Quest'anno, il 33° congresso di “The Struggle” (“La Lotta”, sezione pakistana della Tendenza Marxista Internazionale) è stato atteso con grande aspettativa. Il neoeletto governo di destra della Lega Musulmana di Nawaz Sharif sta dando il segnale per nuovi e severi attacchi alla classe lavoratrice e in questo contesto “The Struggle” e la PTUDC (Campagna per la difesa dei sindacati in Pakistan) sono in prima linea nell'organizzare il contrattacco.
Non c'è stato sciopero o vertenza in cui i compagni non siano stati attivi, spesso in una posizione di direzione; la PTUDC ha lanciato una campagna nazionale contro le privatizzazioni in risposta all'annuncio del governo di voler privatizzare 65 imprese statali. L'opposizione del PTDUC ha anticipato la presa di posizione del PPP (Partito Popolare Pakistano, nato alla fine degli anni sessanta su un programma socialista piuttosto radicale, si è poi spostato su pozioni molto moderate), che si è dichiarato anch'esso contrario nonostante le politiche di privatizzazione che aveva effettuato quando si trovava al governo.
Il congresso di The Struggle si è aperto la mattina dell'8 marzo 2014 a Lahore. Il congresso avrebbe dovuto svolgersi negli spaziosi locali dell'edificio Aiwan-e-Iqbal a Egerton Road, che può contenere più di 3000 persone; ma gli eventi hanno assunto un altro corso.
Sabotaggio del regime
La crescente influenza dei marxisti pakistani non è passata inosservata agli occhi della classe dominante e dello stato. In entrambi i congressi dei due anni passati, i Servizi di Intelligence hanno tentato il sabotaggio, bloccando “misteriosamente” i cellulari dei compagni incaricati della logistica e dell'organizzazione.
Quest'anno il sabotaggio ha assunto una forma ancora più eclatante: l'amministrazione della sala, che era stata prenotata con sei mesi di anticipo, ha disdetto la prenotazione solo tre giorni prima! È stato riferito ai compagni che la cancellazione è avvenuta per un'altra prenotazione, fatta dal Governo Provinciale del Punjab, per la celebrazione della Giornata Internazionale della Donna. Il Governo Provinciale del Punjab fa capo alla Lega Musulmana, ed il Primo Ministro è Shahbaz Sharif, fratello di Nawaz Sharif, capo del partito.
La falsità del pretesto, se possibile, è perfino più eclatante del sabotaggio stesso. In pochi altri paesi del mondo le donne sono trattate peggio che in Pakistan; in pochi altri luoghi del mondo godono di meno diritti; e nessun governo ha fatto qualcosa per migliorare la situazione. Ed in che modo Shahbaz Sharif festeggia la Giornata della Donna in Pakistan? Salendo su di un aereo, diretto in Turchia.
Dimostrando una notevole intraprendenza, i compagni sono riusciti a trovare una sala alternativa per il primo giorno del congresso: la Alhamra Hall, la cui capacità però si aggira attorno alle 1400 persone. The Struggle l'ha usata nel passato, ma la crescita dell'organizzazione l'ha resa inadatta ai congressi. Non c'era però alternativa, ed i compagni hanno stipato la sala, occupando anche le scale, dandosi spesso il cambio con le diverse centinaia di compagni che erano rimasti all'esterno per mancanza di spazio ed affrontando i periodici blackout.
La delegazione
I delegati sono giunti da tutto il Pakistan: dal Balochistan tormentato dai conflitti sponsorizzati dagli imperialisti nel Sudovest, al distante Gingit Baltistan nel Nord, un'area di montagna che confina con la provincia cinese dello Xinjiang.
Hanno partecipato compagni delegati del Sindh: da Karachi e dalle regioni di Larkana, Dadu, le regioni costiere e Thar. I delegati provenienti dalle aree tribali del Nordovest e dal Waziristan hanno attraversato le montagne controllate dai talebani e sorvegliate dai droni statunitensi per partecipare al congresso; i compagni di Abbottabad sono venuti dalla regione in cui le forze speciali americane hanno ucciso Osama Bin Laden.
Hanno partecipato compagni di Rawalpindi, Attock, Taxila, Wah, Islamabad, Multan, Bahawalpur, D.G. Khan, Rahim Yar Khan, Layyah, Muzzaffargarh ed altri luoghi del Punjab. Una numerosa delegazione è arrivata dalle regioni del Kashmir pakistano; quest'anno i compagni sono riusciti ad assicurarsi la presenza di Yusuf Tarigami, membro del Comitato Centrale e parlamentare del Partito Comunista dell'India (Marxista) - CPI(M), proveniente dalla parte indiana dello Jammu Kashmir.
Nelle delegazioni hanno avuto modo di partecipare rappresentanti di tutte le province e tutti i diversi gruppi etnici del Pakistan, comprese le delegazioni di regioni afflitte da conflitti interetnici: Punjabi, Pashtun, Sindhi, Balochi, Muhajir, Hazara, Balti, e molti altri ancora. Questo fatto esprime chiaramente lo spirito di solidarietà e di internazionalismo portato avanti dai compagni di The Struggle.
Numerosissime le presenze di attivisti sindacali, fra i quali annoveriamo quelli delle ferrovie (Railways Labour union, Railways Workers union), delle industrie tessili, di quelle metalmeccaniche (Peoples union of Pakistan Steel), del settore energetico (Hydro union of WAPDA, Oil and Gas sector OGDCL workers’ union, Karachi Electric Supply labour union), ed i rappresentanti sindacali degli stabilimenti Coca-Cola, Unilever e Nestlé. Presenti anche numerose associazioni di medici (tra i quali la Young Doctors Association del Punjab) e di insegnanti e professori.
Oltre alla componente operaia e proletaria, anche quella giovanile è stata rappresentata da un numero enorme di delegati: studenti e giovani di tutto il Pakistan, ed universitari praticamente di ogni università importante del Paese. Le seguenti organizzazioni studentesche hanno partecipato: Jammu & Kashmir National Student Federation, Peoples Students Federation, Pushtoon Students Federation, Baloch Students Organization, Pushtoon Students Organization, Inqlabi Council Agri. University Faisalabad.
Data l'estensione del Paese, per alcuni delegati la partecipazione al congresso ha significato un estenuante viaggio di 24, 36, addirittura 48 ore. Come se non bastasse, oltre alle condizioni delle strade, a complicare il trasporto provvedono i posti di blocco dell'esercito, le perquisizioni, la possibilità di attentati terroristici, il costo dei trasporti e la stessa geografia del Paese (ad esempio, le montagne del Karakorum). Molte compagne da tutti gli angoli del paese sono riuscite a raggiungere il congresso, nonostante sia per loro estremamente difficile ottenere dalla famiglia il permesso di viaggiare per distanze così lunghe.
Oltre al compagno Yusuf Tarigami dall'India, altri ospiti internazionali hanno partecipato ai lavori: il compagno Alan Woods, della Segreteria Internazionale della TMI, John Peterson, segretario nazionale della Lega Internazionale dei Lavoratori (sezione statunitense della TMI), i compagni Stefan Kangas ed Ylva Vinberg dalla Svezia e dieci compagni provenienti dall'Afghanistan.
Il congresso
Il congresso è cominciato, dopo un discorso di benvenuto di Lal Khan, con la relazione di Alan Woods sulle prospettive mondiali. Con il suo tipico umorismo, Alan ha sintetizzato la situazione politica ed economica internazionale degli ultimi tempi, raccontando delle mobilitazioni di massa che hanno agitato diverse parti del mondo (Turchia, Brasile, Egitto), dei conflitti tra Stati Uniti, Unione Europea e Russia. In particolare, Alan ha rimarcato a proposito della questione nazionale come tutte le divisioni religiose ed etniche siano utili alla classe dominante, e che il conflitto reale è quello di classe tra sfruttatori e sfruttati. A seguito dell'introduzione, diversi interventi e domande hanno ulteriormente approfondito la situazione internazionale.
Dopo il pranzo – dopo lo sforzo titanico di assicurare un pasto a 2500 persone – si è tenuta la sessione sulle prospettive per il Pakistan, introdotta dal compagno Lal Khan. 67 anni dopo la fondazione dello stato asiatico, la situazione per la classe lavoratrice è critica: l'infrastruttura statale è inefficente e decadente, sul territorio vengono combattuti almeno sei sanguinosi conflitti per procura sponsorizzati dagli imperialismi esteri. L'economia informale ed il mercato nero costituiscono circa i due terzi dell'economia. Circa il 78% dell'occupazione può essere attribuito a questo settore: lavori a tempo determinato, in nero, con un salario da fame e significative infiltrazioni di gruppi criminali, anche all'interno dell'apparato statale. Tre quarti della popolazione vive sotto la soglia di povertà; metà della popolazione è analfabeta. In questo scenario, la classe dominante ha fallito miseramente nel portare avanti i compiti di una rivoluzione nazionale democratica, i partiti hanno perso qualsiasi credibilità e la cosiddetta democrazia ha portato avanti attacchi sociali ed economici contro le masse degni delle peggiori dittature, mentre la destra e le organizzazioni religiose integraliste espandono la propria influenza e reprimono i movimenti popolari. La situazione non può durare a lungo, e la sua implosione e la conseguente nascita di un movimento di massa porteranno al crollo o alla rifondazione del PPP.
La discussione è stata molto intensa, ed è stata seguita da lavori di commissione sulla situazione sindacale, giovanile e femminile, particolarmente importante data la concomitanza con la Giornata Internazionale della Donna.
Diversi interventi si sono alternati durante il secondo giorno, nel quale i lavori del congresso si sono tenuti nella sala prenotata in origine. Particolarmente apprezzato dagli astanti è stato l'intervento del compagno statunitense John Peterson, che ha parlato della storia del movimento operaio negli USA, dell'imperialismo statunitense e del suo ruolo in Pakistan e della necessità della rivoluzione socialista anche negli Stati Uniti, dove la crisi ha colpito per prima. L'intervento di Peterson è stato salutato dai compagni del congresso con un grande entusiasmo internazionalista. Il compagno Adam Pal ha fornito una relazione sulla costruzione e l'organizzazione di The Struggle, mentre Ylva Vinberg, dalla Svezia, ha raccontato ai compagni pakistani lo stato della costruzione della Tendenza Marxista Internazionale a livello mondiale, riportando i successi delle varie sezioni: dalla Svizzera alla Grecia, dagli USA e Brasile all'Italia e il Regno Unito. Successi questi resi possibili dalle grandi possibilità che le idee del marxismo hanno in questo momento di raggiungere i giovani ed i lavoratori, per i quali le idee rivoluzionarie possono rappresentanto strumenti mediante i quali poter uscire dalla crisi. L'intervento della compagna è stato particolarmente atteso dai delegati: poche compagne e compagni della sezione pakistana hanno la possibilità di visitare altre sezioni o partecipare alle Scuole Mondiali od ai Congressi Mondiali della TMI.
Verso la rivoluzione socialista
Più di un compagno, durante tutte le sessioni del congresso, ha rimarcato come in Pakistan non ci siano mai buone notizie. Non passa giorno senza attentato, omicidio, operazione militare, o persone che muoiono per le loro condizioni di vita. Ma un aspetto di questo Paese che non capita di vedere nei notiziari è la determinazione con cui i compagni della sezione pakistana portano avanti la loro battaglia politica e la loro militanza, nonostante la tremenda difficoltà della situazione – un invitato indiano ha riferito di aver trovato un ambiente “incredibile” al congresso. La realtà non è sempre buia come sembra dai titoli dei giornali.
Il Pakistan ha una lunga tradizione rivoluzionaria. La rivoluzione del 1968-69 è degenerata grazie alle politiche di collaborazione di classe portate avanti dalla direzione del PPP ed Ali Zulfiqar Bhutto. L'Afghanistan ha avuto la propria rivoluzione nel 1978, anch'essa perduta per mancanza di direzione adeguata. E le recenti rivolte del mondo arabo confermano che gli eventi possono assumere questa piega molto velocemente: queste rivoluzioni sembrano scaturire dal nulla, mentre le condizioni per la nascita di un processo rivoluzionario, in realtà, sono sotto gli occhi di tutti.
La storia di questo paese, e del movimento operaio internazionale, ci insegna che nessun miglioramento vero e duraturo nelle condizioni di vita della popolazione del Pakistan potrà essere ottenuto senza una rivoluzione socialista. Questa rivoluzione si diffonderebbe in India, Bangladesh ed Afghanistan – le rivoluzioni non rispettano i confini! La coscienza della necessità della costruzione di un'organizzazione all'altezza di questo compito è ben radicata nei compagni, che affrontano quotidianamente le difficoltà insite nella loro militanza. Ma l'atmosfera di fiducia ed orgoglio era palpabile durante il congresso, specie alla fine del secondo giorno, quando la chiusura dei lavori è stata salutata da tutti con canti e bandiere: tutti partecipanti al congresso hanno intonato l'Internazionale in Urdu, seguendo la voce del famoso cantante e compagno Jawad Ahmed.
Il congresso ha confermato come la Tendenza Marxista Internazionale sia la sola forza di sinistra davvero presente in Pakistan. The Struggle si trova nella posizione migliore per poter rappresentare la guida della classe operaia pakistana verso la rivoluzione socialista: un compito arduo, ma ricco di straordinarie possibilità.
Viva la rivoluzione mondiale!
عالمی انقلاب، زندہ باد
Viva la classe operaia!
محنت کش طبقہ، زندہ باد
Viva il socialismo!
سوشلزم، زندہ باد
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Source: Migliaia di partecipanti al 33esimo congresso dei marxisti pakistani