Sabato 27 novembre centomila persone, nonostante il brutto tempo invernale, hanno manifestato partendo da Wood Quay verso l’Ufficio Centrale delle Poste per protestare contro le misure di austerità annunciate dal piano quadriennale. Alcuni di loro hanno addirittura manifestato all’interno di una barca sul Liffrey – la flotta operaia è arrivata! Nel frattempo il governo si riunisce a porte chiuse per discutere le misure per il salvataggio con i funzionari della Bce.
La contraddizione fra le cause della crisi e la cosiddetta “soluzione” proposta dal governo è stridente. Da un lato i banchieri e gli speculatori – i cosiddetti “amanti del rischio” che ci hanno condotto a questo punto, dall'altra coloro a cui il rischio è stato trasferito, quelle persone (i lavoratori) con minori capacità di assumere ulteriori “rischi”. Il salario minimo verrà diminuito di un euro all’ora equivalente a un taglio dell’11,56%. È il tipo di situazione che fa scrivere canzoni alla gente, e torna utile il fatto che Christie Moore popolare cantautore irlandese, ndt) fosse nei paraggi.
C’erano dozzine di striscioni di categorie sindacali, fra i quali il SIPTU, l’Impact, l’INTO, il TEEU ed ilTUI, e si vedevano anche molti manifesti fatti in casa. È chiaro come la crisi politica abbia riportato la lotta di classe fra i temi all’ordine del giorno. Le manifestazioni contro ll'aumento del prelevo fiscale sulle pensioni lo scorso anno a febbraio e la manifestazione del 6 novembre 2009 avevano avuto dimensioni simili, ma stavolta era diverso lo stato d’animo. Il governo sta battendo la ritirata e la posta è stata alzata in misura considerevole per l’intervento dell’Unione Europea (UE) e del Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Il primo ministro Cowen e Lenihan (ministro delle finanze) non hanno un posto dove nascondersi, come dimostra l’elezione suppletiva di giovedì. Adesso, 95 anni dopo l’Insurrezione del giorno di Pasqua la scelta dell’Ufficio Centrale delle Poste come il luogo conclusivo della manifestazione mostra la rabbia che c’è nel paese per il fatto che il governo sta chiedendo l’elemosina in Europa per salvarsi. In un Paese ex-coloniale come l’ Irlanda il ricordo del dominio straniero è ancora radicato profondamente.
Ma la crisi in Irlanda è una crisi del capitalismo e ricade nel modo più pesante sulla classe lavoratrice. Questo è il motivo di grandi manifestazioni come questa, e della ormai certa sconfitta del Fianna Fàil e dei Verdi alle prossime elezioni. I sindacati e soprattutto i loro dirigenti devono mettere al centro la lotta contro i tagli e l’ austerità. Sabato i dirigenti hanno fatto alcuni interventi importanti, quello che conta davvero è cosa faranno domani.
I tagli prospettati nel piano quadriennale verranno di nuovo fuori nella legge finanziaria. I dirigenti sindacali hanno l’enorme responsabilità di difendere i servizi pubblici e i loro dipendenti. I giorni della Tigre Celtica sono passati da un pezzo. Si è dimostrato che l’ idea secondo cui in qualche modo la “concertazione sociale” può risolvere il problema è un’ illusione. Ogni volta che il governo ed il leader sindacali hanno avviato delle trattative, queste sono finite in un nulla di fatto per la gravità della crisi. Adesso l’accordo di Croke Park (l'accordo tra governo e sindacati dei dipendenti pubblici che riduceva gli stipendi e i trattamenti pensionistici, sottoscritto la scorsa primavera, ndt) è sotto attacco nonostante il governo abbia tentato di evitare per adesso lo scontro diretto, senza dubbio per paura della reazione ad ulteriori tagli salariali. Il governo ha intenzione di “realizzare completamente” l’accordo, il che significa attacchi ai servizi e alle condizioni dei lavoratori. Il piano di quattro anni comprende ulteriori tagli ai salari per chi entrerà nel settore pubblico. Questo è un attacco a un accordo già pessimo fatto passando dalla porta sul retro. Ma è anche un attacco ai giovani, in un’ epoca in cui l’emigrazione è in crescita e ci sono più di 400.000 disoccupati (su una popolazione di 4 milioni e mezzo di abitanti, ndt).
Il movimento deve fare una campagna contro i tagli e far cadere il governo. La manifestazione di sabato rende evidente l’aumento della rabbia fra i lavoratori. Ma il prossimo passo dovrebbe essere di rivitalizzare il movimento contro i tagli trasformandolo in uno sciopero generale di 24 ore che coinvolga sia il settore pubblico che quello privato. Come c’ era scritto su un cartello di oggi “Fianna Failed. E’ ora di mandarli a casa”.
Translation: FalceMartello (Italy)