Che il terreno fosse favorevole per la quarta edizione della nostra festa nazionale, lo si è capito fin da quando abbiamo iniziato ad alzare le strutture, una settimana prima dell’apertura.
Bilancio della IV edizione, Modena 3-6 luglio 2014
Non appena nel parco XXII aprile di Modena sono apparsi i primi compagni per montare tendone, palco, cucina e stand vari, sono state decine le persone, del quartiere e non, che ci hanno avvicinato manifestando il loro entusiasmo per il ritorno di una festa comunista in città.
“Ah, i compagni tornano a fare una festa qui? Finalmente, era da tempo che non se ne vedevano più”. Commenti di questo tenore ci hanno accompagnato dal primo giorno dei lavori fino a smontaggio ultimato.
E in effetti era dal 2007 che la zona non vedeva una iniziativa del genere; volantinaggi e attacchinaggi (e anche una discreta copertura sulla stampa locale) hanno sparso la voce in città, tant’è che quando due giovani compagni di Crema, scesi dal treno, hanno chiesto informazioni per raggiungere il parco, la gentile signora che si era fermata, assodato che venivano alla Festa Rossa non ci ha pensato due volte a caricarli in macchina e portarli a destinazione.
Insomma, ci siamo sentiti a casa nostra e i risultati della nostra quattro giorni lo hanno confermato. Aperte le danze già dal pomeriggio di giovedì 3 luglio con l’assemblea studentesca nazionale di Sempre in Lotta, non ci siamo più fermati. Ristorante, griglia, tigelle, pizzeria, bar e libreria (ottima la diffusione di libri, opuscoli e dell’ultimo numero di FalceMartello) hanno saziato i bisogni alimentari e politici dei presenti. Venerdì sera assemblea operaia coordinata da Paolo Grassi, responsabile del nostro bollettino RadioFabbrica. Fra gli intervenuti Mario Iavazzi, del Direttivo nazionale Cgil, Vito Isgrò, tra i protagonisti della vertenza Piaggio Aero di Sestri Ponente, Piero Ficiarà, Rsu terim di Modena e Riccardo Antonini, ferroviere licenziato da Rfi per avere collaborato con i familiari delle vittime nel processo per la strage di Viareggio del 2009, della quale una manifestazione ha ricordato il 29 giugno il quinto anniversario chiedendo ancora una volta verità e giustizia di fronte all’arroganza di Moretti e all’ipocrisia dello Stato.
E ancora: due proiezioni (“Il Ribelle”, sulla vita di Guido Picelli, e la bella autoproduzione “Attimis – una storia antimilitarista” sulle lotte nelle caserme italiane nei primi anni ’70) e la presentazione del libro “Fedeli alla classe” di Francesco Giliani, ancora non presentato a Modena, oltre alla presentazione del nostro movimento Sinistra Classe Rivoluzione con l’intervento di Alessandro Giardiello, tutti i momenti politici della festa hanno visto una presenza significativa e costante. Ma è stata anche Festa vera, con tre concerti che hanno riempito la notte e una nota di ringraziamento per i musicisti dei Nati Così, che hanno brillantemente superato un nostro problema tecnico spostando la loro esibizione direttamente sul prato, dove hanno dato il meglio scatenando pizziche e balli popolari.
Sabato sera siamo stati presi d’assalto ma la cucina e la pizzeria hanno retto brillantemente la prova (anche se le pizze sono terminate sotto l’eccessiva richiesta: troppo inconfondibile la mano del nostro pizzaiolo campano doc…) consegnando poi compagni e pubblico al concerto della Banda Popolare dell’Emilia Rossa.
Ma il dato stupefacente è che nonostante un sabato così impegnativo, la domenica mattina circa 70 compagni hanno seguito con attenzione il seminario sugli anni ’70 in Europa, e fra loro tanti che la sera prima si erano spremuti a lavorare fino a tarda ora in cucina o negli stand, ma che non hanno voluto mancare l’opportunità di partecipare pienamente a uno dei momenti politici della festa: ulteriore conferma che la Festa Rossa riesce a tenere assieme con successo la nostra voglia di socialità e di divertimento con il nostro impegno militante.
Giusto il tempo di apprezzare le danze africane del gruppo “i gelsomini” la domenica pomeriggio, prima di aprire l’ultima serata, con l’intervento di Alan Woods che ha tenuto per oltre due ore l’attenzione dei presenti (oltre 150 persone) ripercorrendo alcuni passaggi chiave della storia delle internazionali operaie, dalla Prima Internazionale, della quale ricorre quest’anno il 150esimo anniversario, fino ai compiti odierni dei marxisti e dei militanti operai di fronte alla crisi del capitalismo su scala mondiale.
Troppo presto è finita la festa, e lo smontaggio della struttura ha riportato in tre giorni il parco allo stato originario. I ringraziamenti devono essere collettivi per le decine di compagni che hanno partecipato al lavoro, ai quali aggiungiamo i compagni del Prc di Spilamberto, Rio Saliceto, Parma e Bologna che hanno reso disponibili le strutture, nonché i compagni dell’associazione Modena por Cuba e i compagni del Fronte Popolare Tunisino, che hanno anche partecipato al lavoro di montaggio della festa.
L’ultima parola a una coppia di pensionati che sono venuti a parlarci mentre caricavamo i camion. “La prossima volta la festa dovete farla di un mese! Ma soprattutto non dovete fare la fine di quelli che ci hanno tradito, che erano di sinistra e ora hanno svenduto tutto!”
Cari compagni, dateci il vostro sostegno e non solo torneremo a fare la festa, ma faremo qualcosa di molto più grande: costruiremo la sinistra su basi salde, il partito di classe che finalmente darà voce e strumenti di lotta ai lavoratori e ai giovani di questo paese!
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