, traggono la conclusione opposta! L’ala destra del SYNASPISMOS è infatti attratto verso il PASOK con cui vorrebbe formare un governo di coalizione, ma purtroppo sulla base del programma del PASOK.
La principale prospettiva politica in queste condizioni è quindi che prima o poi verrà eletto un nuovo governo del PASOK. Ma l’attuale direzione del PASOK ha una politica basata sulle richieste della borghesia e quindi, nel contesto attuale di profonda crisi del capitalismo, deluderà ben presto i suoi elettori. Ciò rappresenterà il segnale per una svolta a sinistra ancora più decisa nel movimento operaio greco e all’interno dei partiti operai che porrà le basi per la costruzione di una tendenza marxista di massa in Grecia nel prossimo periodo. Questo è il compito che la sezione greca della Tendenza Marxista Internazionale e con il suo giornale “Marxistiki Foni” si impegnano a perseguire nei prossimi anni.
Source: FalceMartello