I risultati delle elezioni spagnole di domenica 20 Novembre rappresentano una pesante sconfitta per il Partito Socialista (PSOE), piuttosto che una vittoria per il Partito Popolare (PP).
Il PP ha avuto 10,8 milioni di voti (con un aumento di soli 550mila rispetto alle precedenti elezioni) pari a 186 seggi e la maggioranza assoluta in parlamento. Il PSOE, che era al potere dal 2004, è stato duramente sconfitto, con solo 6,9 milioni di voti e una perdita di oltre 4,3 milioni (il peggior risultato dalle prime elezioni dopo la caduta di Franco).
Le ragioni di questo tracollo sono chiare: in Spagna abbiamo assistito a una manifestazione particolarmente acuta della crisi del capitalismo. L'impatto sociale della recessione iniziata nel 2008 è stato brutale per la classe operaia. La disoccupazione è salita dall’8,3% del 2007 al 21,5% attuale (la percentuale più alta dell'area OCSE). La disoccupazione giovanile è vicina al 50%. Il numero di famiglie che hanno visto le loro case confiscate dall'inizio della crisi ammonta a più di 300mila (mentre ci sono 3,4 milioni proprietà sfitte che non possono essere vendute nel mercato).
Il governo del PSOE, guidato da Zapatero, è stato eletto nel 2004 con i voti di milioni di lavoratori e giovani che si erano mobilitati contro l'odiato governo di destra di Aznar, in particolare contro la partecipazione spagnola alla guerra in Iraq.
Speravano che Zapatero avrebbe portato avanti politiche progressiste. Ma non appena la crisi economica ha colpito, il socialdemocratico Zapatero è diventato il miglior interprete della politica caldeggiata da capitalisti e banchieri: far pagare la crisi ai lavoratori. Così Zapatero ha allungato l'età pensionabile a 67 anni e tagliato gli stipendi dei dipendenti pubblici, oltre ad aver inserito nella costituzione il principio del pareggio di bilancio, con un patto di unità nazionale col PP.
La lezione principale della sconfitta del PSOE, che segue la sconfitta del Partito socialista portoghese e il crollo della popolarità del Pasok di Papandreou in Grecia, è duplice.
In primo luogo, nel bel mezzo della crisi del capitalismo, non c'è spazio per riforme socialdemocratiche.
In secondo luogo, questa politica porta inevitabilmente ad una debacle elettorale in quanto questi sono partiti che ricevono i loro voti, in maggior parte, dalla classe operaia.
I risultati di Izquierda Unida (IU) rappresentano un significativo incremento di voti, da 780mila a 1,68milioni (e 11 seggi in parlamento), raccogliendo chiaramente l’eredità delle mobilitazioni di massa degli indignados che, negli ultimi mesi, hanno portato in piazza milioni di giovani contro la crisi capitalista (alcuni attivisti di questo movimento erano candidati nelle liste di IU).
Il Segretario generale del Partito comunista, Centella, ha parlato della necessità di "pianificazione democratica dell'economia". Questo è corretto. Ma al fine di pianificare l'economia, i mezzi di produzione devono essere sottratti ai capitalisti e utilizzati nell'interesse della maggioranza della popolazione. Ciò che serve a IU è un programma che sfida apertamente il capitalismo e pone una alternativa socialista. Le condizioni per spiegare tali idee non sono mai state così favorevoli come lo sono ora.
Il neoeletto governo di destra di Rajoy ora deve affrontare un compito impossibile: l'Unione Europea ha chiesto
30miliardi di euro di ulteriori tagli (più del doppio di quello che il governo Psoe già attuato).
Cosa dovrà fare Rajoy è chiaro: aumentare la tassazione indiretta, tagliare la spesa pubblica nella sanità e nell'istruzione, introdurre il pagamento di gran parte dei servizi sanitari, aumentare le tasse universitarie, distruggere la contrattazione collettiva e i diritti dei lavoratori, tagliare ancora i salari dei lavoratori del settore pubblico e portare avanti ulteriori attacchi sul versante delle pensioni. Tali politiche provocheranno soltanto un aggravarsi della recessione economica.
Se la Merkel, Rajoy e la classe dirigente spagnola pensano che i risultati delle elezioni significano che il nuovo governo avrà la strada spianata per portare avanti questa nuova politica dei sacrifici, si sbagliano di grosso. Si troveranno di fronte ad una massiccia esplosione della lotta di classe in stile greco.
Translation: FalceMartello (Italy)