Italian translation of Greece: Eurogroup imposes interests of usurers to be guaranteed by the constitution (21 February 2012).
La riunione dell'Eurogruppo del 20 febbraio a Bruxelles ha finalmente raggiunto un accordo e, nel modo più provocatorio possibile, ha apposto il suo sigillo sul dramma che i lavoratori greci hanno dovuto sopportare negli ultimi due anni.
Da sottolineare in questo accordo provocatorio c'è l'obbligo per il parlamento greco di emendare la Costituzione nel 2013 inserendo una clausola che salvaguardi gli interessi dei creditori e li trasformi in una priorità nazionale. La Sanità, l'Istruzione, i salari e le pensioni, questioni di vitale importanza per il popolo greco, dovranno essere subordinati alla necessità di assicurare i profitti degli usurai.
Inoltre, il cosiddetto haircut (letteralmente taglio di capelli, cioè la riduzione del valore nominale del debito) rivela un riconoscimento da parte della Troika del fatto che per i prossimi decenni la Grecia sarà permanentemente indebitata. Questo conferma l'accettazione cinica, da parte dei creditori e della classe dominante greca, di una basilare valutazione marxista: sotto il capitalismo, non ci sono prospettive di crescita sostanziale né di alcun miglioramento nelle condizioni del popolo della Grecia.
A parte il vergognoso emendamento costituzionale, il nuovo accordo comprende:
- La creazione di un conto bloccato, dove lo Stato greco depositerà in anticipo capitale e interessi dovuti per il prossimo trimestre. Questo significa semplicemente che i costi di gestione quotidiani e la spesa sociale dello Stato saranno considerati un “di più”. Così, se in qualsiasi momento venisse dichiarato default, sarebbero i creditori ad avere la priorità.
- L'accettazione del monitoraggio finanziario del governo greco da parte dell'Unione Europea, con commissari nei ministri chiave, a prescindere dalla composizione e dal mandato del governo in carica.
- L'haircut sui titoli di Stato posseduti da persone fisiche sarà del 53,5% (ovvero 107 miliardi di euro) con un tasso d'interesse medio sui nuovi titoli del 3,65%, mentre i titoli gestiti da istituzioni finanziarie saranno governati dalla legge inglese. Questo significa che le banche e altre istituzioni private che detengono titoli greci avranno vedranno salvata una parte significativa del valore del loro credito, mentre il resto sarà stato trasformato in “spazzatura” senza valore. Inoltre, l'applicazione della legge inglese garantisce che la Grecia non possa cambiare unilateralmente questo accordo e che, se ci fosse un default, i creditori abbiano il diritto di confiscare proprietà statali e di imporre una serie di sanzioni al Paese.
Ancora una volta dobbiamo sottolineare il punto che il governo ha nascosto meticolosamente il fatto che il nuovo prestito andrà interamente ai creditori. Dunque, il nuovo prestito non serve a “salvare il Paese”, ma a salvare gli usurai.
La conclusione generale che possiamo trarre da tutto questo è che questo accordo formale protegge i creditori dagli effetti della imminente bancarotta e spinge il Paese verso un “default domestico” (ovvero un default sul debito interno). Ciò è atteso per l'anno prossimo – come è stato affermato in un articolo pubblicato oggi sul Financial Times. Sarà il risultato inevitabile del procedere e dell'approfondirsi della recessione, che sarà ulteriormente alimentata dalle nuove misure di austerità e dal conseguente crollo delle entrate fiscali, che porterà inesorabilmente al bisogno di stampare moneta locale per i pagamenti interni. In altre parole, sono in corso i preparativi per l'espulsione della Grecia dall'euro quando verrà richiesto il prossimo salvataggio.
La caratterizzazione fatta da Papademos dell'accordo dell'Eurogruppo come di importanza storica per la Grecia, oltre a rivelare che è proprio un ciarlatano politico, mostra la completa identificazione della classe dominante greca con gli interessi dei creditori stranieri. La borghesia greca è organicamente connessa in un blocco unico coi suoi prestatori.
Il modo in cui hanno “gestito” il problema del debito greco, semplicemente trasferendo il fardello sulle spalle dei lavoratori nella forma di tagli duraturi, deve anche essere di lezione per tutta l'Europa. In questo modo è diventato evidente che la lotta dei lavoratori greci non è nazionale, ma ha un contenuto di classe. Quello di cui noi, tutti i lavoratori e i poveri di questo Paese, abbiamo bisogno adesso non è patriottismo, ma coscienza di classe e lotta di classe internazionale. D'altronde, le manifestazioni di solidarietà col popolo greco organizzate in una serie di Paesi di tutto il mondo negli ultimissimi giorni provano ampiamente nella pratica quello che i marxisti hanno continuato a spiegare pazientemente: i soli veri alleati dei lavoratori in Grecia sono i loro colleghi in Europa e nel resto del mondo.
Dopo il provocatorio accordo dell'Eurogruppo, il governo ha detto che potrebbe dover “riconsiderare” la scadenza elettorale. Questo è perfettamente naturale, in quanto il tentativo dei partiti borghesi e dei loro leader di difendere l'accordo e di cercare un riconoscimento elettorale per questo “risultato” provocherebbe soltanto rabbia e repulsione tra le masse lavoratrici greche. È dunque necessario ripetere quanto abbiamo scritto subito dopo l'approvazione delle misure di austerità in parlamento: le elezioni devono essere imposte dalla combattività e dalla vigilanza del movimento operaio e delle masse popolari.
I sindacati e i partiti politici che sostengono la lotta contro il governo e contro la Troika devono rivendicare la convocazione immediata delle elezioni e al tempo stesso preparare uno sciopero generale ad oltranza che duri fino a marzo se le elezioni non vengono indette. Devono anche invitare i lavoratori in tutta Europa ad organizzare giornate comuni di sciopero generale e manifestazioni di massa contro questo attacco internazionale dei capitalisti.
Dobbiamo però anche capire che le elezioni in sé e per sé non risolveranno niente oggi se il KKE e SYRIZA non si uniscono in una lotta comune per la presa del potere e per il socialismo. Diversamente, la campagna terroristica della Troika e della classe dominante, basata sul porre il dilemma di scegliere “o povertà o default”, resterebbe senza risposta e la sinistra non saprebbe offrire la prospettiva di un governo alternativo. In questo modo, i dirigenti politici borghesi sarebbero in grado di salvarsi in qualche modo nonostante le loro percentuali di consenso in netto declino. Ciò darebbe alla classe dominante un'altra opportunità di formare un governo che difenda i loro interessi e non quelli dei lavoratori.
Translation: Falce Martello (Italy)