Venezuela: scontro tra la destra e la sinistra nel PSUV

Una battaglia decisiva si sta svolgendo all’interno del PSUV in Venezuela, una battaglia che riguarda le candidature al parlamento per il partito nelle prossime elezioni. La sinistra sta combattendo una battaglia impari, poichè i candidati della destra hanno avuto molte più risorse e sostegno ufficiale dal partito a livello locale rispetto ai candidati che genuinamente rappresentano i lavoratori e i poveri. E’ una battaglia cruciale nella rivoluzione venezuelana.

Nella fase che porterà alle elezioni parlamentari del 26 settembre uno stato d’animo di emergenza si è sviluppato nella base del PSUV, che vede il bisogno di difendere la rivoluzione dai tentativi della controrivoluzione di assumere il controllo del Parlamento. Al tempo stesso si avverte una profonda sfiducia nei confronti della burocrazia ed un grande scontento verso l’attuale situazione. Gli avvenimenti che hanno ruotato intorno alle recenti elezioni primarie del 2 maggio nel PSUV in vista delle elezioni parlamentari, ne sono una conferma.

Irregolarità e disparità nella campagna

All’inizio c’erano alcune illusioni verso queste elezioni e 3.527 persone si sono registrate come candidati per gli 87 collegi elettorali. La partecipazione alle elezioni è stata molto alta con circa 2 milioni e mezzo di votanti , corrispondenti a circa il 38% del totale dei membri del PSUV.

La partecipazione straordinaria alle primarie mostra ancora una volta la situazione estremamente favorevole che c’è per portare a termine la rivoluzione e dirigersi verso il Socialismo. Ha rappresentato anche un forte colpo per l’opposizione che ha avuto un livello ridicolmente basso di partecipazione nelle proprie primarie e le ha organizzate solo per una piccola parte dei collegi elettorali.

Ciò nonostante, molti attivisti di base del PSUV si sono lamentati del fatto che la campagna, durata solo due settimane, sia stata marcata da una significativa disparità in quanto i candidati con consistenti disponibilità economiche hanno goduto di vantaggi significativi essendo in grado di autopromuoversi con volantini, poster, pagare persone per fare volantinaggi, ecc.

Un altro aspetto che ha aumentato alle condizioni di disparità è stato il fatto che alcuni candidati che già occupavano posizioni all’interno dell’apparato statale o nei gruppi dirigenti dei partiti, sono stati in grado di usare queste posizioni per apparire frequentemente nei media e organizzare incontri ufficiali con il solo obiettivo di promuovere la propria candidatura.

Molte irregolarità sono state riportate dai militanti di base del PSUV anche nel giorno delle consultazioni. Sul sito web aporrea.org sono stati messi insieme vari resoconti in un articolo che documenta come i candidati che disponevano di diversi vincoli con l’apparato, come Freddy Bernal, l’ex-sindaco di Caracas Libertador, hanno sistematicamente violato le regole approvate per campagna elettorale.

Lo scontento nella base

I giorni successivi al 2 maggio i membri del partito da ogni angolo del Paese hanno fatto circolare articoli e lettere, molti dei quali sono stati riprodotti in Aporrea, che hanno messo in luce un fenomeno generalizzato. L’ apparato (al quale in Venezuela ci si riferisce come a “Las maquinarias”) ha fatto tutto il possibile per impedire ai candidati di sinistra di vincere. Ci sono persino state accuse di frode a Bolivar, Trujillo, Zulia ed altre località. Le lettere lo spiegano in modo chiaro e diretto. Riportiamo alcune di esse che colgono la rabbia degli attivisti di base del PSUV dopo le elezioni:

In un articolo intitolato “Quando il presidente si libererà di camaleonti e scorpioni?” Alirio Coromoto Gil dallo Stato di Trujillo scrive

“A tutte queste irregolarità bisogna aggiungere le minacce contro le migliaia di lavoratori con contratto a termine, che verranno licenziati se non voteranno per i tre candidati della destra del PSUV. Hanno anche abusato in modo immorale di risorse dello stato, soldi, automobili, annunci a tutta pagina nei giornali, spot radiofonici nei programmi sportivi, aperture propagandistiche di alcune fabbriche e giornate delle missioni e dei programmi sociali dove i candidati appaiono nelle vesti di ‘suore della carità’.

Apparentemente la destra del gruppo dirigente nazionale del PSUV ha elaborato una strategia elettorale nel Paese per fermare l’avanzata delle tendenze di sinistra attraverso vari ostacoli, prebende, abusi di potere, così che nessun candidato di sinistra potesse vincere o raggiungere il secondo posto. Per questo scopo hanno potuto contare sulla complicità dei funzionari del CNE (la commissione elettorale nazionale) nelle varie regioni, che fino ad ora non hanno dato spiegazioni su quanto accaduto con i voti degli altri candidati.”

Jhonny Navas dallo stato di Zulia scrive quanto segue:

“Nelle elezioni interne per scegliere i deputati che rappresenteranno il PSUV è stata riscontrata una frode da parte del sig. Lisandro Cabello e della sig.a Aleida Cardozo consistita in quanto segue:

Entrambi si sono avvantaggiati della debolezza economica degli altri candidati, ed hanno usato l’ apparato dei comuni di Cabimas e Miranda, mettendo ai seggi elettorali persone di loro fiducia, in modo da avere un controllo totale, andando così contro gli ordini del presidente Chavez diretti a garantire elezioni corrette e eque.

In assenza di testimoni, tutto lo staff che lavorava ai seggi ha votato più volte, come è chiaro dai numerosi voti registrati nel collegio elettorale, nonostante l’assenza di votanti.

Hanno stretto accordi con membri dell’opposizione, che sfortunatamente hanno mobilitato i membri che avevano registrato nel PSUV facendoli votare per Hair e Aleida Lisandro Cardozo. L’offerta di acqua, cibo, ristoro per lo staff e per i collaboratori dei seggi, è stata fornita dal sindaco citato poco fa”

In un articolo intitolato “ L’apparato sconfigge la base”, Juan Linares dallo stato di Bolivar scrive:

“Ma nella campagna elettorale si inizia a vedere l’ opportunismo e i favoritismi verso i propri sostenitori. Tutti i lavoratori coinvolti in progetti sociali, hanno ricevuto istruzioni ed è stata loro consegnata la lista dei candidati da votare, Tito e Gil Barrios. Domenica 2 maggio tutti i funzionari e i dirigenti statali sono intervenuti, esercitando pressioni per mezzo della propria autorità, controllando che i lavoratori non votassero nessun altro candidato. I lavoratori erano comprensibilmente preoccupati del mantenimento delle proprie posizioni: per molti di loro questo impiego è l’unico mezzo di sopravvivenza, perchè ricevono un salario mensile minimo che è appena sufficiente per mangiare e coprire i bisogni più basilari (...).

E’ stata la destra ad organizzare il proprio “popolo” e a distribuire le liste dei candidati facendo promettere alla gente che avrebbe votato per i loro candidati. Non è cambiato niente. La loro fedeltà alla rivoluzione è a parole, al fine di trarne benefici. La burocrazia mobilitata, le enormi risorse e la logistica hanno funzionato, e i 50 sognatori si sono svegliati. E’ stata una mancanza totale di rispetto, ed una presa in giro delle regole per la campagna dei candidati nelle elezioni primarie del PSUV volte a scegliere i futuri candidati alle elezioni parlamentari per l’assemblea nazionale nel 2010. Un’anomalia è il fatto che nessuno sa perchè nei collegi elettorali i risultati dei candidati non siano stati resi noti. Vogliamo tutti sapere quanti voti abbiamo avuto”.

La campagna elettorale della destra e della sinistra

Nonostante ciò, le masse sono riuscite a far mettere nella lista finale dei vincitori alcuni personaggi “popolari”, come Andreina Tarazon (che ha vinto il suo seggio con il 37,36% dei voti) che appartiene al movimenti studentesco T-28 ed alla gioventù del PSUV. I candidati sostenuti dai Marxisti di Lotta di classe hanno anch’essi avuto risultati positivi, benchè soggetti agli stessi svantaggi degli altri candidati di sinistra.

Il compagno Geovanny Peña, membro dell’ attuale Parlamento, si è battuto per essere rieletto nello stato di Barinas, ed ha perso di soli 74 voti! Secondo i risultati ufficiali del CNE, ha ricevuto 11.089 voti, corrispondenti al 18,77% del collegio elettorale nel quale si è presentato, ricevendo così la carica di candidato di riserva. Il compagno Elìas Chacon, presentatosi a Chacao nello stato di Miranda, è stato il quinto più votato nel proprio collegio, su un totale di 46 candidati. Benchè il suo voto non sia stato reso pubblico, sembra che abbia ricevuto tra il 7% e l’ 8% dei voti, arrivando a circa 2.000 voti, rispetto ai 3.790 del numero due della lista che ha vinto una delle due candidature in quel collegio.

Altri esponenti della sinistra del PSUV, come Juan Contreras del combattivo e militante quartiere del 23 de Enero di Caracas, hanno avuto buoni risultati e Contreras è stato il secondo più votato, ricevendo 3.231 voti (pari all’ 11,44%) diventando così il candidato di riserva.

La campagna della sinistra in generale è stata molto diversa da quella dei candidati di destra. I compagni organizzati attorno a Aporrea.org hanno dato vita ad una campagna chiamata “NE’ BUROCRATI NE’ CAPITALISTI! PROTAGONISTE E PROTAGONISTI DELLE LOTTE SOCIALI ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE!”, che ha avuto il sostegno di un numero elevato di gruppi rivoluzionari all’interno del PSUV, compresi molti leader sindacali, radio locali, organizzazioni dei quartieri poveri che sostengono Chavez, e così via. I punti principali della campagna, che ha caratterizzato la lista di candidati che hanno appoggiato, erano i seguenti:

Non votare per candidati legati alla borghesia o che ha accumulato capitale sfruttando gli altri.

Votare per candidati che provengono da un contesto di lotta sociale e che non hanno perso i loro legami con la classe lavoratrice e con il popolo bolivariano.

In quei casi di candidati che hanno precedentemente occupato posti all’intenro dell’apparato statale, consigliare il voto solo di quelli che hanno usato queste posizioni per difendere ed approfondire il processo rivoluzionario, e non per il loro beneficio personale.

La campagna dei Marxisti attorno al periodico Lotta di Classe, che ha sostenuto anche i punti menzionati sopra, si è concentrata sul bisogno di abolire il potere della borghesia. Nella campagna di Elias Chacon, che abbiamo già ricordato, i compagni hanno prodotto vari volantini su questi argomenti. In questa propaganda, hanno messo in evidenza il bisogno di nazionalizzare le banche, l’assistenza sanitaria, l’industria pesante e la terra. Si sono anche espressi a favore dell’introduzione del controllo operaio nelle aziende di recente nazionalizzazione, come il solo mezzo per combattere la cattiva gestione, la speculazione e il sabotaggio. Queste tematiche hanno trovato una risposta molto positiva nelle assemblee di massa alle quali i compagni hanno partecipato. In appena due settimane sono riusciti a partecipare a nove assemblee ad ognuna delle quali hanno preso parte almeno 100 persone, soltanto nel collegio elettorale dove si presentava il compagno Elìas Chacon.

Bisogna organizzare l’ala sinistra del PSUV

Le proteste contro le frodi e le iniquità dopo le elezioni sono state molto numerose. Una riunione convocata con due soli giorni di anticipo a Caracas è stata organizzata dai settori di sinistra del partito con lo scopo di elaborare un bilancio critico delle elezioni. 150 persone si sono riunite per ascoltare 3 esponenti della sinistra come Fernando Soto Rojas (un veterano del movimento), Gonzalo Gomez (fondatore di Aporrea.org), Juan Contreras e altri.

C’era uno stato d’animo molto critico all’incontro, con la presenza di attivisti dalle principali roccaforti chaviste a Caracas ed anche dagli stati di Miranda e Vargas. Un rapporto dettagliato, contenente immagini dell’ assemblea, è stato scritto dai marxisti venezuelani di Lotta di Classe e pubblicato anche sulla home page di Aporrea.

Era significativo vedere compagni - che avevano sostenuto Chavez fin da quando venne incarcerato nel 1992 – molto preoccupati riguardo la direzione che sta prendendo la Rivoluzione. Molti dei settori più avanzati dell’avanguardia sentono sfuggirsi dalle mani il controllo del la rivoluzione. In un certo senso questo corrisponde allo stesso processo che Trotskij ha descritto nel suo libro Storia della rivoluzione russa. Si arriva ad un momento specifico di congiuntura dove le masse, cominciando dalle avanguardie, sentono che il potere che in un primo momento hanno conquistato gli viene sottratto, che la rivoluzione viene deviata da personaggi che hanno obiettivi diversi. Questo è esattamente quanto accade ora in Venezuela.

I vertici del partito stanno iniziando ad arretrare, davanti alla pressione esercitata dalla base. Giovedì 6 maggio Cecilia Flores, vice-presidente del partito, ha detto che il gruppo dirigente nazionale “sta analizzando le denunce di scorrettezze nella campagna” e che “sta prendendo in considerazione la composizione sociale dei candidati del PSUV”. Questo è chiaramente un modo per dire che il gruppo dirigente del partito è preoccupato per gli effetti esplosivi che le manovre stanno avendo all’interno della base.

Dall’ altro lato, il presidente Chavez continua su una linea radicale. Nel suo discorso venerdì 7 maggio ai 110 vincitori delle elezioni, ha detto che “Dobbiamo prepararci ad abbattere lo stato borghese e l’egemonia dell’oligarchia”. Ha fatto appello ai candidati al parlamento per il PSUV e ha detto che “Dovete mettervi al servizio del popolo, non di voi stessi, non di un governo o di un sindaco, ma delle persone che soffrono”. Nello stesso discorso ha minacciato gli speculatori nell’ industria alimentare di espropriarli ed ha finito dicendo “dobbiamo farla finita con la democrazia rappresentativa, che è la forma borghese. Dobbiamo prepararci ad introdurre la democrazia partecipativa”.

Molti attivisti del PSUV vedono un grande distacco fra questa linea di Chavez, che continuano a considerare come un loro rappresentante, e il gruppo dirigente ufficiale del partito, i ministri e i politici di professione che fanno di tutto per non far avanzare il movimento. I recenti sviluppi hanno esasperato ed approfondito questa contraddizione. Attraverso avvenimenti come queste elezioni primarie gli attivisti dell’avanguardia stanno imparando e stanno traendo delle conclusioni.

I Marxisti e la sinistra del PSUV in generale faranno tutto quello che è in loro potere per far vincere il partito nelle elezioni legislative di settembre. Ma questo è possibile solo se le masse bolivariane sentono che hanno un partito per cui votare, cioè se hanno un’alternativa credibile per sbloccare l’ attuale impasse. Al contrario, se le masse comprendono che i candidati del partito non rappresentano i loro interessi e non sono capaci di combattere per la rivoluzione socialista, come dovrebbe essere, è molto probabile che ci sarà un’astensione molto elevata.

Bisogna ammettere che la vittoria dell’apparato è stata agevolata dal fatto che la sinistra è frammentata, disorganizzata e priva di un programma e di una campagna chiari. La sinistra non è intervenuta in nessun modo organizzato nel congresso del PSUV ed ha partecipato soltanto alle primarie all’ ultimo minuto e senza una piattaforma ben preparata. L’ala sinistra del partito ha grandi possibilità di crescita e conquistare in ultima analisi la maggioranza nel partito. Ma solo a condizioni di organizzarsi.

A nostro avviso una sinistra dovrebbe mobilitarsi attorno ai seguenti punti in relazione alle elezoni parlamentari e alla democrazia interna:

* Ogni vincitore delle elezioni primarie deve pubblicare un bilancio dei soldi raccolti e delle spese sostenute in relazione alla campagna. In questo modo chiunque può vedere come i vincitori hanno finanziato la propria campagna.

* Una commissione di controllo interna, eletta dai rappresentanti delle sezioni del PSUV, deve essre formata allo scopo di analizzare le accuse di frode e di irregolarità, considerando le prove fornite dai media alternativi.

* Le masse del PSUV devono avere il diritto di sfiduciare i deputati, nel caso vadano contro gli interessi del popolo che li ha eletti.

* I deputati devono rendere conto ai membri del PSUV nei loro collegi.

La base del partito deve richiedere che la maggioranza di cui il Psuv disporrà nel parlamento sia utilizzata per approvare immediatamente l’introduzione di una legge volta a espropriare le principale aziende capitaliste, le restanti aziende private del settore delle telecomunicazioni e le banche, il settore alimentare, l’industria pesante e la terra.

Per l’immediata convocazione di un’assemblea di rappresentanti eletti dei lavoratori del PSUV nel settore petrolifero e delle sezioni del PSUV nei quartieri popolari.

Adesso è il momento di agire. Bisogna organizzare una solida opposizione di sinistra nel PSUV che combatta l’ala destra e che la sfidi apertamente rispetto al controllo che esercita nel partito. Sarà una questione decisiva che deciderà il destino della rivoluzione venezuelana.

11 maggio 2010

Visita il sito dei marxisti venezuelani: Lucha de Clases

Source: FalceMartello

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